Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      REGGIOmodo che dal coro alla porta vi è una inclinazione di 60 centimetri nel pavimento. È splendidamente adorna di moderni dipinti, e vi è notevole per la profusione dei marmi e delle agate la cappella del SS. Sacramento. Noveransi nella città due altre chiese parrocchiali, di cui una col titolo di collegiata, e sei ne contano i sobborghi ; ammirasi nella chiesa de' Domenicani una marmorea cappella di stile gotico. Nè vi ha difetto d'istituti di cattolica carità e beneficenza, sendovi tre conservatorii di femmine, il civico spedale, un brefotrofio o ricovero di trovatelli, il seminario, il monte di pietà, ed un collegio per gli studenti. Nel novembre del 1847 vi fu inaugurato l'educandato delle Suore di Carità, con sette religiose, nè vi mancano altri sta-bilimeuti d'istruzione e sodalizi religiosi. L'industria vi è abbastanza fiorente, contandfovisi parecchie fabbriche di filo, sete ed altri tessuti ; di essenze ed acque odorifere di varie specie, e stoviglie comuni ; ed inoltre officine metallurgiche, alimentate dalle miuiere di Valanidi, Stoffa, Addai e Musciaidi. Considerevole vi è il traffico di vino, frutta, olio e seta, anzi vi è il mercato più ricco delle sete calabresi. Copiosa la pesca, che somministra molte varietà di crostacei, fra cui uua specie di ostrica, la quale fornisce abbondante e finissima peluria, appellata volgarmente lana sudicia, e con espressione più adatta bisso o pelo di ostrica, tratto dalle pinne marine o nacchere, preparate nelle apposite fabbriche succitate, per farne guauti, calze e berretti molto ricercati.
      Nella storia contemporanea Reggio vide uno dei gloriosi fatti d'armi dei Garibaldini. Impadronitosi Garibaldi co'suoi volontarii della Sicilia, in maggio del 1860, diesai sollecito ad ordinare la spedizione per la prossima spiaggia calabrese, per procedere verso Napoli. Il di 18 agosto pertanto raccolse tre piccole brigate in Milazzo, sotto il comando del colonnello RUstow, le quali ascendevano in tutto a circa 4000 uomini, e diede le opportune disposizioni per il passaggio dello stretto. Un'altra brigata per la stessa spedizione era già in pronto a Palermo col colonnello Eberhard, ch'ebbe ivi un rinforzo di 1500 uomini, e fu spedita per mare, girando la costa 0. e S. della Sicilia, alla costa E. verso Giardini, presso Taormina, per rinforzare quivi la debole divisione Bixio, la quale contò cosi circa 4000 uomini. Andatasene di già la divisione RUstow a Milazzo, Garibaldi si recò in persona al Faro, e quindi a Giardini. 1 Borbonici, schierati sul lido calabrese, furono distratti dai preparativi di traversata dei volontarii presso Torre di Faro, ed anche da diversi piccoli sbarchi proprio nei dintorni del Faro; e Garibaldi, da condottiero accortissimo, colse quel momento di distrazione per effettuare il primo degli sbarchi principali in sito affatto opposto. La sera quindi del 19 agosto, scortò egli stesso i 4000 uomini del Bixio, a bordo dei piroscafi Torino e Franklin, da Giardini al Capo dell'Armi, attraversò felicemente lo stretto ed esegui seuza disturbi lo sbarco, perchè due incrociatori borbonici erano giunti troppo tardi per impedire l'approdo, nè poterono far altro che cannoneggiare il piroscafo Torino, rimasto a secco vuoto. Il di 20 agosto, mosse il Bixio incontanente verso set-
      tentrioue, e la mattiua del 21 diede l'assalto alla guarnigione di Reggio, la quale, ad istanza degli abitanti, risparmiò alla città gli orrori di un bombardamento, prendendo posizione fuori, al 8. della medesima. Dopo una hi eve lotta, sbandaronsi i soldati del presidio, rincacciati parte nella città, e parte nel piccolo forte. Fu questo bloccato subito, e cooperò al blocco anche il Missori col suo distaccamento e coi Calabresi, che avevanlo rafforzato ad Aspromonte. 11 di 22 agosto s'intavolarono trattative, ed il forte si arrese tantosto la mattina del 23 con tutto il materiale da guerra; i soldati borbonici erano liberi di andarsene dove meglio loro Allentasse. Alla notizia della marcia del Bixio per Reggio, i geoerali borbonici Briganti e Me-lendez avevano concentrato la maggior parte delle loro forze presso presso Villa San Giovanni, e Btxio doveva dirigersi da Reggio incontro ad essi. Ma non era già solo col suo piccolo corpo, dacché Co-senz e Medici erano pure sbarcati presso Scilla, protetti dalle batterie del littorale di Torre di Faro, e nella notte del 22 al 23 di agosto avevano occupate le alture di Piale soprastanti a Villa San Giovanni ed alle spalle del Briganti. Investito costui da tutti i lati, capitolò dopo breve ed insignificante mischia, e consegnò tutte le armi al Garibaldi. I suoi soldati fecero della licenza di Spatriare il più largo uso, e la strada consolare fu ingombra, ne' giorni successivi, di piccoli disordinati drappelli dal lato di settentrione. Tutti i vincoli della disciplina furono naturalmente spezzati, ed il Briganti, che voleva pur egli andarsene a casa, fu il di 25 agosto trucidato a Monte MiJeto dai suoi stessi soldati. Si può pertanto francamente affermare che il fatto d'arme di Reggio fu la dissola-zioue dell'esercito borbonico, e per conseguenza la causa precipua del rapido procedere dei Garibaldini per Napoli, e del pieno trionfo dell'insurrezione. Giova quindi tenerne conto e registrarlo nella storia del conquisto del Napolitano.
      Ribocca il territorio reggino, per la mitezza del temperatÌB8imo suo clima, di agrumi, viti, ulivi, gelsi e di ogui specie quasi di piante fruttifere; pochi gli avanzi dell'antica città, e nel 1489 vi fu demolita pur una torre, che credevasi il sepolcro di Giulia, figlia di Augusta, ivi relegata e morta di fame, per la esosa e crudele avarizia di Tiberio. Non taceremo da ultimo il notissimo fenomeno del mare di Reggio, che volgarmente si chiama la fata morgana. Pare che sia stato affatto ignoto agli antichi, e che non se ne abbia avuta contezza prima del secolo xvi, per opera del Ferrari detto Galateo, e poscia nel 1643 da una lettera scritta con entusiasmo dal gesuita Ignazio Angelucci, cui fecero eco più tardi i padri Kircher, Scotto e Giardiua, ma più degli altri il domenicano Minarsi, il quale spiegò egregiamente la causa di quella vaga e di-, lettevole apparizione sulle acque del mare reggino, di estate, quaudo il mare stesso è iu perfetta bonaccia, cbe dicesi dagl'iudigeui maeheria. Vi si distinguono tre specie diverse di fata morgana: marina, aerea, ed una terza che iride fregiata si appella, secondo che la rifrazione degli oggetti luminosi si effettua sulle onde marine od aeree, e vi è più o meno profonda o superficiale {V. Fata mor-
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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