Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      RÉMUSAT G. P. ABELEaccinse allo studio senza maestro e col solo concorso della grammatica di Fourmont, delle opere dei missionarii in Gina e dei libri cinesi cbe Silvestro di Sacy gli faceva venire da Berlino e da Pietroburgo. Figlio di madre vedova, sfuggì ai rigori della coscrizione e potè attendere in pari tempo allo studio della medicina e delle lingue orientali. Dopo cinque anni di lavori pubblicò il suo Essai surla langue et la littératurechinoise (Parigi 1811), in cui trattava soprattutto della scrittura cinese, della composizione, dell'origine, forma e varietà dei caratteri, passava quindi all'arte di scriverli e leggerli, e discorreva da ultimo dell'influenza cbe esercitano gli accenti sul loro valore fonetico. Verso la fine del 1811 pubblicò suÌYElude des langues étrangères chee les Chinois (nel Magasin encyclo-pédique, ottobre 1811) un opuscolo destinato a dimostrare che da ben sei secoli esiste a Pechino un collegio per l'insegnamento delle lingue occidentali. Egli non trascurava però lo studio della medicina, e nel 1813 si addottorò con una tesi che trattava della medicina appo i Cinesi. In quel ipe-desimoanno i rovesci della guerra di Russia avendo reso necessario il richiamo dei coscriti liberati dai sei ultimi anni, ottenne di entrare nel servizio di sanità militare, e, mercè il suo protettore Silvestro di Sacy. d'essere nominato chirurgo ajutante maggiore degli ospedali militari di Parigi. Queste occupazioni non gl'impedirono di pubblicare la sua Uranographie Mongole e la sua Dissertation sur la nature monosyllabe attribuée à la langue chinoise. Egli ebbe la soddisfazione di vedere Guglielmo di Humboldt e Silvestro di Sacy accettare le sue opinioni in ordine alla restituzione ch'egli faceva agli Indiani di certi punti di cognizioni astronomiche attribuite ai Mongoli. Finalmente giunse il giorno che il giovane sinologo potè trovare una posizione che più non lo stornava da' suoi studii prediletti. L'abate Montesquieu, allora ministro dell'interno, creò una cattedra di lingua cinese nel Collegio di Francia, e Abele Rémusat vi fu nominato professore il 9 novembre 1814. Egli inaugurò il suo corso il gennajo 1815 con un discorso notevole, e il 5 agosto del medesimo anno fu eletto membro dell'Accademia delle Iscrizioni. D'allora in poi Rémusat consacrò la sua vita allo studio delle lingue dell'estremo Oriente. Le opere risguardanti la filologia cinese formano però sempre la parte più ragguardevole de' suoi lavori. Abbiamo già parlato de' suoi primi saggi ; citeremo ora le sue Considérations sur la nature monosyl-labique attribuée communement à la langue chinoise, memoria inserita nelle Mines d'Orient1 e il Pian d'un dictionnaire chinois, con notizie di molti dizionari i cinesi manoscritti. Appresso pubblicò le sue Recherces sur les langues tartares, ou Mémoi-res sur différents points de la grammaire et de la littérature des Mantchoux, des Mongols, des Oni-gours et des Thibétains (1820), le quali erano una specie di preparazione agli Eléments de la grammaire chinoise, ou Principes généraux du Kou-Wen ou style antique, et du Kouan-hoa ou langue vulgaire, vasto ed importante lavoro, vero monumento della gloria di Rémusat. Tali sono a un dipresso tutti i suoi lavori filologici, se si aggiungano
      le sue Recherches sur l'origine et la formaUon de Vécriture chinoise, di cui diede la prima memoria sotto il titolo: Sur les signes figuratifs qui ont formé la base des caractères les plus anciens (Mém. de VAcad. des Inscr. et belles lettres (1827). Ré-ipusat mostrò inoltre quanto grande sia la quantità delle cognizioni dei Cinesi e quanto sieno ingegnosi in tutto ciò che si riferisce a sottigliezza di sistema. Però, tranne il suo Etude historique sur la médecine des Chinois, ha trascurato di trattare questo subbietto. Egli disegnava però scrivere un Tableau complet des connaissances des Chinois en histoire naturelle, ma quest'opera immensa non fu potuta compiere e solo sopravanza la parte ris-guardante i vegetali.
      L'Encyclopédie japonaise è l'opera più importante per far conoscere lo stato delle scienze, arti e mestieri in Cina; in essa rinviensi tutta la sua civiltà. Abele Rémusat diede tosto una traduzione dei titoli dei capitoli in un con quella d'un articolo intiero sui tapiri, che l'immaginazione dei Cinesi ha trasformati in una specie di animali favolosi. Egli non si è occupatp gran fatto della Cina dal punto di vista geografico; scrisse però una Notice sur la Chine et ses habitants, in cui tratta del commercio di quel paese , della sua estensione, delle vie di comunicazione, dell'amministrazione, dei costumi, ecc. La sua traduzione d'una Descrip-tion du royaume de Camboge dans la presquile orientale de l'Inde, écrite par un offìcier chinois vers la fin du treieième siècle, ha uua vera importanza geografica, soprattutto dove si ponga niente alla coincidenza che Marco Polo tornò in Europa verso il 1295.
      Nell'istoria Rémusat si è occupato soprattutto delle nazioni tartare, ed ba saputo approfittare delle relazioni della Cina con esse per risolvere molti problemi storici. Di tal modo, invece di far discendere dal nord i barbari che invasero l'Impero romano, mostrò la loro origine orientale e le loro varie stazioni nelle contrade asiatiche. Oli autori Cinesi mostrarongli scaglionati su varii punti dell'Asia centrale e settentrionale Geti, Alani ed Unni; e questi ultimi, detti dai Cinesi Eieunguon, sarebbero, secondo lui, lo stipite della razza turca* Queste indagini sui popoli situati sulle frontiere dell'Impero celeste lo abilitarono a fissare in varie epoche i limiti della Cina, soprattutto dalla parte d'Europa. Ciò forma l'oggetto della sua memoria Sur l'extension de l'empire chinois en Occident depuis le premier siècle avant Jesus Christ jusqu'à nos jours. Anche le religioni della Cina formarono oggetto di parecchie memorie di Rémusat, il quale, quantunque siasi poco occupato di Confucio e della sua dottrina, ha tradotto però uno dei quattro libri morali intitolati: L'invariable milieu. Egli ha fatto conoscere pel primo le opinioni del filosofo Lao-Tseu, capo della setta dei tao-tsé, una delle tre religioni dell'Impero. Il vero scopo delle ! molte sue ricerche sulle religioni della Cina è il ! buddismo, e pubblicò sopra di esso tre memorie ; nel Journal des savants del 1831. Poco appressa pubblicò la sua traduzione del Livre des récem-pences et des peines, specie di codice morale popolare. Chiuderemo quest'articolo con altri pochit^ooQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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