Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      REMALO LAGÓ
      appunto come fece con quello di Paolo, ch'ei diede come soprannome al suo primogenito.
      REGILLO LAGO (lat. Regillus Lncus, gr. 'PtipOXri àiuvtt], oggi Lago di Cornufelle) geogr. e stor.). — Piccolo lago nel Lazio, appiè dei monti Tuscolani, famoso per la graude battaglia tra i Romani ed i Latiui, capitanati i primi dal dittatore Aulo Po-Etumio, ed i secondi da Ottavio Mamilio Tusco-lauo, genero o figlio del genero del re Tarquinio il Superbo, espulso da Roma, e da Sesto Tarquinio, nel 496 av. Cr. (Liv., 11, 19; Dionys., vi, 3; Cic., De nnt. /)., n, 2; in, 5; Plin., xxxiii, 2, s. 11; Val. Max., i, 8, § 1; Vict., Vir. ili., 16; Fior., i, 11). Non vi è forse altro avvenimento nella primitiva storia romana che- sia stato rivestito maggiormente di poetici abbellimenti e di tìuzioni che la battaglia del lago di Regillo, ed è impossibile il determinare la quautità del valore storico che si può alla medesima attribuire; ma non vi è ragione di dubitare intorno all'esistenza del lago indicato qual teatro della grande e memorabile battaglia, in cui fu assicurata la romana sulla primazia latina, ed i Latini, ad onta degli sforzi più eroici nella pugna, rimasero soccombenti sotto il poudo delle milizie romane. Viene designato espressamente da Livio nel territorio di Tuscolo colle parole: ad lacum Regillum, in agro Tuscidano (Liv., :i, 19); e questa indicazione sembra decisiva contro il parere di coloro i quali lo identificano col-l'odierno Laghetto di Santa Prasse.de, 2 chilometri circa al N. di La Colonna, imperocché cotesto lago dev'essere stato nel territorio di Labico, se questa città occupava veramente il sito dove sta oggi La Colonna, ed in ogni modo poteva difficil-ineute essere stato in quel di Tuscolo, come accennammo di già a suo luogo (V. Labico). Arroge che il sito di cotesto lago, essendo attiguo alla via Labicana, sarebbe stato indicato più probabilmente con qualche cenno a cotesta via maestra, che colla vaga ed indeterminata frase: nell'agro Tuscolano (in agro Tusculano). È dunque assai più ammissibile l'opinione di Geli, il quale pretende aver desso occupato il fondo di uu cratere vulcanico, oggidì privo di acqua, ma formante certamente una volta uu lago, in un tratto che dicesi ora Cornu-felle, alle falde di un moute, su cui elevasi la moderna città di Frascati. Cotesto cratere, che rassomiglia a quello di Gabii (V.) in proporzioni assai miuori, non avendo che soli 800 metri di diametro, venne prosciugato col mezzo di un emissario artificiale nel secolo xvn; ma la sua esisteuza sembra essere stata sconosciuta a Cluverio e ad altri scrittori anteriori, i quali ravvisarono nel lago o pa-dule presso La Colonna il lago Regillo, per l'espresso motivo che non ve n'era alcun altro in quelle vicinanze (Cluver., ltal., p. 9-16; Nibby, Dintorni, ecc., voi. m, p. 810; Geli, Top. of Rome, p. 186, 371). Estesi avanzi di una villa romana e terme si ravvisauo sulla cerchia de' monti contornanti il cratere, ed un'autica strada da Tuscolo per Labico o Gabii le passava proprio rasente, e quindi è forza inferire che il sito dev'essere stato assai bene conosciuto ne' tempi antichi. Giovi infine avvertire che il lago di Regillo, di pochissima o nulla erjtità iu sè, ha nella storia romana unode' posti più co spicui, perchè rammentava ai Quiriti il fausto evento per cui, anziché venir assorbiti dai vicini Latiui, Volsci, Equi ed altri finitimi popoli, assorbirono essi, colla vittoria sanguinosissima su quel lago, le tribù limitrofe, e si costituirono dominatori e padroni in modo da dettar leggi, nel volgere di pochi secoli, a tutto il mondo allora conosciuto. Le leggende e le tradizioni popolari eternarono la memoria dell'insperato avvenimento, e lo attribuirono al portentoso intervento degli Dei, tauto che comunemente credevasi aver pugnato per Roma a Regillo, sopra focosissimi destrieri, Castore e Polluce; ed essere poscia corsi nel Foro romano ad annunziare la lieta novella, scomparendo di un tratto come celeste visione, come fulgida meteora, lasciaudo stupefatti gli spettatori. A perenne ricor danza della meravigliosa apparizione e dell'efficacissima assistenza dei numi, si affrettarono i Romani, dopo lo splendido trionfo di Postumio, accompagnato da spettacoli e sacrifizi, ad ergere nel Foro un tempio a Castore e Polluce uèl luogo appuuto iu cui erano comparsi, a denominare da essi la fonte vicina, ed a stabilire magnifici aunui sacri-tizi. Celebravansi questi ogni anno dai cavalieri romani alle idi del mese che quiutile allora e poscia luglio fu appellato, nel quale era stata riporrata l'insigne vittoria. Compiuto il sacrifizio, facevano la pomposa loro comparsa i cavalieri, e met-tevansi iu marcia a squadre, ordinati per tribù e centurie, quasi fossero in quell'istante reduci dalla battaglia, tutti incoronati di verde ulivo e cinti di lucide toghe, con lembi purpurei, che chiamatisi trabee. Partendo da un tempio di Marte posto fuori della città attraversavano Roma ed il Foro, e giungevano in cinquemila fino al tempio di Castore e Polluce, tutti coi premii ricevuti dai capitani uelle diverse battaglie ; spettacolo bello e degno di un popolo che nou dimenticava mai le Bue glorie, per incitarsi a conquistarne di nuove (Dionys., vi, 13). La decisiva battaglia del lago Regillo fu celebrata, oltreché dagli antichi, eziandio da parecchi fra i moderni scrittori : ed a noi basterà citare l'emiueute storico inglese Macaalay (V.), che nel suo carme, i Lai dell'antica Roma, cantò stupendamente la succitata pugna ed il trionfo dei Romani, che fu il fondamento della sterminata loro potenza futura.
      Aggiungeremo da ultimo esservi nell'antica geografia auche una città che appellasi Regillo (la tiuo Regillum, greco 'P^fiXXov), appartenente ai Sa-biui, e ricordata da diversi fra gli antichi qual residenza del re Atta od Azio Clauso, che si trasferì in Roma verso il 505 av. Cr. con grosso stuolo di clienti e seguaci, dove adottò il nome di Appio Claudio, e divenne il fondatore della tribù e famiglia Claudia (Liv., ii, 16; Dionys., v, 40; Svet., Tib., 1 ; Serv., ad JEn., vii, 706). Circa sessaut'auni più tardi C. Claudio, zio del decemviro Appio Claudio, si ritirò nell'appartata Regillo, che aveva dati i natali a' suoi antenati, o, giusta l'espressione di Livio, nell'antica sua patria (antiquam in patriam. Liv., ili, 58; Dionys., xi, 15). Non se ne incontra mai più il nome in qualsiasi altra occasione, e non 7iene registrato neppure da veruno de' geografi, e per conseguenza non si ha contezza di sorta della sua posizione.


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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