Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      ftElNMOLD (CONTÉ) LEONARDO - REINMAR IL VECCHIO Ììé
      e ricco di ricerche curiose sulle antiche dinastie. È la prima opera in cui sia stata separatamente trattata, e dalle fonti originali, la storia dei diversi popoli dell'antichità. L'autore l'intitolò Hi-storia Julia, per allusione al nome dell'Università di Helmstadt (chiamata in latino Academia Julia), nella quale era professore. Brunet fece la descrizione di esso libro nel Manuale del librajo; la Cronaca de' margravii di Brandeborgo, burgravii di Norimberga (in tedesco) (Wittemberg 1580, in-4°); Origines stirpis Brandeburgicce (Franco -forte 1581, in-fol.): Methodus legendi cognoscen-dique historiam (Helmstadt 1583, in foi.). Non è che una compilazione, ma vi si trovano delle cose utili ; Epistola de Witickindo magno cum appendice (ivi 1583, in foi.); Annalium de gestis Caroli Magni imperaioris libri V, opus auctoris incerti ecc. (ivi 1594, in-4°). Prima edizione di tale cronaca verseggiata, composta sotto il regno di Arnoldo, da un monaco di Paderborn, dinotato talvolta col titolo di Poeta saxo: si estende dall'anno 771 all'814, e fu ristampata nelle raccolte di Du-chesne, di Leibnizio e di Bouquet; Historia orien-talis seu de rebus in Oriente gestis a Christianis, Saracenis et Turcis, ecc. (Francoforte 1595 o 1596, in-fol.). È una raccolta di diversi autori. Reinecio mandò, alcuni mesi prima della sua morte, ad Enrico Meibomio, una breve Notizia intorno alla sua vita (Narratio de vita sua) : tale scritto fa parte degli Opuscula varia de Westphaliat pubblicati da Giovanni Goes (Helmstadt 1668, in-4°), e venne inserito dappoi nelle Memoria philosophorum di Kollio (Lipsia 1710, in-8°). Si può consultare inoltre per maggiori particolari il Programma di Fr. Domenico Heberlin : De R. Reinecii meritis in omnem historiam, ut et Acudemiam Juliamy prolusio aca-demica f Helmstadt 1746, in-4°).
      REINHOLD (conte) Leonardo (biogr.). — Filosofo tedesco, nato il 26 ottohre i758 a Vienna, morto a Kiel il 10 aprile 1823, entrò nel 1772 come novizio nei Gesuiti, e dopo la loro soppressione professò nei Barnabiti ed insegnò filosofia nel loro collegio di Vienna. Nel 1783 uscì da quest'ordine, e dopo aver seguito per un anno i corsi dell'Università di Lipsia, trasferissi a Weimar, ove avendo sposata la figliuola di Wieland, fu nominato consigliere ducale. Nel 1787 ottenne una cattedra di filosofia in Jena ed insegnò quindi la stessa scienza a Kiel dal 1794 fino alla morte. Dopo aver cercato le basi della conoscenza umana nel fatto primordiale della coscienza, tentò conciliare il trascendentalismo di Fichte coi principii di Jacobi e giunse alla conclusione che l'analisi delle idee pure della ragione ne conduce infallantemente a trovarvi i fatti del mondo reale, che dee essere in compiuta armonia col pensiero assoluto ed universale, di cui possiamo avere una conoscenza cercando ciò che nella nostra ragione offre i caratteri dell'assoluto e del necessario. Le Briefe ueber die KanUsche Philosophie (Lipsia 1790-1792, in 2 voi.) di Rein-hold contribuirono grandemente a far meglio conoscere e diffondere la filosofia di Kant, e il primo volume di queste lettere è ancora al dì d'oggi una delle esposizioni più chiare e compiute della Critica della Ragione pura. Però avendo fatto la co-
      noscenza personale di Jacobi ch'era andato a porre stanza nell'Holstein, non tardò ad accostarsi alle sue idee. Se Fichte gli aveva fatto meglio comprendere a prima giunta la filosofìa di Kant, ora si persuase che Jacobi integrava Fichte. Ei tentò conciliare insieme l'idealismo dell'uno e il realismo dell'altro. Gli è in quel tomo ch'ei pubblicò: Ueber die Paradoxien der neuesten Philosophen (Am-borgo 1799) e il suo Sendschreiben an Lavater und Fichte ueber den Glauben an Gott (ivi 1799). Egli non considerava Fichte quale un ateo, ma gli spiaceva che Dio non potesse essere riconosciuto logicamente nel suo sistema. D'altra parte la filosofia di Jacobi, la filosofia della fede e del sentimento, non potè soddisfarlo lungamente. Egli ammetteva con Jacobi che Dio si rivela nella coscienza umana, e con ciò rinunziava all'antico idealismo, che faceva d'ogni conoscenza un sapere meramente subiettivo, ed aspirava ad una specie d'idealismo assoluto ed obbiettivo o piuttosto di realismo razionale. La Logica di Bardili, pubblicata nel 1799, lo confermò in queste disposizioni ; Reinhold si affrettò ad adottarla e si sforzò stabilirla a suo modo, combinandola con le idee di Jacobi. Egli sostenne che la ragione presa in sè. distinta dall'intelletto come semplice facoltà logica, non che dall'esperienza sensibile e considerata come pensiero assoluto ed universale, era la manifestazione di Dio, il principio d'ogni realtà e d'ogni sapere; che le leggi della ragione erano anche quelle delle cose e che l'ordine ideale o ciò che nel pensier nostro s'annunzia coi caratteri dell'assoluto, del necessario, dell'universale, corrispondeva perfettamente al mondo reale, al sistema eterno dell'esser vero: quindi per la metafisica il problema di ricercare, mediante l'analisi delle idee e delle leggi della ragion pura, le proprietà e le relazioni universali ed immutabili del pensiero e della realtà. Gli è in questo che pubblicò varii scritti, i quali furono poco studiati.
      Egli considerava a buon diritto come una delle cause principali della discordia delle opinioni la confusione che regnava nel linguaggio filosofico e che proveniva soprattutto da ciò, che spesso la stessa parola è presa in significato diverso. Ei tentò invano ovviare a questa confusione nella sua opera Grundlegung einer Synonymik filr den allqemeinen Sprachgebrauch in dem philosophischen Sprachge-brauch (Kiel 1812). Reinhold terminò la sua carriera con uno scritto intitolato: Die alte Frage: Was ist Wahrheit? (Altoua 1820), in cui si riassume, per così dire, cercando conciliare l'autorità della ragione con la fede positiva, la rivelazione di Dio nell'intelligenza e il cuore dell'uomo con le rivelazioni storiche. Le variazioni filosofiche di Reinhold sono quelle stesse del pensiero tedesco fino a Schelling. Egli lasciò un figliuolo, morto nel 1855 a Jena, ov'era professore di logica e metafisica, autore anch'egli di molte opere, fra le quali una bella Geschichte der Philosophie.
      Vedi: C. E. Reinhold, K. L. Reinholds Leben — Kuii8 Fischer, Die neuere Philosophie seit Kant — Wilm, La Philosophie allemande.
      REINMAR il Vecchio (biogr.). — Poeta tedesco, uscito di una famiglia nobile di cui il castello ereditario era presso il Reno, fioriva in principio del


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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