Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
RECOLLETTI -
RECUPERO GIUSEPPE
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tiche, ostruzioni, profluvii ed ipocoDdriasi. Si manda , una gran quantità di quest'acqua in Germania e per tutta l'Italia. Dell'uso ed abuso delle acque di : Recoaro dottamente scrisse il medico Canuetti. Altri opuscoli di egual genere pubblicarono il Gemello, il Lorgna ed il Pagani Orazio. La scoperta dell'acqua acidula ferruginosa di Recoaro è dovuta a due alpigiani tirolesi i quali recavausi ogni anno a Castel Gomberto per farvi acquisti di vino, che poi trasportavano al loro paese a dosso di muli e cavalli, come costumasi nelle montagne. Nell'avvici-narsi ad una piccola sorgente per abbeverare le ! loro bestie, si avvidero della differenza che correva fra quella e l'acqua ordinaria, e deliberarono raccoglierne buoua dose per offrirla al conte Lelio Pmvene che costumava ospitarli. Ciò avvenne l'anno lt>89, ed è quanto per tradizione si conosce dagli , abitanti di Castel Gomberto, i quali narrano inoltre che il conte Piovene nulla lasciò intentato per procurare alla fonte quel lustro che ben meritavasi. Infatti egli chiamò l'acqua di Recoaro all'uso medico col farla somministrare a quei malati che, essendo privi di mezzi per curare le loro infermità, lottavano col male e con la morte, e potè avvedersi che mediante l'uso interno di quell'acqua ricuperavano la sanità. Fu allora che fece raccogliere la polla in apposito canale, coprendola di una tettoja e dandole il nome di Lelia.
Questa terra è traversata dalla magnifica strada che da Vicenza conduce a Roveredo, via che l'arte ha resa accessibile ad ogni sorta di veicoli, non ostante che percorra strette valli e scoscesi monti. Recoaro forma un comune di 5730 abitanti presenti all'ultimo censimento, e 61t>3 di popolazione legale, compresi quelli del vicino villaggio di Ro- ; vegliati a, e nelle sue vicinanze trovasi gesso, pietre da macina e marmo rosso. Sta a 30 chilom. da Vicenza.
RECOLLETTI (stor. eccl.). — Frati Minori della stretta osservanza di san Francesco. E una riforma di Francescani posteriore a quella dei Cappuccini e dei Terziarii, la quale principiò in Ispagna l'anno 1454, fu introdotta in Italia nel 1525 ed in Francia nel 1592. I Recolletti sono sottoposti al generale dei Francescani. In Italia chiamansi Francescani o Mtnori riformati, in Ispagna Scalzi o zoccolanti. Papa Clemente VII li eresse, nel 1532, in congregazione particolare. Vi sono anche religiose e monache recollette, istituite a Toledo nel 1584 da una Beatrice De Silva e approvate nel 1589 dalla Santa Sede sotto la regola di santa Chiara.
RECOLLEZIONE (ordine della) (stor. eccl). — Tal nome si ebbero le religiose agostiniane scalze, le , quali nel rigore del vivere più si accostano agli Agostiniani Scalzi. Marianna Moncanedo da san Giuseppe, già monaca agostiniana e superiora del monastero di Ciudad Rodrigo, diè principio alla riforma coll'ajuto del padre Agostino Antondez provinciale degli Agostiniani di Castiglia nel 1603, il quale avea formato il disegno di fondare un monastero in Eibar nella provincia di Guipuscoa, in cui si osservasse esattamente senza alcuna inter- ; prelazione e moderazione la regola di sant'Ago-stino. £ tutto fu approvato da due nunzii aposto- ! liei e poi d: Paolo V. I loro esercizi consistono [particolarmente in una pronta ubbidienza, orazioni e mortificazioni quasi continue. Digiunano dalla festa dell'Esaltazione della Croce fino a Natale, dalla Settuagesima fino a Pasqua, ed in tutti i mercoledì, veuerdì e sabbati dell'anno. Una religiosa succede all'altra ne' più bassi e vili ministeri, e vivono in tanta povertà, che non è lecito ad alcuna religiosa ricevere o donare neppure un'immagine seuza licenza. I loro abiti sono di pauno grossolano e di bassissimo prezzo, nè usano pannilini se non in caso d'infermità.
Vedi Flaminio da Latera, Compendio degli ordini regolari (voi. in, pt. il).
RECUPERO Giuseppe (biogr}). — Mineralogista nato nel 1720 a Catania, morto il 4 agosto 1778; vestì l'abito ecclesiastico e tutto si versò con fervore nell'antiquaria, nella numismatica e nella diplomatica, come attestano un Trattato d'istituzioni canoniche, scritto con purità ed eleganza in latino, la Vita di sant'Agata e l'Esame dell'obelisco di Catania e de'suoi geroglifici, monumento prezioso che mostra l'intima relazione che ebbe Catania coll'Egitto. L'eruzione mista di acqua e di fuoco dell'Etna nel 1755 attrasse la sua attenzione, e dopo aver considerato attentamente le varie diramazioni di quel prodigioso torrente e dei fuochi che corsero contemporaneamente allo stesso, dopo aver profondamente meditato sulle cause probabili di quel fenomeno, pubblicò il risultato delle sue indagini nel Discorso storico sopra il vomito delle acque e fuochi di Mon-gibelloy che fu tradotto in varie lingue. Da quel tempo in poi il canonico Recupero divenne l'amico e l'interprete di tutti i viaggiatori e letterati che recavansi a visitare l'Etna. Appresso si accinse a comporre un'opera vasta e difficile, intitolata Storia naturale e generale dell'Etna, la quale fu da lui ultimata per vero, ma non condotta a quel grado di perfezione che avrebbe desiderato, impedito che fu dalla morte. Quest'opera, stampata con altri suoi scritti a Catania (1815), è divisa in tre parti, la prima delle quali contiene la descrizione dell'Etna, del cratere, delle contrade racchiuse ne'suoi ampii confini; la seconda, la storia delle eruzioni antiche e moderne; e la terza finalmente, il sistema fisico di quel vulcano. I viaggiatori più dotti d'Europa, fra'quali il barone Riedesel, Brydone e il conte di Borch, encomiarono altamente quest'opera,e Buffon la cita in più luoghi del suo supplemento alla teoria della terra. Recupero era membro di molte dotte società ed era stato nominato professore alla cattedra di storia naturale all'Uuiversità di Catania, quando lo sopraggiunse la morte.
Suo fratello Alessandro Recupero, nato verso il 1740 a Catania, morto nell'ottobre del 1803 a Roma, fu celebre numismatico, e costretto a fuggire a trentanni dal suo paese natio, prese il nome di Alessio Motta, sotto il quale percorse molta parte d'Europa e pose da ultimo stanza a Roma. Il rimanente della sua vita trascorse fra lavori archeologici e lo studio di arricchire la sua magnifica raccolta di medaglie e di pietre incise, acquistata nel 1806 pel gabinetto del re di Danimarca. Egli era in corrispondenza co'più celebri antiquarii. Fra le sue opere stampate a Roma citeremo le seguenti : Vera assium origo, Institutio stemmatica, Annales fa-
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