Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      fcEFRATtAttlO - REGALIAcolla foga o col nascondersi, dal dovere dell'armi cai sono chiamati colla leva. Le pene applicate ai refrattari! variano ne'varii paesi e nelle varie circostanze di guerra o di pace, dal semplice carcere alla fucilazione.
      REFRATTARIO (miner.). — I mineralogisti chiamano roccia o sostanza minerale refrattaria quella che si mantiene infusibile sotto l'azione del cannello. In generale si dà il nome di materie o sostanze refrattarie a tutti i corpi che sono inalterabili dai fuochi più violenti dei nostri forni fusorii. Le rocce refrattarie, quali sono le argille non cal-carifere, i gres, ecc., sono utilissime nelle arti, poiché servono alla fabbricazione delle stoviglie line, delle porcellane, dei crogiuoli, ecc. ed a quella dei mattoni coi quali si riveste l'interno dei forni che debbono reggere alle temperature più elevate ( V. Festone). REFRAZIONE. V. Rifrazione. REFRIGERANTE {medie.). — Rimedii tanto interni qnanto esterni, atti a produrre freddo (V. Ghiaccio, Idroterapia, Mescolanze frigoriflche). REFRIGERAZIONE. V. Mescolanze frigoriflche. REFRONTOLO {geogr.). - Comune nel circondario di Conegliano, provincia di Treviso, con 2435 abit.
      REGALBDTO {geogr.). — Città nel circondario di Nicosia, provincia di Catania, con 10,017 abitanti.
      REGALDI (Giuseppe). — Poeta improvvisatore dir stinto, scrittore elegante in prosa, nato a Novara nel 1809 , morto a Bologna ii 14 febbraio 1883. Pregiate sono le varie sue poesie, fra le altre il polimetro L'Acqua e La Dora. Girò l'Italia tutta, dando accademie di poesia estemporanea nei teatri e nei salons. Scacciato da Milano nel 1834, da Panna nel 1835, si recò a Parigi, ove strinse amicizia con Lamartine, Victor Ugo. Fu a Costantinopoli, in Egitto, nella Nubia, ricercando le orme di Omero. Stanco dei viaggi ritornò in Italia; fu nominato professore di letteratura a Cagliari, quindi di storia a Bologna, nella quale città pagò il tributo alla natura fra la stima dei professori e la venerazione degli studenti.
      REGALECI (zool.). — Genere di pesci marini teleostei acantotteri, affini ai trachitteri.
      REGALIA (dir. can.). — Con questa parola intendono generalmente i canonisti indicare il diritto dei re o principi sovrani sul temporale dei vescovadi vacanti nei loro Stati, sebbene nei luoghi ove fa in vigore non venisse esercitato nelle medesime forme e sotto le stesse condizioni. Principalmente in Allemagna il diritto di regalia era strettamente legato all'investitura che gl'imperatori facevano dei beni dei vescovadi, e veniva a complicarsi con certe regole tratte dai costumi e dalla legislazione feudale. Di qui la lunga serie di discussioni tra i canonisti e le dissensioni tfa il sacerdozio e l'Impero, cominciando principalmente dal papa Gregorio VII (verso la fioé del secolo undecimo), il quale considerò le investiture laicali siccome fonte di simonia. Quindi per quanto spetta alle reciproche pretese di "papi e imperatori, derivanti dalla confusione voluta tra cose distinte, non si può far altro che rimandare alla parola Investitura. Quindi poi basterà esporre brevemente i fatti, i quali provano che in Francia l'esercizio di questo diritto nonessendo stato cosi vivamente contrastato come in Allemagna, non produsse tanto gravi discordie , restandone nondimeno ritardata d'assai la separazione fra la Chiesa e lo Stato; e ci asterremo dall'entrare in discussione di principio.
      Sotto l'antica monarchia francese il diritto di regalia consisteva in ciò, che quei sovrani conferi • vano i benefizi semplici, cioè quelli che dipendevano dalla collazione degli arcivescovi o vescovi (diaconati, arcidiaconati, prebende, penitenzierie ed altri non curati), quando questi benefizi rimanevano vacanti mentre le sedi stesse erano in vacanza; essi ne percepivano i frutti e le entrate , ed avevano inoltre 1'amminÌBtrazione del temporale dei vescovadi, infino a che i nuovi prelati ne avessero canonicamente preso possesso in persona, cosa che non potevano fare: 1° senza avere prima prestato giuramento di fedeltà al re; 2° senza fornire la prova che tale atto era stato registrato alla corte dei conti di Parigi ; 3° senza presentare le lettere i patenti della regalia levata. Quattro specie di vacanze aprivano l'adito al diritto di regalia: la morte dell'arcivescovo; la promozione al cardinalato, sub expectatione tituli; la dimissione nelle mani del re; la traslazione da una in altra sede. Nelle collazioni in regalia il re era sostituito ai vescovi ed osservava le formalità da essi usate presso il loro capitolo.
      Alcuni autori fanno risalire l'origine dei diritti regali in Francia al concilio di Orléans, tenuto sotto Clodoveo I nel 511. 11 presidente Eénault pretende che i vescovi lo riconobbero solennemente, eppure gli atti di tale assemblea, inseriti nella collezione del padre Labbe, non ne fanno parola. Il canone v (tit. iv, col. 1405) dichiara solamente che alle chiese i beni derivano dalla munificenza del re, ecc. D'altra parte tale opinione più che av-, venturata è combattuta da dotti canonisti, e specialmente da Héricourt e Duraud-Maillane, i quali ; confessano che l'origine loro è ignota. Ora la regalia non era ancora in uso alla fine del secolo x, perchò Gerberto, arcivescovo di Reims, a tale epoca in una lettera circolare al clero ed al popolo raccomanda loro di vegliare acciocché, secondo le leggi divine e umane, i beni mobili ed immobili del ve-i scovo defunto siano riservati al suo successore: , Sit vestra pervigilis cura, ut, secundum divinas et humanas leges, res defuncti episcopi, tam mo• ì biles quam immobiles, futuro reserventur episcopo. Ma se ne vede la prima traccia storica in un decreto di Luigi il Giovine (1161), ove si legge: Episcopati regalis in manum nostram venit. In ultimo il diritto di regalia è dichiarato esplicitamente nel testamento che Filippo Augusto fece (1190) al punto di partire per Terrasanta, in forza del quale affidava la reggenza del regno alla regina madre ed all'arcivescovo di Reims suo zio: « Quando una prebenda od altri benefìzi verranno ad essere vacanti mentre la regalia sarà in nostre mani, dice egli, la regina e l'arcivescovo li conferiranno a persone virtuose e addottrinate ». Dalle quali cose tutte viene, da una parte, che questo diritto non esisteva ancora in Francia all'epoca in cui Gerberto viveva, e dall'altra, che vi era in vigore sotto il regno di Luigi il Giovine. Ne viene adunque che ha dovuto esservi introdotto press'a poco al prin-
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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