Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      SEGGIOalla città e provincia di Reggio. Iu Reggio risiede una sotto-sezione della R. Deputazione di Storia patria dell'Emilia.
      Nella provincia di Reggio il prof. Chierici potè fare scoperte importantissime per la paletnologia e la preistoria. Vi rinvenne frequenti e preziosi avanzi dell'età della pietra (fondi di capanne, sepolcri e stazioni a fior di terra, — poche però le selci del tipo megalitico e più antico in Italia) lungo i corei d'acqua, che dall'Appennino vanno al Po,— dell'età del bronzo fterremare, ecc.), — dell'età del ferro (sepolcreti di Bismantova, S. Ilario, Servirola, Campegine, ecc.): avanzi che il Chierici con acutissimo ingegno e grande sapere e amore illustrò e ordinò nel Museo già ricordato. Fra gji oggetti dell'età del ferro incontriamo già qualche testimonianza di influenza etnisca e greca e Yces rude. Tocchiamo così l'età dei Liguri, degli Etruschi, dei Galli coi già la storia accenna come popoli antichissimi, che si succedettero sull'agro reggiano; ed entriamo così nell'età storica. — Il primo passo di scrittore contemporaneo, che faccia menzione diretta ed esplicita di Reggio, è di Cicerone e riguarda la celebre guerra civile fra Marco Antonio e Bruto e Cassio uccisori di Cesare nel 709 e nel 710 (jEpist. famil., xi, 9 e xu, 5). In Reggio già molti anni prima, nel 675 di R., secondo Orosio fv, 22), fu per ordine di Pompeo trucidato Bruto, padre dell'uccisore di Cesare ; Plutarco segna però qnesto fatto come accaduto presso Modena (in Vit. Pomp.). Tuttavia è quasi certo che Reggio esisteva già da lungo tempo; il nome di Begium Lepidi, di /Emilia, di Forum Lepidi (Festo, s. v. Rhegium, 270) attestano che un Emilio Lepido la fondò o rista arò almeno; e gli autori generalmente si accordano a identificarlo con quel M. Emilio Lepido conile, che nel vi secolo di R. sconfisse e domò i Liguri nella regione montana e paludosa, ove egji aperse una via militare che da lui prese il nome di Emilia e diedelo anche alla regione stessa. Tira-boschi inclina, e giustamente, a credere Reggio di fondazione anche più antica; non osa però affermarlo (Mem. Stor. Mod., ?, 6e seg.). È classificata da tutti i geografi fra le città della via Emilia. Strabone la designa fra quelle di seconda classe. Ma la sua importanza municipale è attestata da non dubbii monumenti. Tolomeo le dà il titolo di colonia, e alcune iscrizioni la dimostrano ascritta alla tribù Pollia, come Modena (Strab., v, 216; Plin., in, 15, v, 20: Ptol., ni, 1, § 46; Orell, lnscr. 3983,4133; Tac.,Hist., n,50;Tiraboschi, l.c., p. 17). Lo Zuippt oppone che non vi potè esser recata una colonia da Roma se non sotto Trajano e Adriano, cioè fra il 98 e 138 di Cr. (De Colon., p. 403). Tacito ricorda ancora Reggio in occasione della guerra fra l'imperatore Ottone e Vitellio. Nei bassi tempi dell'Impero Reggio decadde quasi a totale rovina. Intorno al 377 Graziano e Valentiniano vi mandano a ripopolarne le campagne, divenute deserte , ; Taifali, popoli barbari vinti dal generale imperiale Frigerido (Ammian.. xxxi, 10). Ma nel 388, s. Ambrogio la trovava a tale stremo ridotta da paragonarla al cadavere di una semidistrutta città (8. Ambr., Opera, ci. 1, ep. 39). Tiraboschi imputa di tasta sciagura la guerra furiosa mossa dal ti-
      rauuo Massimo a Valentiniano lì nel 387 (/. c., p. 40). Intorno al iv secolo, il T-raboschi fa salire l'istituzione dell'episcopato di Reggio, sendone primo vescovo, giusta i più antichi cataloghi, un Protasio. Tuttavia rimangono prove della continuata esistenza di Reggio negli Itinerari! e nella Tavola Peu-tingeriana (ltin. Ani,293, 287; ltin. Hier., 616). Pare che Attila vi arrecasse altri danni, giusta il codice ambrosiano dellaHistoria Miscella (i.xv). Del tempo di Odoacre, dei Goti, dei Greci rimangono tradizioni assai dubbie intorno a Reggio (Tiraboschi, Mem. St. Mod., i, 47 e seg.). Del periodo longobardo abbiamo, sebbene scarse, ma più certe notizie: Reggio vi migliorò assai di condizione, così da essere citata da Paolo Diacono fra le doviziose città dell'Emilia(P. Diac., Ili st. Long., ii, 18). Nel.590 l'imperatore greco Maurizio la tolse ai Longobardi, e il duca longobardo cbe vi risiedeva, si recò a Mantova, pure conquistata dai Greci, per assoggettarsi all'esarca roooano (DuChesne, Script. Frane., voi. 1).' Ma nel 603 o poco appresso come le conquiste longobarde furono ricominciate da Agilolfo è probabile che ritornasse a far parte del Regno longobardo (P. Diac., iv, 28). I re longobardi furono larghi di privilegi alla Chiesa di Reggio, ce la attesta un a pennis di Carlo Magno e un altro diploma di Lotario I (Tiraboschi, Cod. Dip. Mod., 1, 6 e 3f\); e infatti pare che Carlo Magno trovasse in Reggio qualche ostilità, poiché egli ne condannò all'esilio, in Francia, il vescovo Geminiano e varii principali cittadini (Cenni, Cod. Carol., 1, 319, e Tiraboschi, Cod. Dip. Mod., 1, 11). Carlo Magno confermò al nuovo vescovo di Reggio, Apollinare, forse francese e a lui ligio, i beni della sua Chiesa, gli accordò la immunità ecclesiastica e riconobbe e sanzionò anche i confini della diocesi, che dovevano combaciare con quelli dell'antico agro reggiano nell'età romana e prima, e successivamente con quelli del cpmitato franco (Tiraboschi, Cod. Disp. Mod., 1, 6). Assai più vasta era allora la diocesi, comprendendo anche i distretti ora mantovani in destra del Po, il Mirandolano e Carpi-giano, ora annessi a Modena. Non le appartenevano però come oggi la regione montana fra il confine parmense, Il Tassobio, il Secchia e l'Appennino, e quella nel piano fra il Crostolo, la Giavola, il Col-lemonte, l'Enza e il Po. Come durante la dinastia longobarda troviamo in Reggio un duca, così dal succedere a quella i Carolingi vi incontriamo i conti (Cod. Diplomai Longobard., n° 89).
      Difficile però è il riconoscere a quale famiglia appartenessero, sebbene non manchino buoni argomenti a ritenere, che fossero della stessa famiglia, o meglio gli stessi conti di Parma, di Modena, di Bergamo. Colla elezione degli imperatori e re italiani, e precisamente coll'ordinamento politico dato al regno italico dall'imperatore Guido, Reggio entrò a far parte di una marca, di recente appellata settentrionale, e che comprendeva ancora Modena, Parma, Piacenza, Mantova, Cremona, Bergamo e Brescia. Primo marchese di questa marca fu Corrado, zio dello stesso imperatore Guido. Gli successe il marchese Radaldo, suo figlio, che tenne questa carica sino al 926 circa (Cod. Dip. Long., n. 518).
      ; Non pare, che questi marchesi fossero anche contit^ooQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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