Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
ékcafcano
— ÉECCHI ltfARDO ANTONIOrante l'alta marea, e con bonaccia perfetta. Le navi del piccolo cabottaggio quivi approdanti gettano le àncore in una spiaggia aperta, e nell'ini-perversare delle burrasche hanno tutta l'agevolezza, se trovinsi vuote, di trarsi in secco laddove stanno i magazzini, in cui sono depositate le derrate destinate all'estero. Ha cotesto borgo con il suo contado una popolazione legale di 47*29 abitanti, di cui 4402 presenti, numero compreso nel totale della popolazione recanatese. Molti de' suoi abitanti sono dediti alla pesca ed alla navigazione, con non lieve profitto. Non vi è difetto parimente di legnajuoli e calafati, per il raddobbo e per la costruzione delle barche, le quali non eccedano le ottanta tonnellate, ossia non sieno capaci di un carico maggiore di 80,000 chilogrammi. Abbonda il paesello di fabbricati, cbe noù si raccomandano tanto per la loro magnificenza quanto per l'eleganza, ed è provveduto di alcune spaziose strade simmetrica-meute ordinate. Andò molto soggetto alle incursioni dei pirati barbareschi, allettativi nei tempi passati dalla ricchezza del tesoro Lauretano. Nell'agosto del 1809 uua fregata inglese aveva sbarcato quivi alquante centinaja di fuorusciti ed avventurieri per far insorgere le popolazioni delle Marche, ma bastarono le guardie nazionali, le finanziarie ed i gendarmi per disperderli e forzarli al rimbarco ed a cercar salvezza in alto mare. L'annuo movimento del porto, e per l'entrata e per l'uscita, è di circa ottanta barche con 42«»0 tonnellate nell'entrare ed altrettante circa nell'uscire. Non istanziauo nel porto annualmente più di venticinque barche, ciascuna della capacità di trenta a venti, ed in complesso di 600 tonnellate; dal che a prima giunta si scorge, appartenere alla marina peschereccia tutti i bastimenti del Porto di Reca nati.
Vedi: Augelita, Origine della città di Recanati e la sua istoria (Venezia 1601) — Calcagni, Storia di Recanati (infoi.) — Marchesi, Galleria del Vonore della città di Recanati — Leopardi (conte Monaldo), Serie dei vescovi di Recanati con alcune brevi notizie della città e chiesa (Recauati 1H28) — Idem, Notizie della zecca e monete recanatesi (ivi 1822) — Corouelli, Istoria di Recanati — Vogel, Commentario dalle chiese di Recanati e Loreto (in latino) (Recanati 1*59).
RECARAN0 (biogr.). — Detto anche Gnranus, favoloso pastore italiano di forza gigantesca e coraggio straordinario. Narrasi di lui, che Caco ladrone furò uu giorno otto vacche della sua maudria, ch'eransi smarrite nella valle del Circo Massimo, e le condusse nella sua caverna nell'Aventino, tirandole indietro per la coda, si che Recarano non avrebbe potuto, mediante quello stratagemma, scoprirle, se non si fossero poste a muggire. Allora entrò nella caverna ed uccise Caco, nonostante la sua gran forza. Appresso dedicò a Giove l'ara massima alle falde dell'Aventino, e gli sacrificò la decima parto del bottino. II nome Recarauo par connesso con gerere o creare, e significhi il ricuperatore. Il fatto dell'esser egli un pastore gigantesco che ricuperò le vacche rubategli trasse i Romani a considerarlo come identico all'Ercole greco, il quale dicesi facesse uua spedizione nell'occidente d'Europa; ma la storia intiera di Recarano è uua leg-
genda intieramente italiana senza veruna connessione con quella d'Ercole, quantunque la credenza nell'identità dei due eroi fosse cosi generale fra i Romani posteriori, che Recarano fu intieramente eclissato da Ercole.
Vedi : Servio, Ad 7En. (vm, 203, 275) — Aurelio Vittore, Orig. Gent. Rom. (6) — Hartung, Die Relig. der Ròm. (voi. il, p. 21, ecc.).
RECCHI Gaetano (biogr.). Nacque in Ferrara nel 1798; ivi morì nel 1855. Educato agli studii in Ferrara, Siena e Roma, i suoi concittadini mandarono a Bologna deputato al Congresso nei moti del 1830, donde col Governo provvisorio passò in Ancona, e, quello disciolto, in Francia. Amnistiato da papa Gregorio XVI, rimpatriò, e tutto versò negli studii fino al 1846, quando fu dai concittadini mandato alla Consulta di Stato, creata da papa Pio IX, deputato, e da' suoi colleghi preposto alla sezione delle finanze. Proclamata nel 1848 la Costituzione anche nel.Pontificio, il Rocchi fu incaricato del portafogli dell'interno, «he voleva dire ufficio di primo ministro. Difficilissimo còmpito era quello, e da sgomentare il più abile statista, e difficili oltremodo i tempi ; ciò nonostante il ministero incedeva sicuro e dignitoso nella sua via, quaudo l'enciclica del 29 aprile che mutava la condizione e i propositi del ministero, ne addusse il ritiro. Tornato a vita privata, ricusò il mandato di deputato al Parlamento romano e la dignità di membro dell'alta Camera offertagli dal pontefice, e vacò agli studii e alla beneficenza sino alla morte, che rapillo, dopo lunga e penosa malattia, in fresca età. Scrisse, acconciandosi all'indole del'tempo, breve e denso, ora nei pubblici diarii, ora in opuscoli. Primo suo lavoro nel 1829 fu uno studio per la riforma degli studii; poi un secondo che rivendicava all'Italia i pozzi modanesi, che nel comune dicousi artesiani. Nel 1830 prese a compilare un giornale, che nominò L'Africano, sendo l'Europa volta all'impresa d'Algeri. Dal 1841 al 1844 compilò col Casazza un Almanacco georgico pel Ferrarese e dettò varii scritti sull'argomento. Propugnò la lega doganale in Italia, la creazione di un nuovo porto nell'Adriatico, la navigazione del Po di Volauo; sopra tutte poi rilevantissime sono le due opere Delle strade ferrate pontificie e Della libertà dello scambio. Altri suoi scritti versarono sulle fiuauze pontificie, strade ferrate, e simili. Viaggiò Italia, Francia, Inghilterra: ebbe illustri amicizie e corrispondenza epistolare estesissima. Animo generoso, intelletto potente, amò la patria sovra tutto e le consacrò vita e studii : uomo d'antica probità, saldo nelle convinzioni come negli affetti.
Vedi: M. Minghetti, Elogio.di G. Recchi (Rovigo 1858) — Archivio storico italiano (Firenze 1858, tom. vili, part. i).
RECCHI Nardo Antonio (biogr.). — Botanico, nato a Montecorvo nel regno di Napoli nei primi auni del secolo xvi ; fu medico di Filippo li ed archiatro generale del reame di Napoli. Questi titoli, che sono tutto ciò che sappiamo della sua vita, sono quelli che gli furono dati uel Rerum medicinalium Novce Hispanice thesaurus (Roma 1651). Trovandosi in Ispagna ricevette da Filippo II l'ordine di esamiuare i materiali numerosi che il dottore Her-
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