Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
REINA FRANCESCO
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in tre anni. 11 10° nel 975, in cui Stefano, legato di Benedetto VII, scomunicò Teobaldo usurpatore del vescovato d'Amiens. 1/11° nel 989 , per l'elezione dell'arcivescovo Arnolfo. Il 12° nel 991, il 17 giugno, in Basilea, radunato d'ordine d'Ugo Ca-peto contro Arnolfo, per sospetto d'essere d'intelligenza con suo zio Carlo di Lorena, cb'erasi impadronito di Reims , che fu poi preso da Ugo e messo in prigione a Orléans. Il 13° nel 1015, pei beni di Chiesa ed a favore dell'abbazia di Mausson. Il 14° nel 1049,* il tre ottobre; fu presieduto da san Leone IX e vi si trovarono venti vescovi, cinquanta abati e molti altri ecclesiastici. Il 15° fu tenuto nel 10ó9 per l'incoronazione di Filippo I re di Francia. Il 16° nel 1092 da Rainoldo arcivescovo, con sei vescovi della provincia, sulla differenza della separazione del vescovato d'Arras da quello di Cambrai : si trattò pure di Roberto I conte di Fiandra, cbe usurpava i beni degli ecclesiastici che morivano. 11 17° nel 1094, di tre arcivescovi e otto rescovi. Re Filippo I sperava di far approvare il suo matrimonio con Bertrada. Il 18° tenuto da Urbano II nel 1096, nel quale riconciliò colla Chiesa Filippo II, scomunicato per l'unione con Bertrada. 11 19° nel 1105, in cui fu eletto vescovo di Cambrai Eade o Adone, abate di San Martino a Tournay. 11 20° nel 1109, per la causa di Goffredo vescovo d'Amiens. Il 21° nel 1115, il 28 marzo, dal legato Conone. Egli vi scomunicò l'imperatore Enrico V. 11 22° nel 1119, il 20 o 30 ottobre, presieduto da Calisto II, assistito da quindici arcivescovi e da più di dugento vescovi. Il re di Francia Luigi VI produsse i suoi lamenti rispetto alla Normandia, che il re d'Inghilterra gli aveva invasa con violenza; ma il Concilio non volle esserne giudice. Ildegarda contessa di Poitiers, seguita dalle sue donne , essendo entrata nel Concilio, fece lamenti contro Guglielmo conte d'Aquitania, che l'aveva abbandonata per prendere in sua vece la moglie del visconte di Chatellerault, e ch'era immerso in tutti i vizi. & accettarono le scuse dei prelati d'Aquitania, i quali rappresentarono che il loro duca malato non erasi potuto recare al Concilio, come il papa gli aieva scritto: gli si accordò un indugio a presentarsi alla Corte del papa, e ripigliar la moglie sotto pena d'anatema. Il Concilio fece cinque decreti di disciplina ecclesiastica. Si fece anche un decreto per la tregua di Dio, per porre un freno alle primate risse in Francia e in Lombardia. Il 23° nel 1131, il 18 ottobre, tenuto da Innocenzo III alla testa di tredici arcivescovi e di dugensessantatre vescovi, e d'un gran numero di abati, chierici e monaci francesi, allemanni, inglesi e spagnuoli. Vi intervennero il re e la regina di Francia. 11 più celebre degli abati, san Bernardo, vi fece luminosa comparsa. Approvata l'elezione d'Innocenzo II, fu scomunicato l'antipapa Anacleto II se non tornava a resipiscenza. Si pubblicarono diciassette canoni di disciplina del Concilio di Clermont del 1130, poi ripetuti nel Concilio di Laterano IL II papa vi con-secrò re
Luigi VII, secondogenito, invece del suo fratello Filippo, morto per una caduta da cavallo. Vi canonizzò san Codardo vescovo d'Hildesheim, morto nel 1128. Il 24° nel 1132, in favore dell'abbazia di Marmoutier. Il 25° nel 1148, tenuto nel Nuova Encicl. Itau Voi.
marzo e in quaresima da Eugenio III, contro Gilberto Porretano vescovo di Poitiers, accusato d'errori contro la SS. Trinità, il quale convinto ritrattò la falsa dottrina. 11 26° nel 1157. Il 27° nel 1158, sulle differenze insorte tra il vescovo di Laon e l'abate di San Martino. 11 28° nel 1164, tenuto da Alessandro III per la crociata di Palestina, onde mandarvi soccorsi. Il 29° nel 1231, fu celebrato a San Quintino nel Vermandois, sulla disciplina e relativamente alla causa di Milone vescovo di Beau-vais. Il 30° nel 1235, pure a San Quintino, sulla libertà della Chiesa, donde l'arcivescovo di Reims con sei suffraganei andarono a Melun a trovare san Luigi IX, per fargli rimostranze sopra certi articoli che offendevano, secondo essi, la libertà della Chiesa. 11 31° nello stesso anno a Compiègne, per alcune osservazioni da presentarsi al re san Luigi IX. II 32° nello stesso anno a Senlis. 11 33° e 34° nel 1236 a San Quintino, per le immunità della Chiesa. Il 35° nel 1257 a Compiègne. Il 36° nel 1287, per questione tra'Francescani e Domenicani, sui privilegi della confessione e della predicazione accordati loro da Martino IV. Il 37° nel 1301, il 22 novembre, in cui si fece una costituzione di sette articoli riguardanti nella più gran parte i chierici citati avanti i tribunali secolari. Il 38° nel 1564, tenuto dall'arcivescovo cardinale Carlo di Lorena , e fu numerosissimo. Si tennero diciannove congregazioni, nelle quali furono compilati molti statuti e regolamenti sulla residenza de'curati, i sacramenti, la vita regolata de' pastori, l'esame pe' cardinali e pe' curati ; eccellenti sono quelli spettanti alla vita clericale. 1139° nel 1583, provinciale, presieduto dal cardiual arcivescovo Lodovico di Guisa e pubblicato colle stampe di Parigi. Vi si trattò del culto divino, breviario, messale, rituale ; de' giorni festivi, de' sacramenti, seminarii, sepolture, curati e capitoli; de'simoniaci, confiden-ziarii, usure, visite vescovili e sino di diocesani ; oltre molti regolamenti sull' amministrazione dei sacramenti e doveri degli ecclesiastici, e per l'osservanza del Concilio di Trento. Gregorio XIII lo approvò con breve del 30 luglio 1584. Di tutti questi Concilii trattano: Labbé , Arduino, Martòne , la Gallia cristiana, Pagi, il Die. dei Concilii.
RfilNA Francesco (biogr.). — Letterato ed uomo politico, nato a Malgrate, provincia Comasca, nel 1772, da onesti ed agiati negozianti, morto a Ca-neto presso Mantova, fece i primi studii in Milano sotto la direzione del Parini, e studiò poi legge a Pavia, coltivando in pari tempo la ^fisica e le matematiche. Posta stanza iu Milano , fu da Buòna-parte ascritto tra i membri del gran Consiglio della Repubblica Cisalpina, nel quale si oppose strenuamente a tutte le prepotenze e agli abusi, ed anzi che piegarsi ai voleri dispotici del Trouvé, una delle arpie francesi, fattosi despota del territorio cisalpino, volle uscire dal Corpo legislativo, tentando invano il general Brune, successore a Trouvé, richiamarlo al suo posto. Costretti i Francesi a sgombrar l'Italia per le vittorie degli Austro Russi, il Reina andò prigione alle Bocche di Cattaro e quindi nel Sirmio. Fortunati successi delle armi francesi cambiarono dopo tredici mesi la sorte dei loro fautori, e per la famosa vittoria di Marengo XIX. 8
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