Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      REGNIER-DESMARAIS FRANCESCO SERAFINO - REGNOLI GIORGIOtliélemy (ivi 1862) con treutadue poesie inedite tro vate nella biblioteca iroperiale.-
      Vedi: Lue Merlet, Notice sur Regnier (1857) — Scinte Beuve, Tableau de la poésie frangaise au seizième siècle.
      REGNIER-DESMARA1S Francesco Serafino {biogr.).— Letterato e grammatico francese, giustamente stimato, nato a Parigi il 13 agosto 1632, morto il 6 settembre 1713, studiò al collegio Montaigu, e tradusse in versi francesi la Batracomiomachia di Omero. Non essendo ajutato dalla famiglia, cercò la protezione di personaggi influenti, coi quali fece molti viaggi non men piacevoli cbe istruttivi. Per tal modo nel 1662 il duca di Crequi lo condusse con sè a Roma in qualità di segretario, ed imparò cosi a fondo la lingua italiana, che compose una canzone, presentata dall'abate Strozzi all'Accademia della Crusca, cbe la giudicò del Petrarca, ed ammise fra'suoi membri Regnier. Il quale si rese anche peritissimo nella lingua spagùuola. Avendo ottenuto da Luigi XIV il priorato di Grandmont, presso Chinon, vestì l'abito ecclesiastico, e due anni dopo fu eletto membro dell'Accademia francese, di cui diveune segretario perpetuo alla morte di Mézerai, nel 1684. Gli fu affidata specialmente la composizione del Dictionnc+ire de VAcadémie, di cui la prima edizione venne in luce nel 1694, e compose anche la Grammaire frangaise (1705, 2 voi.), pubblicata sotto il nome dell'Accademia. È il primo buon trattato sull'ortografia francese, quantunque sia stato tacciato di soverchia prolissità. Questa grammatica non è così filosofica come quella di Port-Royal, ma contiene discussioni importanti ed utili intorno quella lingua. Fra le altre opere di Regnier citeremo: Histoire des démèlés de la Cour de France avec celle de Rome au sujet de Vaffaire des Corses (Parigi 1707); Poésies frangaises, ila-liennes, espagnoles et latines (Lione 1707-1708, in 2 voi.); le poesie francesi, stampate anche separatamente sono assai mediocri. Fra le molte sue traduzioni citeremo: Le poesie d'Anacreonte in verso toscano (Parigi 1693), ristampate nel 1695 a Firenze con due altre versioui di Corsini e Salvini; Regnier tradusse anche in francese parte del Pa-stor Fido; Le premier livre de VIliade en vers (Parigi 1700), preceduto da una dissertazione contro i detrattori di Omero; La Divination (ivi 1720) e Entretiens sur les biens et les maux (ivi 1721) di Cicerone. Egli aveva scritto altresì la préface e Vépitre dédicatoire al re del Dictionnaire de VAcadémie; ma mediante un raggiro fu preferito il lavoro fatto in comune da Perrault, Cbarpentier ed altri. La Préface di Regnier fu inserita nel Recueil de pièces curieuses et nouvelles (La Aja 1694). Regnier lasciò inoltre manoscritta una versione italiana dei Quatrains di Pibrac; un poema in quattro canti sul Règne de Louis XIV, di cui questo monarca vietò la pubblicazione, a cagione degli squarci contro le nazioni con le quali la Francia era in pace ; e una Raccolta di lettere a Magalotti ed altri amici suoi in Italia, in due volumi.
      Vedi D'Alembert, Eloge de Regnier e Mémoi-res de la vie de Vabbé Regnier-Desmarais, scritte da esso nei Mémoires de littérature di Sallengre (voi. i).
      REGNO (polit.). — Stato governato a monarchia. Primo carattere di un regno è che si componga di popoli di una stessa origine o di popoli uniti dai medesimi costumi ed interessi, e governati da leggi fondamentali uniformi; tutt'altro è di un impero, il quale-si componga dell'unione di popoli diversi, sottomessi a leggi differenti, e posti dalla conquista sotto uno stesso scettro (V. Monarchia, Re, Sovranità).
      REGNO ANIMALE, REGNO MINERALE, REGNO VEGETALE (stor. nat). V. Botanica, Mineralogia e Zoologia.
      REGNO DEI CIELI o DI DIO ( Regnum ccelorum. Matth., ni, 2, ecc.; Regnum Dei, Marc., i, 15, ecc.; Lue., i, 43, ecc. ; Joan., ni, ecc.) (ermen. sacr.). — Nel Nuovo Testamento quest'espressione significa frequentissimamente il regno del Messia, quindi la Chiesa cristiana, composta di tutti coloro che riconoscono per re il Figliuol di Diò ed obbediscono alle leggi ed agli insegnamenti di lui. Avendo i profeti più volte annunziato il Messia sotto il titolo di re, naturai cosa è che il corpo di coloro cbe a lui obbediscono venga appellato regno ; non è esso però quale dal comune degli Ebrei intendeasi, un regno temporale, ma sì un reguo spirituale, destinato a condurre gli uomini all'eterna beatitudine. Per tale il dichiara Gesù Cristo stesso (Jo., xviii, 36). Vale eziandio talvolta lo stato dei beati nel cielo, ove è detto dover essi regnare eternamente (Apoc.t xxu, 6). Quale dei due significati ne' diversi luoghi delle sacre Carte si convenga alla detta espressione, dee giudicarsi dalle circostanze e dal contesto.
      REGNOLI Giorgio {biogr.). — Illustre chirurgo che nacque in Forlì, il 7 ottobre 1797, di non agiata condizione; mori a Firenze nel luglio del 1859. Un fratello maggiore lo soccorse e lo inviò al Liceo di Faenza, dove mostrò tanto felici disposizioni, che ad incoraggiarlo il suo Municipio gli concesse un posto gratuito alla Università di Pisa per udirvi il celebre Andrea Vaccà fierlingfcieri (V.). E vi attese così che a venti anni ebbe fornito gli studii, ammirati i di lui condiscepoli e professori. Ricondottosi ia Forlì, fu inviato a Parigi a perfezionare la propria coltura sotto Boyer, Dubois e Dupuytren. Subito dopo, Pesaro lo elesse chirurgo primario dello spedale, e pubblicò lettere di anatomia umana nella età di ventiquattro anni. Vi rimase sette anni in* segnando , coll'impeto del suo vivacissimo carattere, non la sola anatomia come doveva, ma la patologia, e le operazioni chirurgiche, prodigando cure agli infermi, o facendo operazioni meravigliose. Nel 1826, morto il Vaccà, il Governo toscano lo chiamò a succedergli nella cattedra, gi& chiaro per gli scritti e per le guarigioni ottenute colla di lui opera, ajutato anche dalla potente autorità del Dupuytren, che gli rilasciò splendidi attestati ; diciotto anui restò in detta cattedra, ed alla relativa pratica in Pisa, quando fu nel 1846 trasferito alla scuola di perfezionamento di S. Maria Nuova a Firenze, ove lo trovò e lo colse poi la morte. Grande conoscitore dell'anatomia, fu veramente passionato per essa, ed a Pesaro invece di una lezione settimanale che aveva d'obbligo, la. insegnava tutti i giorni, da se stesso preparando le dimostrazioni cadaveriche. Divenuto apertissimo inIsjOOQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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