Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      REGOLO CALCOLATOREtiuuó la guerru coutro i Cuitugiuesi. Egli sconfisse la squadra cartaginese presso le isole Lipari, quantunque non senza gravi perdite, s'impadronì delle isole di Li para e Mei ite, che pose a ferro e a fuoco, e ricevette l'onore di un trionfo navale al suo ritorno a Roma (Polib., i, 25; Zonar., vili, 12: Oros., iv, 8). Regolo fu console un'altra volta nel 250 av. Cr. con L. Manlio Vulsone. In quell'anno i Romani riportarono una brillante vittoria a Panormo sotto il proconsole Metello, e pensando fosse giunto il tempo di por fine alla guerra, inviarono i consoli in Sicilia con un esercito di quattro legioni e duecento legni. Regolo e il suo collega posero l'assedio a Lilibeo, il possesso più importante dei Cartaginesi in Sicilia; ma furono frustrati nei loro tentativi di pigliar d'assalto la piazza, e dopo aver perduto molta gente furono costretti a convertire l'assedio in blocco (Polib., i, 39, 41-48; Zonar, vili, 15). Questo Regolo è il primo Attilio che porta il nome di Serrano, il quale divenne dipoi il nome di una distinta famiglia nella gente. Dell'origine di questo nome è discorso sotto Serrano.
      M. Attillo Regolo, figliuolo del Regolo che perì in Africa, fu console per la prima volta nel 227 av. Cr. con P. Valerio Fiacco, nel qual anno non è ricordato avvenimento importante. Fu eletto console una seconda volta nel 217 av. Cr. in luogo di C. Flaminio, rimasto ucciso nella battaglia del Trasimeno. Egli continuò la guerra contro Annibale col suo collega Servilio Gemino sui principii del dittatore Fabio. Al termine del loro anno di ufficio il loro comando fu prolungato, non essendo ancora stati eletti i nuovi consoli ; ma quando Emilio Paolo e Terenzio Varrone furono nominati da ultimo e presero il campo, Regolo ebbe balìa di far ritorno a Roma a cagione dell'età sua e il suo collega Servilio rimase presso l'esercito (Liv., xxn, 25, 32, ecc.). Polibio per contro dice che Regolo rimase coi nuovi consoli e cadde alla battaglia di Canne, ove comandava con Servilio il centro della linea. Questa asserzione è però erronea, e dobbiamo prestar fede a Livio piuttostochè a Polibio, dappoiché è certo che lo stesso Regolo fu censore due anni dopo la battaglia di Canne (vedi Perizonio, Animadv. hist., cap. i, sub fin., e Schweighàuser, ad Polyb., in, 114).
      Dopo la battaglia di Canne, nel 216 av. Cr., Regolo fu uno dei triumviri mensarii nominati a cagione della scarsità del danaro. Nel 214 av. Cr. fu censore con P. Furio Filo. Questi censori punirono con severità tutte le persone che avevauo mancato nel loro dovere allo Stato durante le grandi calamità che avevano oppresso Roma. Tutti coloro che avevano formato il diseguo di lasciar l'Italia dopo la battaglia di Canne, e tutti coloro che, fatti prigioni da Anuibale ed inviati ambasciatori a Roma, con promessa di far ritorno al campo cartaginese, non avevano ricomprato la loro parola, furono ridotti alla condizione di erariani (cittadini che non godevano della perfetta franchigia). Lo stesso castigo fu inflitto a tutti i cittadini che non avevano servito nell'esercito per quattr'anni senza legittima scusa. Verso la fine dell'anno, quando entrarono in ufficio i nuovi tribuni del popolo, uno di essi, Metello, che era stato ridotto alla condizione di era-riano dai censori, tentò trarre in giudizio questimagistrati davanti al popolo , ina ue fu impedito dagli altri tribuni. Quando morì Furio Filo al principio dell'anno seguente, prima che fosse compiuta la purificazione solenne (lustrum) del popolo, Regolo, come costumava in simili casi, rassegnò il suo ufficio (Liv. xxiii, 21, ecc.).
      G. Attillo Regolo, fratello probabilmente del celebre Regolo summentovato, fu console nel 225 av. Cr. con L. Emilio Papo, e fu inviato contro gli abitanti della Sardegna che eransi ribellati, e ch'ei sottomise prontamente. Al suo ritorno in Italia combattè contro i Galli che tornavano dall'Etruria e rimase ucciso in battaglia (Polib., il, 23, 27, 28; Zouara, vili, 20 ; Oros., iv, 13; Eutropio, ni, 5; Plin., H. N.} hi, 20).
      REGOLO CALCOLATORE (aritm.). — Si attribuisce il nome di regolo calcolatore ad uno stromento che con speditezza e facilità si presta all'esecuzione di quei computi aritmetici, i quali esigono delle moltiplicazioni, delle divisioni, delle elevazioni a potenze , delle estrazioni di radici, delle risoluzioni di proporzioni e delle risoluzioni di triangoli. Nell'anno 1859 in Torino, e coi tipi della Stamperia Reale, venne pubblicato un interessante lavoro, intitolato Teorica e pratica del regolo calcolatore per Quintino Sella, dal quale si possono attingere le cognizioni più estese e più perfette sulla teoria e sull'uso di detto stromento. Noi, credendo che non sia nei limiti di questa Enciclopedia l'esposizione della teoria, ci limitiamo a darne solamente l'uso ; e lo riterremo come abbastanza comprovato col far vedere che conduce a risultati in accordo con quelli che vengono somministrati dalle regole dell'aritmetica.
      I. Descrizione del regolo calcolatore. — Questo stromento cousta di due regoli scorrevoli l'uno dentro l'altro (vedi la Tavola CCCXXIII, fig. 3), che portano incise parecchie scale e che si chiamano generalmente regolo fisso il maggiore e regolo scorrevole il minore. Sui regoli ordiuarii costrutti da Gravet Lenoir di Parigi, conviene considerare: la scala delle parti eguali, la scala inferiore e la scala supertore del regolo fisso; la scala anteriore del regolo scorrevole, la scala delle parti eguali sul rovescio dello scorrevole, la scala delle tangenti e la scala dei seni.
      La scala delle parti eguali consiste in una divisione in centiuietri e millimetri fatta su uno dei fianchi dei regolo e sul fondo della scanalatura entro cui si muove il regolo scorrevole. La scala che trovasi sul fianco del regolo serve a valutare le luughezze non eccedenti 0®,26, e questa stessa scala, unita a quella che esiste sul fondo della scanalatura, si presta a misurare e a prendere lunghezze non eccedenti 0»,52.
      La scala inferiore del regolo fisso consta di dieci divisioni principali a distanza reciproca molto ineguale e a cui sono apposti i numeri 1, 2, 3 , 4, ... 9, 10. La divisione 1 si trova all'estremo di sinistra della scala inferiore che dicesi origine , la divisione 10 poi si trova all'estremità di destra che vien detto estremo della scala inferiore. Gli intervalli che esistono fra le indicate divisioni principali sono divisi in cento parti fra 1 e 2, in cinquanta parti fra 2 e 3 e fra 3 e 4, ed in venti parti fra
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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