Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
REMERVILLE (pi) GIUSEPPE FRANCESCO - fcEMIGANTtiàl
da Adriano; perchè da un passo del periplo d'Ar-riaoo si raccoglie, che dopo la morte di Coti III, il qa&le forse mori senza figli, tale imperatore dispose del Bosforo (Arrian., Peripl. Eux., p. 18). Rementalce ebbe, a quanto sembra, un competitore nella persona di un certo Eupatore, e si pare da un passo di Capitolino (in Antonin., c. 9), che fu obbligato di andare a Roma per difendere i suoiFig. 5641. — Medaglia di Rementalce re del Bosforo.
diritti, sotto il regno di Antonino, che lo rimandò nel sno regno. Le ultime medaglie portano la data dell'anno 450 dell èra pontica (154 di G. C.). È probabile che non regnò lungamente dopo tale epoca, perocché esistono delle monete di Eupatore con la data dell'anno 452 (156 di G. C.).
REMERVILLE (di) Giuseppe Francesco (biogr.). — Siguore di San Quintino, storico ed antiquario francese, nato ad Apt verso il 1650, morto il 4 luglio 1730, apparteneva ad un'antica famiglia lorenese venuta in Provenza col re Renato, e fu uno degli uomini più versati nelle antichità della Provenza; egli impugnò contro il signor di Majauques l'autenticità delle carte citate da Ruffi nelle sue dissertazioni sui conti di Marsiglia, e chiari punti importanti della storia locale e della genealogia delle famiglie illustri. Egli è autore di molte opere, fra le quali citeremo: Remar ques sur Vhistoire de la poésie frangnise de Vabbé de Mervesin (1706); Dissertation sur Vévéque Leonce, à qui Cassien adressa ses premières conférences, nelle Pièces fugitives di D'Aiglemont, in cui rileva alcuni errori commessi dai dotti autori della Gallia Christiana; Histoire religieuse d'Apt, manoscritto che conservasi nella biblioteca del seminario d'Avignone; Histoire de la ville d'Apt, ecc., ms. nella biblioteca pubblica di Carpentras; Dissertation histo-rique sur les reliques de Sainte Anne, ms. negli archivii della chiesa d'Apt; Histoire généalogique de la maison de Remerville, manoscritto conservato nella casa di Tournon. Finalmente la biblioteca della città di Carpentras possiede la corrispondenza di Remerville con Ruffi, il padre Antonio Pagi, l'intendente Le Bret e molti altri dotti della Provenza e della Francia.
Vedi: Acbard, Dictionnaire de la Provence — D. Martène, Voyages littéraires.
REMI (lat. Remi, gr. TVo() (stor. ant.). — Abitati della Gallia Belgica lungo la Sequana (oggi Senna) colla capitale Durocortoro (Durocortorum, oggi Reims), giusta la descrizione di Tolomeo (ii, 9, § 12). Cesare invece asserisce che i Remi furono fra tutti i Belgi i più vicini ai Celti, e fa della Sequana e della Matrona (Marna) la frontiera tra i Belgi ed i Celti, dando i Suessioni per finitimi ai Remi. Entrato Cesare nel costoro territorio dal 8., nel 57 av. Cr., venne ad Assona (Axona, oggi Aisne), che pone al confine dei medesimi ; a 13 chi-
lometri ed al N. di Aisne restava Bibrace (Bibrax), città pure dei Remi, i quali estendevansi dunque al N. fino ad Aisne e più in là ancora, essendone stata la capitale tra l'Aisne e la Marna. Quando i Belgi, al cominciare del 57 avanti Cristo, stavano raccogliendo le loro forze per dare un assalto a Cesare, i Remi si fecero traditori del proprio paese. Si sottomisero al proconsole romano, proferendosi di rifornirlo di grano, dargli ostaggi, riceverlo nelle loro città ed ajutarlo contro gli altri Belgi e Germani con tutte le loro forze. 1* Suessioni invece, ch'erano collegati coi Remi, si unirono ai Belgi. Raccoltasi la grande assemblea delle galliche tribù a Bibratte (Bibracte, oggi Autun, nella Borgogna, scompartimento della Saona e Loira), nel 52 av. Cr., per far le cerne dei militi e condurli contro Cesare ad Alesia, i Remi non comparvero, e continuarono a serbarsi fedeli a Cesare. Entrato Cesare nella Gallia, nel 58 av. Cr., gli Edni ed i Se-quani erano alla testa del movimento nazionale; ma rintuzzati i Sequani, subentrarono in loro vece i Remi, e tutte quelle tribù che non aderivano di buon grado alla parte politica degli Edni, si univano volentieri ai Remi. Di tal guisa gli Edui erano il primo dei corpi politici della Gallia, ed i Remi il secondo; ed a costoro si erano uniti anche i Carnuti, popolo celtico. Cesare premiò la fedeltà dei Remi, rendendo loro soggetti i Suessioni (Cses., B. G.y ii, 3, 12; vi, 4, 12; vm, 6). Plinio ricorda i Remi fra i popoli federati della Belgica, e quando Strabone scriveva, al principio dell'éra volgare, erano dessi in gran favore presso i Romani, e la summentovata loro capitale era di tratto in tratto la residenza dei governatori romani (Plin., iv, 17; Strab., p. 194). Lucano consacrò un verso nella sua Farsaglia (i, 424) ai Remi, lodandoli insieme coi Leuci per la vigoria del braccio, e dicendo:
Optimus excusso Leucus Rhemusque lacerto;
ma il valore militare dei Remi non viene con altri argomenti dimostrato ; mentre vi sono le prove più categoriche e decisive della loro astuzia, la cui mercè si procacciavano il proprio benessere, abbandonando e tradendo gli altri.
REMIGANTI (eool.). — Le penne delle ali facendo le veci di remi, sono state addimandate remiganti. Si dividevano esse in primarie e secondarie, o grandi e medie. Le grandi penne, vale a dire le più esterne, ordinariamente in numero di dieci, sono inserte sopra l'osso del carpo, e le medie in nu-meso variabile, lo sono sul oubito. Le penne che vengono dopo e che sono attaccate al braccio, non differiscono quasi da quelle che cuoprono il rimanente del corpo ; addimandansi grandi tettrici delle ali.
Le remiganti sono più o meno lunghe e larghe, e diversamente smarginate in varie specie d'uccelli, senza che il loro volume, più o meno considerabile, sia in proporzione relativa con la grossezza del corpo; ma la loro lunghezza e la maniera con la quale sono conformate hanno una grande influenza sul volo. Le loro barbe sono più lunghe dalla parte del corpo, più corte all'esterno, e leggermente rivolte ingiù alla punta. In tal guisa quando l'ala è stesa e che l'uccello fende l'aria, questo fluido, di-
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