Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      REGOLATOREgolate, le quali hanno per ufficio: di rattenere l'acqua corrente, distendendola in più ampio seno, o portandola alla bocca quasi morta con un mezzo qualunque che la rallenti ; di rendere meno sensibili al battente le oscillazioni eventuali del livello dell'acqua per mezzo di un lottino precedente alla bocca; e finalmente di mantenere, mediante apposite saracinesche, sensibilmente invariabile il battente stesso. Ai regolatori dei quali venne accennato lo scopo si dànno svariate forme, e brevemente accenneremo a quelli che più di frequente vengono impiegati nell'idraulica pratica.
      Nel Milanese chiamasi oncia magistrale quella quantità d'acqua che sgorga da una luce rettangolare lunga metri 0,148 (3 oncie del braccio di Milano), alta metri 0,198 (oncie 4), e con uu battente di metri 0,099 (oncie 2). Gli edifizi regolatori che servono a dar efflusso ad un dato numero di oncie magistrali consistono in due prismi rettangolari di pietra posti verticalmente ed a distanza 'l'uno dall'altro di una quantità eguale alla larghezza della bocca per cui l'acqua dev'essere derivata; i detti prismi, detti stivi, sono muniti ciascuno di una scanalatura verticale, ed in queste scanalature trovasi la porta o cateratta di legno, detta paratoia, che a piacimento si può alzare od abbassare. Alla base degli stivi vi ò una soglia di pietra non più bassa del fondo del canale dispensatore. Di seguito ed in unione alla descritta bocca trovasi una porzione di canale colle sponde in muratura e coperto da una vòlta, e questa parte di canale prende il nome di tromba coperta, o di calice, o di castello. La lunghezza della tromba coperta difficilmente si fa inferiore a cinque metri; il suo fondo suole generalmente essere orizzontale ed al livello della soglia della bocca già descritta; all'estremità opposta a quella in cui esiste questa soglia, esiste un rialzo di muro avente forma di un gradino con altezza di circa 40 centimetri ; ed in corrispondenza della larghezza di questo gradino trovasi la bocca modulare per cui l'acqua sorte dalla tromba coperta. Questa bocca tutto all'ingiro è munita di una sottil lamina di ferro, affinchè l'acqua che vi passa si possa considerare siccome attraversante una parete sottile; e la sua altezza è di metri 0,198. In quanto alla larghezza, varia essa secondo la quantità d'acqua da ritrarsi ; cosicché sarà essa di tante volte metri 0,148, quante sono le oncie d'acqua che si vogliono derivare. Il suolo della tromba coperta è in muratura, e talvolta, invece di essere orizzontale, trovasi in un piano inclinato, il quale dal ciglio interno della prima bocca, che ò quella per cui l'acqua eutra nella tromba, va alla sommità dell'indicato gradino formante l'orlo interno della seconda bocca, ossia di quella per cui l'acqua sorte dall'edifizio. Posteriormente alla paratoja e verso l'interno della tromba coperta il canale trovasi attraversato da una lastra di pietra collocata all'altezza del livello del ciglio superiore della luce per cui l'acqua entra nella tromba. Questa pietra sostiene un muro che chiude tutto il vano della vòlta, lasciando però fra esso e la paratoja uno spazio libero ed aperto. Inferiormente alla vòlta, ed all'altezza della soglia di metri 0,694 si forma una soffitta di tavole di legno ben congiunte ed inun piano orizzontale , e questa soffitta prende il nome di cielo morto. La parete della tromba coperta in cui esiste la luce modulare è chiusa da apposito muro fin sotto la vòlta. Dopo la tromba coperta, devesi considerare una seconda parte del-l'edifizio che viene chiamata tromba scoperta, la quale ha le sponde verticali alquanto divergenti e la lunghezza di circa metri 5,33.11 pavimento della tromba scoperta è generalmente orizzontale, e si Irova di circa metri 0,049 sotto il lembo inferiore della luce modulare.
      Nel Cremonese l'unità di misura dell'acpua corrente è quella quantità d' acqua che sgorga per pressione da una luce larga metri 0,0403 (1 oncia di braccio agrimensorio cremonese), alta m. 0,4029 (10 oncie), e col battente di metri 0,0403 (1 oncia), e gli edifizi regolatori per derivare una data quantità d'acqua misurata colla detta unità hanno ordinariamente la forma e le dimensioni che immediatamente passiamo ad indicare. Alla distanza di 11 a 12 metri del canale dispensatore si colloca una lastra di pietra grossa metri 0,148, verticalmente disposta e nella quale trovasi praticata una luce rettangolare alta metri 0,4029 (10 oncie) e larga tante volte metri 0,43, ossia tante oncie quante sono le unità di misura d'acqua da estrarsi. Questa luce poi tutto all'ingiro è munita di una lamina in ferro. Il lembo inferiore della bocca si colloca allo stesso livello della soglia del canale al suo incile presso il cavo dispensatore. Il tratto di canale derivatore che rimane interposto fra la luce modulare e l'accennato canale dispensatore prende il nome di castello d'acqua. Per la derivazione dell' acqua poi trovasi in fregio al canale dispensatore uua bocca munita di cateratta che si può far scorrere verticalmente entro scanalature per conveniente -mente alzarla od abbassarla. Alla luce modulare immediatamente tien dietro la tromha coperta lunga metri 4,835, che consiste in un coudotto avente la sezione quadrilatera eguale alla luce modulare e col fondo orizzontale al livello della soglia della stessa luce. Alla distanza di metri 72,625 dalla suddetta luce modulare vi è la cosi detta briglia attraverso al cavo estrattore, la quale consiste iu un pezzo di pietra collocato al fondo del cauale, depresso di metri 0,0403 dal labbro inferiore della luce modulare colle sponde verticali in linea spezzata formanti due angoli salienti, la cui distanza fra loro risulta una metà maggiore di quella della luce del modulo. Nel foudo del canale dispensatore ed inferiormente alla bocca di derivazione, a non molta distanza da essa, vi è una pescaja o scanno, la cui soglia o dorso superiore trovasi allo stesso livello della bocca del cavo di derivazione.
      L'edifizio per derivare il modulo d'acqua quale in Piemonte venne prescritto dal Codice Albertiuo ben sovente è costrutto come segue. Nella località in cui vuoisi derivare acqua da un cauale si apre nella sua spouda una bocca larga metri 0,25, alta quanto la stessa sponda, colla soglia di pietra posta al fondo del cauale e cogli stipiti di pietra pure verticali. Quest'apertura, che chiamasi cateratta od incile, si munisce di una paratoja scorrevole verticalmente entro scanalature, onde poter convenientemente regolare la presa dell'acqua. Alla cateratta
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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