Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      RECALE - RECAMIER GIOV. FRANC. GIULIA ADELAIDE BERNARD)
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      vano poco a poco Delle usanze degl'Israeliti, proclivi d'altronde all'idolatria ed alle pagauiche nefandezze. Consideravansi stranieri in mezzo agli Ebrei, per serbarsi più liberi ed indipendenti nella semplicità della nomadica ed ascetica loro vita. Nè rimangono senza riscontro fra i popoli orientali. offrendocene analoghi esempi e l'antica e la moderna storia. Così leggiamo «el Siculo Diodoro (xx, 9) che i Nabatei non seminavano neppur essi sementi di sorta, non piantavano alberi fruttiferi, non adopravano nè fabbricavano case, e trasmettevano di generazione in generazione le semplici loro consuetudini, colla minaccia della pena di morte ai prevaricatori. Maometto si valse delle tradizioni, vietando anch'egli a' suoi seguaci l'uso del vino (Sale, Koran, Prelim. Diss., § 5). Ma una nuova prova ancor più patente della tenacità degli Orientali nei loro propositi e della celere propagazione delle riforme, l'abbiamo nel rapido crescere della setta dei Vaabiti o Yecabiti. durante il passato ed il presente secolo. Ed invero Abd ul-Vaab, il fondatore di cotesta setta, riproduce l'antica impronta dell'indole dei settarii orientali in tutta la sua pienezza, lndegnato della bruttezza de'vizii turcheschi, e smanioso di preservarne i suoi connazionali di pura schiatta arabica, come si mostrò Gionadabbo per preservare i Cinei dai vizii somiglianti dei Feuicii, il riformatore beduino sentì la necessità di ritornare all'antico vivere austero degli Arabi. Ciò cbe era stato il vino per il primitivo predicatore della morale probità ed innocenza, il segno esterno cioè e l'incentivo ad una inevitabile corruzione, si furono per il profeta posteriore l'oppio ed il tabacco, e vennero come tali rigidamente proibiti. La rapidità con cui diventarono i Yaabiti un partito formidabile, i puritani dell'islamismo, presenta una lampante analogia colla forte influenza politica di Gionadabbo, che riuscì accettissimo a Jeci, re d'Israele dall'876 all'848 av. Cr., sterminatore inesorabile di tutti i culti di Baal (IV Beg.y x, 15, 23).
      Vedi: Witsius, Dissert. de Rechabit., nella Misceli. sncra(\\y 176) — Carpzov, Apparai .Calmet, Jhssert. surles RSchabites, nel Comment. litléraUvI, 18, 21) —Wolff, Journal (1829, u, 334; 1839, p. 389) - Burckhardt, Brdouins and Wahahys (p. 283) — S^rrarius, Trihceres. — Scaliger, Elench. Trihceres. Serrar. — Vatablus, Crii. sac. (iu loc.) — Ewnld, Heugateoberg e De Wette, Comm. sul salmo LXX (in tedesco).
      REGALE (geogr.). — Comune nella provincia e nel circondino di Caserta, con 2152 abitanti.
      RECAMIER Glov Frane. Giulia Adelaide BERNARD) ibiotfr.). — Illustre donna francese, nata a Cressin presso Belley (Aix) il 6 novembre 1774, morta a Parigi l'I! maggio 1849, era figliuola d'un banchiere di Lione, Bernard, che andò a porre stanza nel 1784 a Parigi sotto Caloune, il quale gli affidò ufficii importanti nella direzione delle poste. La bellezza crescente della giovinetta le trasse intomo uno stormo di adoratori, e lasciata libera di scegliere chi meglio le andasse a genio, sposò a 15 anni nn ricco banchiere, Giacomo Recamier, che ne aveva 42. Nel 1798 ella strinse amicizia con la Staél, e nel 1800 con Adriano e Matteo di Mont-
      morency, il quale ultimo rimase fino alla morte suo consigliere prudente e suo amico devoto. Luciano Buonaparte, fratello del primo console, concepì verso di essa una passione infelice, e la Recamier accolse la sua devozione ostinata con quella indifferenza maliziosa ch'era la sua migliore difesa. Fra le altre sue intime conoscenze citeremo Ber-nadotte, il futuro re di Svezia, e il generale Moreau. Queste attinenze con emigrati e personaggi ostili al Governo, non che le prove d'affetto alla Stael esiliata di Corte, diedero alla sua condotta un'apparenza di opposizione, confermata dal suo rifiuto di accettare il posto di dama di palazzo dell'imperatrice, offertogli da Fouché nel 1803. Ma il prestigio che la circondava era talmente grande ed irresistibile, che i personaggi officiali, i ministri stessi ambivano l'onore di essere ammessi nelle sue snle, per guisa che Napoleone chiese un giorno stizzito se il consiglio dei ministri avea luogo in casa la Recamier. La rovina subitanea di suo marito pose fine all'opulenza, di cui faceva così nobil uso, ed afforzò le amicizie che aveva ispirate. La siguora di Stael la invitò nel suo ritiro di Coppet, I ove incontrò l'uomo cui ispirò la sola passione che parve condividere. Nipote di Federico il Grande, il principe Angusto di Prussia, fatto prigioue alla battaglia di Saalfed (ottobre 1806), accoppiava in sè bellezza, spirito, coraggio, carattere cavalleresco, ed ajutato dalla Staci, il principe ottenne dalla Recamier ch'ella invierebbe al marito una richiesta di divorzio. La risposta commovente e rassegnata di colui che voleva abbandonare nell'avversità, il timore dei giudizi del mondo, indussero madama Recamier a protrarre l'effettuazione d'uu disegno che nudrì ancora per molti anni. Ella partì subitamente da Coppet, ma continuò a corrispondere col principe, che non la rivide però che nel 1818 e nel 1825 a Parigi. Fu allora che fece dipiugere a Gérard il celebre quadro di Corinna al capo Mi8eno, che conservò tino alla morte nella sua galleria a Berlino, e legò poi per testamento a colei ! di cui avea serbato cara ricordanza.
      Dopo aver fatto ritorno a Coppet presso la sua amica esiliatala Sttèl, madama Recamier riceveva ella stessa, l'8 settembre 1811, un ordine d'esilio, cbe le vietava d'accostarsi per più di 200 chilom. a Parigi. Dopo una dimora di otto mesi a Cliàlon-1 sur-Saóue, trasferissi a Lione nella famiglia di suo ! marito, e vi trovò due donne d'alto legnaggio perse-, guitate al paro di lei dal Governo imperiale, le du-j chesse di Luynes e di Chevreuse. Là altresì conobbe j il suo compatriota Ballanche, l'illustre filosofo, che prese ad ammirarla e ad amarla nobilmente, e che ! dovea divenir poi con Chateaubriand l'ospite più assiduo della sua residenza dell'Abbaye-aux-Bois. Poco appresso partì per l'Italia, e male accolta a Roma dalle autorità francesi, che non vedevano iu essa che l'esiliata, si ebbe a Napoli l'accoglienza ; più favorevole da Murat e dalla moglie sua Carolina, che non aveva punto potuto dimenticare le loro autiche relazioni.
      Rimpatriatasi con la Ristorazione, madama Recamier rimase fedele a'suoi nobili sentimenti di patriottismo. 11 duca di Wellington, che aveva am-j bito l'onore d'esserle presentato, avendo un giorno,
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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