Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      REIFFENBERG (BARONE Ì)I) FEDERICO - RÉtNtARO ERMANNO SAMUELE
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      vero che io percepisco solamente impressioni, immagini, rappresentazioni di cose in me, non sono certo dell' esistenza di queste rappresentazioni, e e non potrò inferirne quella di alcun' altra cosa, giacché non percepisco realmente altri enti fuorché queste rappresentazioni. Del resto questi enti sono si fragili, si passeggieri, che più non esistono appena non li percepisco più. Se non fosse tale ipotesi l'universo intiero in cui sono immerso, gli spiriti, il sole, la luna, le stelle e la terra, i parenti e gli amici miei e tutte le cose, senza eccezione alcuna, che riteneva per esistenti e permanenti, sia che ne avessi la percezione presentanea o non l'avessi tale, tutto svanirebbe come sogni d'infermo o leggiero vapore, senza lasciar dietro sé alcuna traccia di sua esistenza. Per la qual cosa ho stimato irragionevole l'ammettere sulla sola autorità di questi filosofi un'ipotesi che sconvolge tutta la filosofia, ogni religione, ogni virtù, ed è contraria al senso comune >. Combattendo così l'errore delie Bcuole d'allora circa la natura delle idee, Reid scosse fortemente lo scetticismo. Egli chiari pure la difficile quistione della percezione, provando che la percezione esterna è diretta; cbe l'intelletto per mezzo degli organi Bensorii coglie direttamente gli oggetti, e non per mezzo d'immagini; cbe le idee somministrateci dai sensi ci forniscono la cognizione di oggetti esistenti fuori di noi, e non d'immagini che si accalchino nella ipente. In altra e più ca-pitale^ opera, intitolata Saggi sulle facoltà intellettuali dello spirito umano (Èssay on the intellectual potcers of the human mind, Edimborgo 1785, in 4°) Reid si volge al senso comune come strumento per produrre in noi la certezza. «Spiegare, die'egli, perchè siamo persuasi dai nostri sensi , dalla coscienza, da tutte le nostre facoltà, è cosa impossibile. Noi diciamo: quello è così, quello non potrebbe essere altrimente, ed abbiamo beli' è finito. Ma non è quella l'espressione d'una credenza irresistibile, d'una credenza che è la voce della natura, e contro cui lotteremo invano? Vogliamo noi penetrare più innanzi, domandare a ciascuna delle nostre facoltà quali sono i motivi di nostra credenza , e ricusare loro ogni confidenza, finché li abbiano dichiarati? Allora io temo molto che tale scrupolosa credenza meni diritto all'insania, e per non aver voluto correre la sòrte comune dell'umanità, rimaniamo privi della ragione ». Beattie. Os-wald ed altri vigorosi intelletti si unirono a Reid per combattere lo scetticismo della scuola di Hume. Fin dal 1762 occupava egli la cattedra di filosofia morale all'Università di Glasgovia, nella quale succedeva al celebre Adamo Smith; ed in questa stessa città finì di vivere. Tommaso Reid, dice Ten-nemann, fu ingegno sinceramente devoto alla ricerca della verità, che riconobbe bene certi principi della conoscenza umana come indipendenti dall'esperienza, ma che non diede alla filosofia altri fondamenti che i principii de) senso comune, ed una sorta d'istinto spirituale. Jouffroy (V.) pubblicò in francese le (Euvres complètes del virtuoso filosofo scozzese, arricchendole d'una sua pregiatissima introduzione e dei frammenti delle lezioni di Royer-Collard {V.) ; le quali opere formano 6 voi. in-8° (Parigi 1828 e seg.).
      Vedi : Stewart, Account of the life and writings of T. Reid (Londra 1863) — Biographical memoirs of Adam Smith, William Robertson and T. Reid; ecc. (Edimborgo 1811).
      REIFFENBERG (barone di) Federico {biogr.). — Bibliografo e storico, nato il 14 novembre 1795 a Mona, morto il 18 aprile 1850, entrò da principio nella carriera delle armi, e datosi poi intieramente agli studii letterarii, divenne nel 1818 professore di letteratura a Lovanio. La sua erudizione svariata, accoppiata a molta diligenza, gli procacciarono tosto bella fama di poeta, storico, filosofo, critico e bibliografo, e quantunque non sempre cospicui per profondità, i suoi scritti sono però notevoli per eleganza di forma e ricchezza di erudizione. Citeremo fra' 8uqi migliori lavori storici : Histoire de Vordre de la Toison d'or (Brussella 1830); Histoire du commerce et de Vindustrie des Pays Bas au X Ve et X VP siècle (ivi 1822) ; De vita et scriptis Justi Lipsii (ivi 1823); Documents pour servir àl'histoire des provinces de Namur, de Hainaut et de Luxem-bourg (ivi 1844-48) ; Histoire du comté de Hainaut (ivi 1849). Egli pubblicò anche YHistoire des trou-bles des Pays Bas di Vynkt, i Mémoires di Giacomo Du Clerq e YHistoria Brabantice diplomatica di Pietro Thymo (ivi 1830). Nel 1835 divenne professore in Liegi, di dove fu chiamato poco di poi dal Governo a Brussella per porlo a capo della nuova biblioteca reale, cbe gli va debitrice della sua eccellente organizzazione. Dopo il 1840 prese a pubblicare YAnnuaire de la Bibliothèque royale de Belgique (Brussella e Lipsia 1840-1850, 10 voi.), e nel 1844 fondò il Bulletin du bibliophile belge.
      REIGATE (geogr.). — Città del Surrey, Inghilterra, con edifizi e fortificazioni di bello stile, con 17,000 abitanti.
      REKIAVIK. V. Islanda.
      REIMAR0 Ermanno Samuele (biogr.). — Dotto filologo e filosofo tedesco, nato il 25 dicembre 1694 in Amborgo, morto il 1° marzo 1765, studiò in Jena e più tardi a Vittemberga, e dopo percorsa l'Olanda e una gran parte dell'Inghilterra, fu nominato, nel 1723, rettore a Wismar. Nel 1727 fu chiamato iu Amborgo ad insegnare l'ebraico nel ginnasio; egli accoppiò quindi a questa cattedra quella di matematica. Sposò Giovanna Federica, terza figliuola del dotto Fabricio, ch'egli ajutò ne'suoi lavori filologici. Sulla fine della sua vita si consecrò allo studio dell' istoria naturale, cb'ei considerò soprat-tutto dal punto di vista filosofico. Fu membro dell'Accademia imperiale di Pietroborgo e della più parte delle società dotte della Germania. È noto oggidì ch'ei fu autore dei celebri Wolfenbuttelschen Fragmenten eines Unbekannten (Bruna. 1778 e 1784) pubblicati da Lessing e cbe eccitarono una viva polemica in Allemagna. Reimaro aveva tolto a mostrare iu essi che l'origine del cristianesimo nulla ha di soprannaturale , e molti teologi si affrettarono a dar di piglio alla penna per confutarlo. L'opera principale di Reimaro però è Die vornehmsten Wahrheiten der natUrlichen Religion (Amborgo 1754, 7* ediz. 1798). Nelle sue Betrachtungen ueber die Kunst-Triebe der Thiere (ivi 1762) Reimaro stabilisce cbe l'istinto proprio ad ogni animale tende al ben essere ed alla conservazione della suaIsjOOQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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