Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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titolarsi così fu il domenicano Nicolò, sepolto poi in Recanati. 11 suo successore Oliviero di Verona, preso in sospetto di ambire il principato temporale della città, fu costretto da un popolare tumulto a fuggire; ma i più assennati fra i guelfi scongiurarono la procella; ed i Recanatesi, rimasti fedeli ad Urbano VI e suoi successori contro Clemente VII antipapa e i suoi seguaci, e contro i vescovi intrusi di Macerata, ebbero dallo stesso Urbano nel 1383 a loro vescovo Angelo Gino, cbe che risiedette quasi sempre in Recauati, e cbe , fatto poi cardinale da Gregorio XII, fu detto dalla precipua chiesa il cardinale Recanati. Continuava intanto il malaugurato scisma d'Occidente, cbe sconvolgeva gli ordini politico sociali in tutta Italia, finché Gregorio XII, stanco di tanta jattura rinunziò spontaneamente al papato nel 1409, ed il Concilio di Costanza lo dichiarò tosto, in premio di sua abnegazione, primo cardinale, vicario e legato perpetuo della Marca, ed amministratore perpetuo delle sedi di Macerata e Recanati. Fissò in questa la sua dimora, vi morì nell'ottobre del 1417, e fu sepolto nella chiesa di San Flaviano. A richiesta dei Recanatesi, venqe traslato da Teramo il vescovo Marino, per le due chiese di Recanati e Macerata, e qual prolegato della Marca. Ma gli abitauti, pentiti dell'invito, volgevansi di già al papa per furio allontanare, quando nel 1423 i dissidi) cessarono, ed i Recanatesi si diedero a lastricare di mattoni tutto il tratto che corre dalla città al santuario di Loreto, edificandovi inoltre parecchie cappelletto per eccitare la divozione e ricoverare i pellegrini.
Cominciò da cotesta epoca Recanati ad essere la sede dei diversi cardinali investiti dell'autorità di legati. 11 primo a risiedervi, nella qualità anche di vescovo, si fu il famoso cardinale Vitelleschi di Corneto, pria di passare alla sede di Firenze, da cui fu divelto nel 1440 e rinchiuso nel castello Sant'Angelo in Roma, per ordine di Eugenio IV, vi inori. Nel 1441 vi fu vescovo Dalle-Aste, ben accetto ai Recanatesi, i quali, mentre lo Sforza minacciava d'impadronirsi di tutta la Marca, ristau-rarono le fortificazioni della loro città, vi fabbricarono nuove mura, e si posero in difesa per non rimanere vittime di un colpo di mano. Accolseio poi fra loro il Piccinino, sconfitto dallo Sforza, confortandolo di ajuto e danaro. Lo Sforza s'impadrouì del porto; coutinuò la guerra, con varia fortuna, ma il papa fu costretto alfine ad accordarsi colio Sforza, cedendogli le terre occupate. Rimasero alla Santa Sede Recanati, Osimo, Ancona e Fabriano, e ne fu governatore per primo il veneto Anastasio Gritti col titolo di Gubernator Recanati et Auximi prò SS. D. Nostro. Non durò molto la concordia fra Eugenio IV e lo Sforza, cui non rimase più tardi nella Ma*ca che la sola JeBi, ritornata poi Del 1447 anch'essa al pontefice; e ciò principalmente per l'operosità e per il valore dei Recanatesi, i quali sembrano aver segnato collo ardite imprese di quel tejppo l'ultimo periodo dello splendore municipale della loro città. Da indi in poi andò questa decadendo, man mano che la vicina Loreto si rendeva più popolata e fiorente, e che il comune di Recanati veniva travagliato dalle aspre contestazioni cogli amministratori della Santa Casa.
Sisto V compì definitivamente la separazione di Loreto da Recanati, sopprimendo la sede vescovile della seconda, e sottoponendola col contado al vescovado allora eretto della prima, in cui fu subito vescovo il perugino Cantucci, ch'ebbe i maggiori riguardi verso la danneggiata Recanati. Nè fu meno propizio a questa il suo successore Benzoni, ed i Recanatesi, contenti del buon trattamento, desistettero di adoprarsi presso il rigido papa per la reintegrazione del soppresso episcopato. Ma morto nel 1590 papa Sisto, ripigliarono le interrotte pratiche, e non fu insensibile alle loro preghiere Innocenzo IX, nel 1591, che lasciò a Clemente Vili, suo successore nel 1592, la cura di promulgare la bolla, cou cui veniva ristabilito il vescovato di Recauati unito in perpetuo a quello di Loreto, e soggetto immediatamente alla Santa Sede, come lo è tuttodì, con alternativa residenza del vescovo. Il Beuzoui s'iutitolò allora vescovo di Recanati e Loreto, e così continuarono ad intitolarsi i suoi successori. Successero al benemerito Benzoni altri veutun vescovo più o meno degni di lode, dei quali nulla diremo per uon riuscir soverchi.
Fra gli uomini illustri meritano speciale menzione: oeWarchitettura, Polito Politi e Giuseppe Verzelli ; nella scoltura e arte del getto, Antouio Calcagni, Pierpaolo e Tarquiuio Jacometti ; nella pittura, Pieraudrea Briotti; nella musica, Ignazio Giorgi, Stefano Vanni, Giuseppe Persiani; nella storia, Girolamo Augelita, Gianfrancesco Augelita, Matteo Tampini, Pietro Bongiovanni, Diego Calcagni , Monaldo Leopardi, Giuseppe Melchiorri; uella letteratura, Antonio Vinciguerra, Nicolò Mas-succi, Gabriele e Bernardino Percivalli, Ignazio Bracci, Carlo Autici ed il celebratissimo Giacomo Leopardi (V.); nelle scienze, Andrea di Andrea medico, Berardo Bongiovauni archiatro (Ji Alessandro VI, indi vescovo; Antonio Bencioli, Raffaele Antici, Filippo Bonacci giureconsulti; nelle scienze sacre, Antonio Baldassarri e Bonaventura Massari ; nella milizia, Giacomo di Mello, il Guercio ed il Frate di Recanati, Berardino Soffia, Paolo Gigli ; nelle cariche civili, Pietro Marena seuatoredi Roma, Bartolomeo Autici segretario dei re di Napoli; nelle dignità ecclesiastiche, Antougiacomo Venierri cardiuale, Tommaso e Ruggero Autici cardinali; nella santità, b. Benvenuto francescano, b. Girolamo agostiniano, b. Placido apostolino, b. Filippo silvestriuo, b. Antonio camaldolese.
Cousta il comuue di Recanati di un territorio di 11,344 ettari, in piano ed in colle, di straordinaria fertilità, per cui l'iudustre colono si rallegra di ogni maniera di prodotti: squisite vi sono le frutte, fra cui primeggiano i fichi ed i melloni. Cotesto territorio è aduuque uuo dei più estesi, sebbene siasi smembrata da esso la villa di Santa Maria, detta poi Castello di Loreto, oggi cospicua città, il cui territorio chiamasi tuttora smembrato, appunto perchè venue tolto dal Recanatese. Frazione ed appendice di cotesto comune si è il porto, che dal suo nome Porto di Recanati si appella. È il Porto di Recanati un borgo sulla spiaggia dell'Adriatico, ad un chilom. e mezzo dalla foce del fiume Potenza, la quale non è atta a ricevere, per i banchi di cui è ingombra, che piccole barche du-
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BCANAtl Nicolò Recanati Oliviero Verona Recanatesi Urbano VI Clemente VII Macerata Urbano Angelo Gino Recauati Gregorio XII Recanati Occidente Italia Gregorio XII Concilio Costanza Marca Macerata Recanati San Flaviano Recanatesi Teramo Marino Recanati Macerata Marca Recanatesi Loreto Recanati Vitelleschi Corneto Firenze Sant'Angelo Roma Eugenio IV Dalle-Aste Recanatesi Sforza Marca Piccinino Sforza Sforza Sforza Santa Sede Recanati Osimo Ancona Fabriano Anastasio Gritti Gubernator Recanati Auximi Eugenio IV Sforza JeBi Recanatesi Loreto Recanati Santa Casa Loreto Recanati Cantucci Recanati Benzoni Recanatesi Sisto Innocenzo IX Clemente Vili Recauati Loreto Santa Sede Beuzoui Recanati Loreto Benzoni Warchitettura Polito Politi Giuseppe Verzelli Antouio Calcagni Pierpaolo Tarquiuio Jacometti Pieraudrea Briotti Ignazio Giorgi Stefano Vanni Giuseppe Persiani Girolamo Augelita Gianfrancesco Augelita Matteo Tampini Pietro Bongiovanni Diego Calcagni Monaldo Leopardi Giuseppe Melchiorri Antonio Vinciguerra Nicolò Mas-succi Gabriele Bernardino Percivalli Ignazio Bracci Carlo Autici Giacomo Leopardi Andrea Andrea Berardo Bongiovauni Ji Alessandro VI Antonio Bencioli Raffaele Antici Filippo Bonacci Antonio Baldassarri Bonaventura Massari Giacomo Mello Guercio Frate Recanati Berardino Soffia Paolo Gigli Pietro Marena Roma Bartolomeo Autici Napoli Antougiacomo Venierri Tommaso Ruggero Autici Recanati Santa Maria Castello Loreto Recanatese Porto Recanati Porto Recanati Adriatico Potenza Qle Girolamo Filippo Antonio
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