Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      RELIGIONE
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      non si compisse sotto gli auspizi della religione; poeti e storici parlano continuamente degli Dei; e qualcosa di venerabile, d'augusto, di commovente esisteva nel foudo, sotto le sensuali apparenze e le ridenti allegorie. Pertanto la conoscenza di tale religione è necessaria non solo per imparare i costumi antichi e per intendere i monumenti, ma viepiù per la natura umana e le sue credenze ; laoude tanti le studiarono, e come polemica e come filosofia.
      Iu effetto per la vera Grecia, cosi ammirabile per opere di arte e per profonde meditazioni, la mitologia è un catechismo in indovinelli. Avessero pure quei miti, prima d'Omero, avuto una ragione di essere, all'apogeo suo questa religione nou era considerata che come un accozzamento di stravaganze e turpitudini. Eppure essa valeva meglio che la filosofia surrogatale, colla quale comincia la più vergognosa corruttela. Dacchò il raziocinio accettava il fatalismo, nessuno poteva esser tenuto re-spousale de* proprii atti. Quanto agli stoici, si vorrebbe farli passare come precursori del cristianesimo, ma in fondo erano panteisti, il che porta a negare l'immortalità dell'anima e il libero arbitrio; ammesso cbe quanto esiste è la manifestazione di una sostanza unica, dovettero considerare pari il Greco e il Persiano, il libero e lo schiavo, l'uomo e la bestia; dal che è vero che trassero alcune belle frasi, per cui furono applauditi come preco-nizzatori della eguaglianza umana e della carità cristiana : ma in foudo la loro filosofia era un grande egoismo, un'adorazione di se stessi, e l'insensibilità (ataraxia) che distruggeva ogni sentimento domestico o patriotico, ogni compassione pel soffrente.
      Or vedasi bo il paganesimo potette essere una preparazione del cristianesimo. E non è vero che esso fosse perito al tempo d'Augusto; anzi entrava allora nel suo sviluppo naturale, che termina solo verso il fine del u secolo. Il popolo si anima di fervore religioso, comunicandolo anche ai filosofi, che mostrano tanto rispetto pel culto, quanto il beffavano i precedenti: e che trovandovi il riposo dello spirito, non andavano in cerca di nuova dottrina: onde restavano indifferenti al cristianesimo. E che il paganesimo non avviasse a questo, n'ò prova il vedere che non se ne eliminava nessuna delle oscenità e immoralità.
      Per verità oggi la religione non è più ormai una dea nazionale, ma una dea domestica) ognuno formandosene una a suo talento. Pure non è possibile veder nella religione puramente una relazione individuale fra Dio e l'uomo, come vorrebbero quelli cbe combattono qualunque gerarchia sacerdotale. Data una società di credenti, è necessario un culto come manifestazione della comune loro credenza; e un Governo, un corpo di magistrati religiosi, che ricerchi quali sono le dottrine religiose che risolvono il supremo problema del fine dell'uomo; o che, nelle credenze che risolvono quel problema, determini le loro conseguenze, promulghi i precetti morali che vi corrispondono, li predichi, gì'insegni, li richiami alla società qualvolta essa li dimentichi. Di che manifestasi il merito della mirabile ordinatrice dell'autorità religiosa, che è la Chiesa cattolica, la quale impedisce l'anarchia, inevitabiledove la ragione individuale è abbandonata a se stessa.
      Le relazioni della religione collo Stato sono una delle più imbarazzanti quistioni, ed è doloroso il divorzio cbe, in certi tempi, Rincontra nell'opinione pubblica fra la religione e la libertà. Se la religione è il cuore e l'intelligenza dell'uomo, sciolto dai limiti del tempo e dello spazio per comunicar con la sorgente divina del pensiero e dell'amore, come concepirla senza la libertà? E la libertà, che ci eleva di sopra delle cieche forze e delle leggi fatali della natura, quasi una particella di sovrana maestà del Creatore, come comprenderla senza la religione? La loro unione è dunque un fatto; ma spiegarlo e ordinario si cercò fioora invano.
      Pubblicisti e filosofi quante tentarono comb5nazioni per ciò! Hobbes e Spinosa sottopongono la religione allo Stato; san Tommaso, Suarez, Mariana, De Maistre, lo Stato alla religione; Locke, Adamo Smith le vogliono indipendenti; e Royer Collard, nel turbine della rivoluzione diceva: « È verità consacrata dall' esperienza che, dovunque esiste in uno Stato una religione del maggior numero, il Governo deve contrar con essa un'alleauza, fondata sull'interesse d'un appoggio reciproco, oppure distruggerla, o correr rischio d'esserue distrutto Gli utopisti o vanno alla teocrazia, come Campanella, Saint-Simon, Augusto Comte : o fanno lo Stato padrone della religione, come Tommaso Moro, Harrington, Rousseau.
      Beniamino Constant lasciò un'opera Beila religione considerata nella sua sorgente, nelle sue forme, nel suo sviluppo, libro prolisso in cinque volumi, zeppo d'errori e d'incoerenze, ma che richiamò l'attenzione sulla parte ch'ebbe la religione nella storia generale dell'umanità, della società civile, e sui rapporti con questa, e la necessità delle credenze religiose per dar ai popoli, col sentimento dei loro diritti, il coraggio di difenderli. Ammette il sentimento religioso come un fatto universale, indistruttibile nell'umanità, condizione essenziale della nostra esistenza, carattere della nostra specie. In conseguenza ha bisogno d'esternarsi ; e più è partecipato, più vigore acquista, l'isolamento l'affligge e l'offende. Da ciò le forme sue, che sono i dogmi, i simboli, il culto esterno, le pratiche d'ogni specie, che sono come il linguaggio di ciascuna credenza. Ma non si confondano le forme col fondo, cioè colla religione: quelle son temporarie, questo eterno; quelle imperfette, questo perfettibile col tempo. Perciò spesso esiste opposizione fra le religioni particolari e il fondo eterno. Quelle tendono a immobilizzarsi ; questo, se non trova in esse soddisfatti gl'incrementi della moralità e civiltà, tende a distruggerle e surrogarne di più pure. In conseguenza il sentimento religioso, nello svolgersi dalle catene, somiglia all'incredulità; talvolta l'incredulità viene in suo ajuto, confondendo la sostanza coll'involucro.
      Le religioni dunque, secondo B. Constant, sono tutte perfettibili, nessuna perfetta; pure, malgrado le tante differenze , non sono innumerevoli ; passando regolarmente dal rozzo feticismo fin al punto d'esser ridotte alla coscienza individuale. L'immobilità è dovuta alla costituzione d'un sacerdozioG00gle ^


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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