Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      RECENSIONEmisura ohe non era Impedita da altre influenze, isila è questa una legge generale, nè la storia dei libri apostolici ne ya esente, differendo la storia del loro testo da quella di altri libri, principalmente in ciò che, attesa le grande quantità delle testimonianze , le copie normali sono qui rappre-seutate da gruppi normali di copie, ed i gradi in-termedii souo occupati da testi misti. Ma se fissiamo
      10 sguardo sotto a questa complicazione generale, potremo scoprire le liuee di cangiamento. L'espe-rieuza indubbiamente c'insegna che alcuni tipi di variazione si popagano e perpetuano, e dai documenti superstiti chiaramente rilevasi che accadde cosi nelle copie o codici del Nuovo Testamento. Ponuo mancare parecchi nodi nell'albero genealogico dei nostri manoscritti ; ma chiare appariscono le relazioni specifiche fra i gruppi e la comparativa antichità della loro origine. Determinasi co-testa antichità non già dalla dimostrazione della dipendenza immediata di copie particolari l'una dall'altra, ma dalla rassomiglianza ad un comune modello. Le lettere onciali secondarie non derivano già dalle primitive per generazione diretta, ma entrambe derivano piuttosto da un solo carattere origiuale, la mercè di differenti processi. Ed in ciò ci gioverà la critica di varie considerazioni, dacché l'accumularsi delle variazioni può essere più o meno rapido in certe direzioni, ed una forza disturbatrice può agire per un tempo più breve con maggiore intensità, oppure ponno essere lenti e protratti gli effetti. Le scorrezioni ponno essere ovvie e palmari, od anche meno patenti , commesse o da un ignorante amanuense o da un frettoloso erudito; ponno starsene alla superficie o penetrare nella fabbrica del testo; ma su cotesti punti non si ponno dettare norme generali. Anche in ciò, come in tutto
      11 resto, vi è una specie di tatto, che distingue le somiglianze ed affinità, e non può nè deve meccanicamente misurarsi. Basti insistere su questo vero, che le varietà uei nostri documenti sono il risultato di uno sviluppo lento e naturale e non già di una violeuta alterazione , e si formarono per l'azione d'intelligibili leggi, e ben di raro, se mai, per il capriccio o per l'imperfetto gindizio degl'individui ; hanno quindi in se stesse la loro storia e spiegazione. Se dalle considerazioni sulla storia primitiva del testo del Nuovo Testamento passiamo ora all'epoca dei manoscritti, ci persuaderemo che le citazioni dei santi Diouigi di Alessandria, morto nel 264 d. Cr., Pietro di Alessandria, morto nel 312, Metodio, morto nel 311, e di Eusebio, morto nel 340, confermano la prevalenza dell'antico tipo del testo ; ma lo stabilimento pubblico del cristianesimo nell'In pero romauo cagionò necessariamente cangiamenti notevoli. Si fe' ricerca di un maggior numero di copie non solo, ma l'adesione reale o nominale di persone delle classi più elevate alla tede cristiana deve aver accresciuto di molto la ricerca dei codici più preziosi. Ne venne da ciò, per D&turale conseguenza, che le rozze forme ellenistiche cessero il posto alla scrittura greca allora corrente; ed è beu ragionevole il credere in pari tempo che le costruzioni più elaborate e pieue fu-rouo sostituite ai modi più ruvidi del linguaggio apostolico. Si gettarono di tal guisa le fondamentaNuova Encicl. Ital. Voi
      del testo bizantino, e quella influenza che cominciò cosi ad agire, continuò senza interruzione ad essere la medesima fino alla caduta dell' Impero di Oriente. In questo frattempo la moltiplicazione dei codici nell'Africa e nella Siria fu impedita dalle conquiste maomettane ; la lingua greca cessò di essere in uso nell'Occidente; il progresso delle famiglie dei manoscritti alessandrina ed occidentale fu arrestato ; e la massa dei codici recenti rappresenta necessariamente i risultati accumulati di una sola tendenza. A cagione delle incessanti persecuzioni contro i primi cristiani, e principalmente di quella di Diocleziano, nel 303 d. Cr., per cui erano presi di mira anche i conservatori di codici evangelici, ed i meno coraggiosi si meritarono il marchio d'infamia di traditori (traditores, consegnatori, porgitori) per la consegna che ne facevano ai magistrati paganici, non giunse fino a noi neppure un solo di tanti codici del Nuovo Testamento dei tre primi secoli della Chiesa. Alcuni dei più antichi I ancora superstiti furono certamente copiati da altri , che provenivano dal periodo di tempo ora indicato, ma nello stato odierno nessuno può farsi risalire più in là dell'epoca memoranda di Costantino [ il Grande, imperante dal 306 al 337 d. Cr. Narra la storia che cotesto benemerito ri marginatore delle piaghe dei cristiani, fondata Costantinopoli ed assicurato in tutto il romano Impero il trionfo del cristianesimo, fra i primi suoi decreti emanò pur quello di preparare cinquanta codici della Bibbia, ad uso della Chiesa, sopra pergamena finissima, per opera di valenti calligrafi; ed all'uso generale di coteste pergamene più fine andiamo debitori probabilmente dei nostri codici più veuerati, scritti in pergamena di singolare eccellenza e finezza (Euseb., Vit. Const., iv, 36). Ma sebbene non esista più uu solo frammento del Nuovo Testamento del primo secolo , nondimeno i papiri italiani ed egizi della medesima data ci porgono chiara contezza della calligrafia di quel torno di tempo. In siffatti papiri vedesi il testo scritto a colonne rozzamente divise, con lettere capitali (onciali) alquanto grossolane, senza interpuuzione o divisione delle parole. Il jota, che venne posteriormente scritto sotto, e fu perciò chiamato jota soscntto, vi è comunemente scritto accanto, ma non sempre, e dicesi ascritto; nè vi è traccia di accenti od asili-razioni. 1 codici primitivi del Nuovo Testamento hanno una generale rassomiglianza con cotesto tipo primario, e si può ragionevolmente credere che gli originali apostolici sieno stati così scritti.
      Somigliano assaissimo ai papiri or mentovati i codici del iv secolo, cui può servire di tipo il codice Vaticano segnato colla lettera B. Scorgesi nei medesimi una scrittura continuata, con eleganti lettere onciali, in tre colonne, senza iniziali o jota soscntto od ascritto. Un piccolo intervallo serve j come semplice interpunzione; nè vi souo accenti od aspirazioni di mauo del primo scrittore , sebbene sianvi stati successivamente aggiunti. Continuò la scrittura onciale generalmente fino alla metà del secolo x: e dall' xi iu poi prevalse la corsiva, la quale passò nondimeuo per parecchie forme, abbastanza tra loro distinte, per poter fissare con tollerabile certezza la data di uu manoscritto. 11 più XIX 3


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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