Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
feEGGIO RAFFAELE
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gana). Fu di già superiormente notato cbe Reggio era il termine della linea della strada maestra cbe attraversava in tutta la sua lunghezza l'Italia meridionale, da Capua allo stretto di Messina, ed era stata costrutta in origine nel 134 av. Cr. Ma il punto più frequentato di passaggio per varcare lo stretto, e negli antichi e nei moderni tempi, non fa propriamente Reggio, ma un sito circa 14 chilom. più al N., indicato da apposita colonna, e conosciuto quindi colla denominazione di Colonna Reggina (Columna Rhegina, 'Pijyi'vwv avAk. Strab. v, p. 257; Plin. in, 5, s. 10; ltin. Ani, p. 98, 106,• 111; Orell., lnscr., 3308; Mommsen, lnscr. R. N.y 6276; Ritschel, Mon. Epigr., p. 11,12). La distanza di cotesta colonna da Reggio viene fissata e daFig. 56T7. — Medigli* di Reggio Giulia.
Plinio e da Strabone a 18 chilom., ed il secondo la pone a soli 11 chilom. dal promontorio di Ce- 1 nide (Coenys, oggi Punta del Pezzo). Dev'essere stata piantata adunque la colonna medesima nelle vicinanze del moderno villaggio di Villa di San Giovanni. Ma la distanza da Reggio è esagerata ! da entrambi i geografi, non essendo lontana la Putita istessa del Pezzo da cotesta città neppure 15 chilom. Dall'altra parte l'iscrizione di Foro Po-pilio (Forum Popilii, oggi La Polla) non dà che soli 9 chilom. di distanza dal punto di passaggio, , indicato in essa colle parole Ad Statuam (Mommsen, lnscr. R N., 6276). Cionnondimeno gli è probabile che il punto in discorso sia effèttivamente il me-deaimo in ambi i casi, dacché, per la forte corrente dello stretto, il luogo dell'imbarco dev'essere stato ! sempre circa lo stesso. Conchiuderemo coll'avver-tire che Reggio fu, nelle antiche e moderne età, culla di parecchi uomini illustri, fra cui giovi nominare i seguenti: Agatocle, figlio di un lutifigulo, il quale, la mercè del potente suo ingegno e valor militare, si elevò tanto da diventare il siguore di Siracusa; lbico, antichissimo poeta lirico, uno dei cinque uotati nel Canone alessandrino, celebre per i suoi canti erotici, lodato anche da Cicerone ; Ippi, I storico contemporaneo alle guerre persiane contro la Grecia, benemerito per avere scritto sulle fac- , cende della Sicilia, e più ancora sulle origiui italiche; Lieo, autore di una storia sulla Libia e sulla Sicilia, e padre del poeta Licofrone; Glauco, scrittore di una pregevole opera sugli antichi poeti e maestri di musica; Teagene, uno dei più antichi commentatori di Omero ; Pitagora, il famoso scultore, rinomatissimo per le sue statue di atleti, e per aver additata la via della perfezione nella scultura & Fidia e Policleto ; Learco, autore del Giove di bronzo conservato dagli Spartani, composto di lamine cougiuute insieme a forza di chiodi, e con-
siderato la statua più antica che si conoscesse in cotesto metallo; Clearco, parimente scultore, che salì a grande rinomanza fra i suoi concittadini ; Silaro, di tanta fama nella pittura, che fu invitato a dipingere in Isparta. Oltre a costoro, eminenti nelle rispettive loro professioni, ebbero i natali in Reggio anche parecchi filosofi pitagorici, ricordati da Giamblico, meritevoli di essere registrati fra i cultori della filosofia, senza cbe però nessuno di essi abbia spiccato arditi voli nelle scienze speculative (Jamblic., Vit. Pyth., 267; Diog. Laert., vili, I, § 47; Paus., vi, § 4; Suid., s. v. "Ipuxo? e Auxoc). Passando dalla paganica antichità ai tempi me-dievici e moderni, riscontriamo oriundi da Reggio: Sant'Agatone, papa dal 678 al 682; San Leone 77, suo successore dal 682 al 683 ; Niccolò da Reggio, cbe tradusse le opere di Galeno dal greco e dal latino meglio di quanto erasi fatto prima ; Giovanni Nava, che scrisse con molto acume sulla propagazione delle scienze dalla Magna alla Grecia Orientale; Tusco, cardinale eruditissimo, incaricato più fiate dai papi di missioni del massimo rilievo; Luigi Arcovito, nella carriera militare degno di encomii. Ecco in compendio le cose principali dell'antichissima Reggio calabrese, il cui territorio fu celebrato dagli antichi per la straordinaria sua feracità e per l'eccellenza de' suoi vini, stimati precipuamente per la loro salubrità; e Cassiodoro lo descrisse attissimo alla produzione delle viti e degli ulivi, e poco adatto ai cereali (Cassiod., Var., zìi, 14; Atben., i, p. 26). Un qltro prodotto di molta considerazione del territorio reggino era la razza dei muli, che vi venivano allevati tanto snelli e celeri, che il summeutovato Anassila uscì più volte vincitore dai giuochi olimpici col suo carro tirato da muli, e suo figlio Leofroue rimase pur vincente del pari con un cocchio a tiro di muli. Uua di co-teste vittorie fu cantata dal famoso Simouide di Ceo, prediletto del siracusano Geroue, che aveva accolto insieme con lui alla sua Corte, e Piudaro e Bacchilide ed Eschilo (Heraclid., Polit., 25; Atben., i, p. 3; Pollux, Onomast., v, 75).
Vedi per Reggio di Lombardia: Azzari, Compendio delle storie della città di Reggio (ivi 1623, in-4°) — Affarosi, Notizie istoriche della città di Reggio in Lombardia (Padova 1755, iu-4°j — idem, Memorie istoriclie del monastero di San Prospero di Reggio (ivi 1733-46, voi. 3, iu-8°) - Isachi, Relazione intorno Vorigine, solennità, traslazione e miracoli della Madonna di Reggio (ivi 1619, in 4") — Breve descrizione del tempio della Beata Vergine della Giarra (Parma 1822, in 8°).
Per Reggio di Calabria: Morisani, lnscriptiones Regina dissertationibus illustrata (Napoli i770, iu-4°) — Pugliatti e Muratori, Discorsi inaugurali in occasione dell'apertura della Biblioteca di Reggio (Messina 1819, iu-8°) — Scarfo, Croniclietta della chiesa reggiana (Napoli 1721) — Logoteta, Sul tempio d'Iside in Reggio.
REGGIO Raffaele ibiogr.). — Erudito, nato a Bergamo, morto nel 1520 a Venezia, fu chiamato nel 1482 ad insegnare rettorica a Padova, e surrogato nel 1486 da Giovanni Calfurnio suo compatriota, col quale ebbe una di quelle contese violenti, così frequenti fra i dotti; certi passi mal compresi di IJuin-
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