Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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RELIGIONEconcetti; i contemplatori adottarono talora false idee suirordine teologico, o l'applicarono malamente all'ordine sociale; i pratici s'ingannarono sui bisogni dei popoli, e immaginarono una mitologia incoerente ; le passioni individuali vi si mescolarono ben anche, e alcuni per ambizione restrinsero ogni condizione nella propria classe (le caste), e architettarono l'intera società pel proprio vantaggio, riducendo materiale la religione perchè subordinata agli interessi.
Assunto quel carattere nazionale, l'idea d'una divinità tutelare serviva di vincolo tenacissimo, perchè formato dal sentimento; s'istituivano feste, a cui la sola nazione partecipava, e santuarii cbe divenivano la capitale dello Stato e il centro del commercio. In effetto, furono sacre le città più an ticbe, come l'indicano i nomi di Jerusalem, Jera-poli, Jeracome, Jerabolo, Jerapetra, Jeragerma, Diospoli (da Upóc, sacro, o Sto;, Giove); Babilouia significa città di Bel, cioè del dio; Fhir, nella Siria, esprime sede degli oracoli; Ilio era stata costruita da Nettuno, e non potea disfarsi finché vi restasse il Palladio; anzi ogui città primitiva ebbe un nome sacro, che restava arcano, talché non si seppe mai di certo qual fosse quello di Roma.
1 sacerdoti non rappresentavano il popolo, ma pensavano ai diritti di questo; al brutale diritto della forza opponevano legislazioni, appoggiate sulla volontà superna; ai re ponevano per limite o le norme del giusto o le cerimonie, e cosi diffondevano idee di giustizia e moralità.
Sopraggiungevano intanto nuove migrazioni di popoli, e ciascuno portava divinità e credenze proprie; e o le imponeva o le mescolava colle indigene, onde facevasi un cumulo talvolta incoerente, doude la moltiplicità di Dei e di miti. La lunghezza dei tempi, la vece delle rivoluzioni vi contribuivano pure.
Resta impossibile l'accettare le religioni quasi uno sviluppo progressivo dell'umana ragione, come vorrebbe Lessing, e come varii razionalisti, che, sostituendo un fatto storico ad uno soprannaturale per metterlo nella catena generale di cause e di effetti, il cristianesimo stesso considererebbero come nulla più cbe un perfezionamento del giudaismo e del politeismo. Quanto al giudaismo, ognuno sa come moltissimi elementi ne abbia adottati Quello che c venne non a distruggere ma a perfezionare la legge », e come se ne chiarissero ed eliminassero molti principii essenziali. Quanto al politeismo, già se ne fece un cenno sotto questa parola. Qui guardando sotto un altro aspetto, diremo come dalle divinità dell'India non possiamo dedurre gran notizie intorno alla mitologia greca, poiché le sorti diverse portarono un'estrema diversità di svolgimento. Ben sarebbe a studiare il culto dei Pelasgi, primi abitatori della Grecia come dell'Italia nostra; dominati dalla natura non ancora domata, alla vista del gran giuoco delle forze elementari, le cui leggi ignoravano, consideravate come potenze occulte e misteriose: le rappresentarono in massi, in tavole, o simili oggetti naturali, non per mancanza d'arte, ma perchè nùn attaccavano alle loro divinità alcuna idea di una forma precisa. jGli Elleni succeduti già più non s'accontentano !
a quel culto di semplici sagrifizi al cielo, alla terra, all'acqua, sopra rozzi altari. Più immaginosi, meno contemplativi, badavano alle particolarità, e davano un corpo e un'anima agli oggetti che adoravano, ed a questi esseri di loro creazione assegnavano avventure, odii, amori, senza badare cbe i fatti e gesti che v'attribuivano armonizzassero colla primitiva significazione. Il raziocinio ebbe quasi nessuna parte nella formazione dei dogmi religiosi, che dovevano servir di base alla morale, i cui precetti offrirousi allo spirito dei Greci non come aride massime, ma in simboli poetici. La critica moderna attestò che le dottrine religiose de' popoli primitivi non furono concepite da principio in maniera astratta, e rese poi accessibile ai popoli per mezzo di miti graziosi o terribili; ma questi miti sbocciarono primi nella coscienza de' popoli. Pure questa regola non è generale, e, per esempio, nella religione dei Romani si riconosce sempre l'azione riflessiva de' fondatori ; sinché non v'entra l'influenza greca, nessun mito vi s'incontra, nessun fiato di poesia indica avesse un'origine spontanea nello spirito del popolo; sono fredde personificazioni delle faccende agricole, cui s'aggiunsero insulse allegorie di tutte le situazioni della vita umana.
Ma fra i Greci, prevalendo l'immaginazione, che varia da individuo a individuo, ogni luogo, quasi ogui famiglia ebbe divinità particolari. Le grandi migrazioni mutarono questa coudizione di cose; gli Dei personali di ciascuna banda invaditrice non cacciavano quelli degli invasi; ma o ne facevano numi inferiori o mescolavano i miti; le storie del dio vinto annestavansi a quelle del dio vincitore; pel sentimento di nazionalità adottavansi i miti de' varii popoli ellenici, sicché ne derivava un inestricabile miscuglio, al quale Omero pose ordine e armonia, non già creando, ma scegliendo fra i diversi miti quei che più sembravangli poetici, e cosi stabiliva i dodici Dei dell'Olimpo, adottati come credenza comune della Grecia, e col carattere particolare dell'antropomorfismo.
Ciò non aboliva i culti locali, nò le modificazioni, nè le introduzioni straniere. In conseguenza vi abbondavano le impossibilità e le assurdità; ed Esiodo volendo spiegarle, dovette ricorrere a interpretazioni forzate, e accordi arbitrarli, che pure furono adottati dai Greci.
Tale è in compendio la storia della mitologia greca; storia men degna dello spirito umano, del quale essa però dovrebbe essere una delle più notevoli manifestazioni. Ove notate cbe, appena l'intelletto umano elaborò il sistema definitivo di questa mitologia, più nulla non vi comprende. Sei secoli avanti l'èra volgare con Ferecide e cplla scuola jonica cominciano le diverse maniere d'interpretazione de' miti, riconosciute assurde dall'erudizione moderna. Ma i pensatori già li riguardavano come un'allegoria ingegnosa delle leggi della natura, o come menzogne e futilità. Nel popolo poi non erasi conservato il senso dei miti ; non v'aveva insegnamento tradizionale dei dogmi religiosi che potesse sottrarne alla dimenticanza il significato: i Misteri (V.) non erano che spettacolo, che cbe se ne sia detto.
i Non v'era atto della vita pubblica ò privata chet^ooQle
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Stato Jerusalem Jera-poli Jeracome Jerabolo Jerapetra Jeragerma Diospoli Upóc Sto Giove Babilouia Bel Fhir Siria Ilio Nettuno Palladio Roma Lessing India Pelasgi Grecia Italia Elleni Greci Romani Greci Omero Olimpo Grecia Esiodo Greci Ferecide Misteri Qle
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