Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
REGGIO
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lai è deferita l'elezione del Capitano, che assunse il titolo di Rettore. Ma nel 1328 i Fogliani, nobili fuorusciti e potentissimi, con un colpo audace entrano in Reggio, uccidono il Rettore nominato da Bertrando, e si fanno tiranni della patria. Vi si reggono col titolo di signori prima, poi come Vicari dipendenti sino al 1335, in cui tra per forza, tra per trattato, la cedono ai Gonzaga di Mantova. Questi tennero Reggio per lunghi anni, e la ridussero cogli esigli, coll'uccisione di migliaja di cittadini, e con ogni mezzo di mal governo, quasi alla distruzione. Nel 1371 il tedesco Lucio Landò, capitano di un avanzo della gran compagnia di Frà Mortale, la toglie ai Gonzaga e la saccheggia: poi la cede ai Visconti, che la riorganizzano amministrativamente e politicamente riducendo i varii antichi e numerosi Consigli a due soli, l'uno di 12, l'altro di 40 cittadini. Da Giammaria Visconti nel 1404 Reggio fu ceduta, con titolo di contea, ad Ottobono Terzi, un capitano di ventura. Nel 1409 Niccolò III d'Este fece uccidere a tradimento Ottobono, e ottenne la signoria di Reggio, in base però a solenne trattato coi cittadini ; trattato che non fu mai annullato , ma nemmeno rispettato da lui e da' suoi successori. Nel zv secolo, mercè una lunghissima pace, Reggio ritornò fiorente, ricca, popolosa. Nel 1452 dall'imperatore fu eretta iu ducato a favore degli Estensi, ed ebbe in fatto sino al 1796 una costituzione e statuti proprii indipendenti da Modena. Ma di nuovo nel xvi ebbe a soffrire gravissime jatture dalle guerre e dalla debolezza del governo Estense , che non valeva a reprimere le ire feroci fra le famiglie nobili e potenti. Nel 1511 cadde in potere del papa Giulio II; Leone X vi mandò a governarla prima Giovanni Gozzadini, celebre dissoluto, poi Francesco Guicciardini, il celebre storico e politico. Nell'ottobre 1523 gli Estensi se ne resero di nuovo padroni, e la tennero sino al 1796. In quest'ultimo periodo Reggio procedette in una decadenza lenta e continua e vide estinguersi a poco a poco tutte le industrie che l'avevano già resa ricca: l'amministrazione estense, egoistica per eccellenza, ne fu cagione precipua. Però nel 1796 Reggio fu la prima città del dominio estense, che piantò l'albero della libertà. Nel 1797 fu sede d'un Congresso repubblicano: entrò poi a far parte della Repubblica italiana, indi del regno Italico. Nel 1814 passò, in forza dei trattati, alla nuova dinastia austro-estense, e malgrado sforzi ripetuti e generosi per liberarsi , fatti nel 1821 , 1831 e 1848, vi rimase fino al 1859 in cui il magnanimo re Vittorio la riunì al nuovo regno d'Italia. In Reggio e nella sua provincia sortirono i natali molti chiarissimi ingegni: Guido da Suzzara, Guido da Castello, Guido da Bagnolo, Filippo Cassoli, Tommaso Cambiatori, Bartolomeo Estense, CaVlo Ruini, Matteo M. Bojardo, Lodovico Ariosto, Guido Pan-ciroli, Antonio Allegri, Bartolomeo e Prospero Spani, Veronica Malaguzzi, Antonio Vallisnieri, Lazzaro Spallanzani, Achille Crispi, Filippo Re, Agostino e Giovanni Para
disi, Giambattista e Giammaria Venturi, Agostino Cagnoli, Angelo Secchi, ecc.
2° Reggio di Calabria o Reggio Giulia (lat. Rhe-gium Rhegium Juliutn, gr. 'Pifyov). - Città ca- \ poluogo di provincia (un di Calabria ulteriore prima), jsorge in fertile pianura, all'estremità meridionale dell'Appennino e della penisola italica, sulla destra sponda del fiume Colopinace, in riva al mare, sulla costa orientale del Faro di Messina, da cui la separa un canale largo 11 chilometri, sotto 38° 7' lat. N. e 13° 34' 45" long. E., alla distanza di 308 chilometri da Napoli.
La provincia di Reggio consta dei tre circondarti diGerace con 118,411 abit. pres. e 118,964 residenti Palme » 120,794 » » 119,774 » Reggio » 133,418 » i 135,690 »
Totale 372,613 » > 374,428 >
La citttà, che conta 39,296 abitanti presenti e 38,740 di popolazione legale, è costrutta ad anfiteatro ; ed essendo stata quasi completamente riedificata dopo il grande terremoto del 1783 che la distrusse, offre un aspetto moderno, con ampie e belle strade. Ha due stazioni di strada ferrata: Reggio Città e Reggio Porto, quest'ultima per i treni diretti allo scalo dei piroscafi di Messina.
La cattedrale, vasta basilica a colonne, contiene molte statue di santi, scolpite in legno. A sinistra dell'aitar maggiore è la cappella del Santo Sacramento, decorata di mosaici fiorentini. — Più in alto è l'antico Castello. — Sulla bella piazza Vittorio Emanuele è una statua dell'Italia.
Le colline che circondano Reggio sono coperte di ville deliziose, e i dintorni offrono vedute incomparabili, quella sovrattutto della costiera di Sicilia, con l'Etna nello sfondo.
Dietro la città sorge maestoso l'Aspromonte, coperto di boschi. È la parte occidentale della Sila, il cui vertice, il Moutalto, si aderge a 1974 metri. Ivi Garibaldi fu ferito e fatto prigione dalle truppe del generale Pallavicini, il 29 agosto 1862.
Reggio fu dai tempi più remoti città cospicua, e per i geografi antichi una delle città più ragguardevoli della Magua Grecia. Gli è fuor di dubbio essere stata dessa una colonia greca, nè si ha contezza di altra anteriore a questa: ma dicesi che il sito venisse indicato dalla tomba di Giocasto, uno dei figli di Eolo (Heraclid., Polit., 25). La fondazione di Reggio viene attribuita generalmente ai Calcidesi, i quali avevano consacrato, in un anno di fame, la decima parte dei loro concittadini ad Apollo, e questi, colla scorta dell'oracolo di Delfo, proseguirono per Reggio, dove erano stati invitati eziandio dai loro fratelli Calcidesi, ch'erano stabiliti di già a Zancle (Messina) dallato opposto dello stretto (Strab., vi, p. 257; Heraclid., I. c.; Diod., xiv, 40; Thuc., vi, 4; Scyrnn. Ch., 311). Era unito con questi Calcidesi anche un corpo di esuli Messemi , ch'erano stati espulsi dalla loro patria al principio della prima guerra messenica, ossia nel 743 av. C., ed eransi stabiliti per un dato tempo in Macisto (Macistus) nell'Elide. Non erano costoro certamente molto numerosi, avendo continuato Reggio ad essere sempre città calcidica, ma avevano molte famiglie più illustri nella nuova colonia, di guisa che, secondo Strabone, i magistrati primarii della città venivano eletti tra cotesti cittadini messemi, fino al tempo di Anassila, appartenente an-
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