Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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licato officio di variare l'espansione del vapore in quelle macchine di grandissima velocità che sono munite della distribuzione Alien, o della distribuzione lngliss cotanto apprezzata. E le stesse funzioni si compiono da qnesto regolatore nella eccellente distribuzione Gorliss, che par destinata a a sostituire tutte le altre ; e le macchine svizzere colia distribuzione ad espansione variabile di Sulzer ne sono egualmente provviste. In Francia, dove le più semplici distribuzioni Meyer ebbero finora la preferenza su quelle su connate, tuttoché più razionali, il regolatore Porter vi fu pure con buon saccesao adoperato, per muovere la vite che regola 1& distanza dei due registri di espansione.
Il nuovo regolatore a vite di Foucault — Il primitivo regolatore Foucault su descritto ebbe dal suo inventore tali modificazioni che gli diedero unFig. 5630.
Secondo regolatore Foucault, detto regolatore a vite.
grado di aeusibilità affatto eccezionale. Le due &fere (fig. 5630) sono ancora riunite da una molla aspirale; ma le braccia lunghe PC del pendolo tanno capo in C al mezzo di un volante V che per mezzo di una cavità riposa sull'estremità dell'albero verticale DD. Quest'albero è per un certo tratto HH filettato a vite e riceve a guisa di chiocciola il collare BB del pendolo. Ed è per così fatto intermezzo che il movimento dell'albero D comunicatogli dalla macchina motrice si trasmette al regolatore. Che tale disposizione abbia per effetto Dna grande sensibilità nell'apparecchio, non occorre quasi di dire; suppongasi infatti che il regolatore si trovi in uno stato di equilibrio, e che d'un tratto avesse a diminuire la resistenza da vincervi dalla macchina motrice ; la velocità dell'albero D subitamente bì accresce, e la vite girando più velocemente che non la chiocciola, forzerà questaa salire, sicché avverrà quasi all'istante un movimento della valvola di introduzione del vapore. Nel regolatore ordinario invece questo movimento della valvola non avviene finché le sfere non siansi allontanate dall'asse, e questo movimento nelle sfere non avviene fintantoché la velocità acquisita dalla macchina non sia sufficiente perchè la forza centrifuga corrispondente delle sfere sia capace di vincere le resistenze che si oppongono dal meccanismo al movimento delle braccia del peudolo.
Il regolatore a vite Foucault non va esente da quelle oscillazioni periodiche che sono il precipuo difetto dei regolatori ordinarli e di tutti i regolatori isocroni ; ma vi si può praticamente rimediare con una conveniente disposizione della valvola di ammissione del vapore. Dal lato teorico considerato, il regolatore Foucault è certamente superiore a tutti gli altri, per l'estremo grado di sensibilità che il medesimo possiede; mentre per accrescere la massa di quelle parti che durante il movimento non subiscono spostamenti; e non ostante i gravi inconvenienti che ne derivano, non è possibile di arrivare al grado di sensibilità dell'apparecchio Foucault, nel quale la variazione di velocità della macchina agisce direttamente e fa istantaneamente spostare il regolatore.
Difficoltà di riuscita. Nuovo studio della questione fatto dal Rolland. — Tuttavia in pratica non s'è mai riuscito ad ottenere dai regolatori anche i più sensibili ed isocroni tutto quell'effetto che la teoria si ripromette, e tutto ciò perchè si studiarono finora dai pratici i regolatori troppo isolatamente, mentre che questo congeguo dev'essere considerato in intima relazione con tutti gli altri organi di trasmissione del lavoro. E questo ci fu chiaramente dimostrato dal Rolland, che su questa intricata e complessa questione dei regolatori in rapporto colle trasmissioni del lavoro scrisse recentemente due memorie all'Accademia delle scienze di Parigi, richiamando lo studio a' suoi veri prin-cipii, dai quali avevano forse un po' troppo divagato finora tutti coloro che prima di lui e teoricamente e praticamente se n'erano occupati. Malgrado gii importanti lavori di Navier, di Poncelet, di Coriolis e de' loro successori, nota giustamente il Rolland che le teorie della meccanica applicata lasciano molto ancora da desiderare, e si fa ogni dì più manifesta la necessità di modificarle per porle a livello dei bisogni industriali. Nè v'è da meravigliarsene. Chè i creatori della meccanica applicata nel trattarne i diversi quesiti trovaronsi spesse volte di fronte a difficoltà d'analisi non sempre superabili e dovettero perciò accontentarsi di soluzioni approssimate, ricorrendo a certe ipotesi che loro spianassero in qualche modo la via. Che quelle soluzioni abbiano finora bastato per la pluralità dei casi e per i bisogni della pratica, è cosa certa e da non porsi in dubbio, ma appunto per questo suolai talvolta dimenticare la natura delle ipotesi fatte dagli autori, e non si sa poi distinguere in quali casi quelle teorie sieno applicabili, o, per dir meglio, fra quali limiti convenga servirsene. E poi superfluo di dire che una siffatta precauziono è troppo spesso messa in oblìo dai pratici, i quali sono sempre sedotti dalla semplicità ed eleganza
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