Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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per cui perì il prezioso archivio della chiesa, e pare che più di un secolo posteriormente, nel 1516, mancasse di solidità, sendo stati elargiti allora dal Comune 1000 ducati per la sua ristaurazione. U battisteri©, ricostituito nel 1621 per cura del vescovo cardinale Galamini, è ornato di lavori in bronzo del Bummentovato Jacometti. Di altre quattro chiese parrocchiali è provveduta la città , e sono dodici in tutto, comprese quelle del territorio. Meritano menzione particolare le cinque chiese seguenti : 1° San Vito martire, altro protettore della città, una^delle chiese principali e più antiche, di stile gotico in origine, e poi rimodernata da Jacometti; a tre navi, coll'altar maggiore nella tribuna, e due altri altari nelle cappelle laterali. —2° Santa Maria di Castel Nuovo, collegiata soppressa nel 1712. e poi ripristinata nel 1821, abbellita e restaurata; è sacra all'Assunzione della Vergine, e quantunque nou sia molto ampia, ella è nondimeno abbastanza adorna, e può dirsi elegante. — 3° Sant'Agostino, notevole per singolarità di architettonici ornamenti. - 4° San Francesco, de* Minori Osservanti, con cappelle stuccate e dipinte, ed un bel quadro sul-l'altar maggiore. — 5° Santa Maria in Potenza, non molto lungi dalla foce del fiume Potenza, la quale apparteneva, in un col monastero, ai religiosi Crociferi, che ospitavano i pellegrini, o precipuamente gl'infermi: ma questa chiesa, tranne la situazione, è tutt' altra dall' antica ed oggidì è divenuta semplice chiesa rurale. Agli edifizi consa-creti alla religione succedono gì' istituti della cattolica carità, della beneficenza ed istruzione cristiana, contandosi in Recanati un ospedale per gli infermi, un ospizio di cronici, un orfanotrofio maschile e due femmiaili, un asilo d'infanzia, un monte di pietà assai ragguardevole ed un seminario. Sorge questo presso la cattedrale, dotato di ricche rendite, per cui parecchi alunni vi vengono gratuitamente educati.
Storia. — Ripete Recanati la sua origine , secondo I"opinione degli antichi istorici di essa, da Ricina, antica città municipale del Piceno, sur un colle della sponda destra del fiume Potenza (Po-tentia) , 24 chilometri circa dal mare. Gli è ben vero che Plinio solo fa menzione dell'antichissima Ricina (Plin., ih, 13, s. 18; V. Piceno); ma gli è certo altresì che l'agro Ricinese {ager Ricinensis) è notato anche nel Libro delle colonie (Liber colo-niarum, p. 226), e rilevasi poi da una iscrizione che nell' agro medesimo era stata piantata sotto Alessandro Severo, imperante dal 222 al 235 dopo Cristo, una colonia col titolo di Colonia Elvia Ri-cina (Colonia Helvia Ricino. Orell., lnscr.y 915; Cluver, Ital., p. 739). Distrutta questa verso il 408 i dai Goti, gli abitanti, incalzati dalla sventura, si , dispersero nei dintorni, ed edificarono ben presto, coi ruderi della smantellata città, gli uni Macerata, distante da essi solo 5 chilometri , gli altri Reca- , nati, che conservò meglio l'antica denominazione in Ricinetum, Recinetwn, diventato poi Recana-tum, Racanatum, ed in italiano Recanati (Holsten., Not. ad Cluver., p. 137). Sorse dunque questa nei primordii del secolo v dopo Cristo, e pare che gli esuli sieno stati indotti a fabbricarla nel sito odierno dalla sicurtà che offriva il colle su cui è posta,
dall'amenità del luogo, dall'ampiezza della sottostante pianura, dalla comodità dei due fiumi, dalla viciuanza del mare, dalla facilità di fabbricare, sia per l'indole della terra, eccellente per trarne mattoni, sia per il legname abbondante nelle selve vicine. Crebbe pertanto ben presto Recanati, e nel volgere degli anni diventò castello forte. Diversamente però dagli antichi hanno opinato gli storici moderni Vogel e Leopardi, i quali, mentre affermano non potersi stabilire il vero tempo della fondazione di Recanati, vogliono che contemporaneamente a Recina esistesse a piedi del colle il castello dei Ricinati, e così altri piccoli castelli sulla cresta del medesimo, dalla unione dei quali, con l'andare del tempo sorgesse poi l'odierna città. Forse, essi aggiungono, una parte della popolazione della distrutta Riciua, accorrendo ai detti castelli fu causa che, moltiplicandosi e distendendosi le abitazioni, si congiungessero in un corpo solo. Mancano documenti e memorie dei primi secoli di sua esistenza per affermare da quali principi o invasori fu governata ed ebbe dipendenza Recanati. Credè taluno che prima presentasse obbedienza agl'imperatori d'Oriente; con le vicende della restante Italia sentisse il giogo dei Goti e dei Longobardi, ed in ultimo, disfatti questi da Carlomaguo, si desse alla tutela dei pontefici. Costoro mitemente la ressero, e non è quindi meraviglia se, imperante Federico I Barbarossa dal 1155 al 1190, anche Recanati fosse fra le più ardenti guelfe città, agli imperatori avversa, favorevolissima ai papi. Aumentò a cotesta epoca di popolazione, ricchezze e forza d'armi, e fu sopra gli altri luoghi della Marca fiorentissima; ma trovossi fatalmente in gravi e frequenti contestazioni colla vicina Osimo, e ne derivarono reciprocamente usurpazioni di territorio, incendii dei luoghi soggetti , uccisioni e stragi. Innocenzo III, papa dal 1198 al 1216, commise subito, nel primo anno di pontificato, al cardinale Giovanni di San Paolo, suo legato nella Marca, di pacificare i due popoli. Il cardinale, ponderate bene le pretensioni delle parti ed udito il parere dei vescovi, podestà e consoli della provincia, ordinò nel 1199 a Gentile, e per questi ai Recanatesi, di liberare tutti i prigionieri di guerra, e tutti gli uomini che tenevano del monte Santa Maria, del monte Zaro e monte Fano, con tutte le loro robe e tutti i beni di detti castelli e delle loro chiese, e quanto apparteneva agli Osi mani in Recanati ; ordinò lo stesso al podestà di Osimo ed agli Osimani, assolvendo ambedue le parti per i danni che a vicenda avevano fatto. Poco dopo simile pacificazione, la Marca veniva turbata dalle tirannie di Marcualdo, siniscalco [ già di Enrico VI, imperatore dal 1191 al 1197; ma , riebbe la primiera tranquillità coli'espulsione del tiranno. Nè questo la preservò da nuove sciagure, che la incolsero per il dissenso tra i partigiani dei [ due pretendenti all'Impero, Filippo di Svevia ed Ottone IV, favorito il secondo da Innocenzo 111. Nel famoso atto di concordia , stipulato entro il castello di Polverigi, distretto di Osimo, il 17 gen-najo del 1203, e conosciuto col nome di Pace delle Marche, trovansi registrate le città e terre delle due diverse fazioni ; e vi primeggia Recanati, par-teggiante per gli Anconitani, a cui erano uniti it^ooQle
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Comune Galamini Bummentovato Jacometti San Vito Jacometti Santa Maria Castel Nuovo Assunzione Vergine Sant'Agostino San Francesco Minori Osservanti Santa Maria Potenza Potenza Crociferi Recanati Recanati Ricina Piceno Potenza Po-tentia Plinio Ricina Plin Piceno Ricinese Ricinensis Libro Liber Alessandro Severo Cristo Colonia Elvia Ri-cina Colonia Helvia Ricino Cluver Ital Goti Macerata Reca- Ricinetum Recinetwn Recana-tum Racanatum Recanati Holsten Not Cluver Cristo Recanati Vogel Leopardi Recanati Recina Ricinati Riciua Recanati Oriente Italia Goti Longobardi Carlomaguo Federico I Barbarossa Recanati Marca Osimo Giovanni San Paolo Marca Gentile Recanatesi Santa Maria Zaro Fano Osi Recanati Osimo Osimani Marca Marcualdo Enrico VI Impero Filippo Svevia Ottone IV Innocenzo Polverigi Osimo Pace Marche Recanati Anconitani Qle Sorge Orell Innocenzo III
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