Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
RENATE - RENATO D'ANGIÒ'
137
glioli, de' quali erale stata tolta l'educazione, nè il suo imprigionamento nell'antico castello d'Este non poterono diminuire la sua inclinazione alla religione così detta evangelica. Ella riebbe dipoi la libertà, ma i figliuoli non le furono restituiti, e visse nella ritiratezza fino alla morte del marito nel 1559. Marot, in un cantico a Margherita di Navarra, deplora i patimenti del nobil cuore di Renata di Francia.
Reuata aveva ricevuto in dote i ducati di Chartres e di Montargis. Rimasta vedova, tornò in Francia e pose dimora a Montargis. All'apertura degli stati generali d'Orléans ella rimproverò con coraggio ed una risoluzione virile a suo genero, il duca di Guisa, la condanna del principe di Condé. Erale stata promessa una parte nolla direzione degli affari, ma non l'ottenne. Da quel momento si deliberò darsi tutta ai doveri ed alle pratiche religiose. Calvino le inviò a sua richiesta un pastore di nome Francesco More], di cui lo zelo soverchio afflisse più d'una volta la duchessa, sì che fu biasimato dallo stesso Calvino.
Quando scoppiò la guerra civile, Renata offrì il suo castello ad una folla di calvinisti. I triumviri cattolici tentarono intimorirla, e dopo averla indarno minacciata di chiuderla in un monastero, ebbero ricorso alla forza. Guisa maudò quattrocento uomini a Montargis, e gli abitanti cattolici schiusero loro le porte. La duchessa bì chiuse nel castello: «Pensate a quello che fate, diss'ella fieramente agli aggressori, nou v' ha alcuno che possa comandarmi in questo regno, tranne il re, e se voi spingete le cose agli estremi, mi metterò sulla breccia e vedrò se avrete l'audacia di uccidere la figliuola d'un re ». La nuova dell'assassinio di Guisa allontanò i cattolici. Renata, di cui aveva sposato la primogenita, lo pianse sinceramente e andò da Calvino a lagnarsi della gioja che mostravano i protestanti per la morte di quel loro nemico formidabile. Alla conclusione della pace, Renata non avendo potuto ottenere di far predicare a Parigi in casa saa, andò di bel nuovo a Montargis, tutta intenta a fare il bene senza distinzione di parti e ad abbellire quella piccola città. Montargis le va debitore d'un collegio, ed ella trasformò il proprio castello in un vero ospedale. Durante la seconda guerra, la vicinanza dell'esercito ugonotto e la pronta conclusione della pace fecero sì che la non fu molestata. Ma al principio della terza guerra il duca d'Angiò volle, in nome del re, ch'ella ricevesse nel suo castello una guarnigione e licenziasse quattrocento infelici protestanti che aveva raccettati ed ai quali somministrò tutto l'occorrente pel viaggio. Ella era a Parigi durante l'eccidio di san Bartolomeo, e reduce a Montargis dopo la strage, ospitò un gran numero di ministri fuggiaschi e continuò a far celebrare il culto protestante. Nel suo testamento, testimonianza commovente della sua fede, Renata deplora i mali della guerra civile e racco manda a* suoi figliuoli la professione del Vangelo come la base più salda della prosperità delle famiglie e degli Stati. Sua ultima volontà fu d'essere seppellita senza pompa, ma la Corte le fece fare splendide esequie in Parigi nella cappella di Borbone. La sua spoglia mortale fu deposta nella chiesa del castello di Montargis.
Dal maritaggio di Renata col duca Ercole d'Este nacquero cinque figliuoli : Alfonso, duca di Ferrara ; Luigi, cardinal d'Este: Anna, moglie del duca Francesco di Guisa; Lucrezia, maritata al duca d'Urbino, e Leonora, resa immortale dall'amore del Tasso (V. Este (da) [geneal.]).
Vedi : Giraldi, Commentario delle cose di Ferrara e dei principi d'Este — Muratori, Antichità Estensi (part. n) — Catteau-Calleville, Vie de Renée de France (Berlino 1781) -- Muench, Renée von Est (1831).
RENATE (geogr.). — Comune nel circondario di Monza, provincia di Milano, con 1333 abitanti.
RENATO D'ANGIO' (biogr.). — Conte di Provenza e d'Angiò, duca di Lorena e di Bar, figliuolo secondogenito di Luigi II re delle Due Sicilie, nacque ad Angers il 26 giugno 1408. Dopo la morte di Carlo 11, egli ebbe a far valere i diritti che gli competevano su quella contrada in conseguenza del matrimonio con Isabella sua cugina, figliuola unica dell'ultimo duca; ma incontrò una grave resistenza. Nel 1434, morto Luigi III suo fratello, venne chiamato al trono di Napoli, in virtù del testamento della regina Giovanna lì. Contuttociò, siccome egli era in allora prigioniero sulla sua parola del duca di Borgogna, non diede ascolto che alla voce dell'onore, e andò a porsi in balla del suo nemico. Sostenuto tre anni in cattività, non venne rilasciato che nel 1436 , mediaute un forte riscatto. Troppo debole allora per contendere, non ostante il corag-! gio e l'ingegno ond'era fornito, contro il suo formi-1 dabile competitore Alfonso d'Aragona, gli fallì l'impresa da lui tentata sul reame di Napoli (1442), e I rinunciando per sempre a quel dovizioso retaggio, , fu d'allora in poi suo unico pensiero il far godere alla Provenza i benefizi di un governo veramente paterno, abbandonando a suo figlio Giovanni, già duca di Calabria, il governo del ducato di Lorena. Nessun principe, convien dirlo, adempì più nobilmente la sua missione. Renato attese soprattutto ad istruire i suoi popoli onde renderli felici: fondò collegi, si circondò d'uomini istruiti, incoraggiò con ogni mezzo le scienze, le arti, l'agricoltura, il commercio , e diede egli stesso l'esempio, coltivando con felice successo la pittura e la poesia. Oltre YAbusé en cour, romanzo in versi ed in prosa, compose il romanzo di Très doulce merci au cosur d'amour épris, ed il Traité d'entre l'àme dévote et le coeur. Compose anche diversi mottetti che furono ( cantati lungamente nelle chiese di Provenza; ed è pure creduto autore delle arie della famosa processione di Aix, di cui gli si attribuisce l'instituzione, come anche di quella che veniva denominata comunemente Consacrazione di Angers. Renato aveva lavorato in parecchi misteri o componimenti drammatici , cui si piaceva di far rappresentare con grandissima pompa. Tale buon principe era grande, ben fatto, di volto aperto e grazioso e pieno di maestà. La di lui semplicità era tale verso la fine della sua vita, che la spesa della sua casa non eccedeva quindicimila franchi (centoquarantaquattromila frauchi della moneta attuale di Francia). Viaggiava ne' suoi Stati come un semplice partico-I lare, e passava una gran parte de' suoi giorni in i campagna. Era uno de' suoi piaceri quello di pas-
| |
Este Margherita Navarra Renata Francia Chartres Montargis Francia Montargis Orléans Guisa Condé Francesco More Calvino Renata Montargis Guisa Calvino Renata Parigi Montargis Angiò Parigi Bartolomeo Montargis Renata Vangelo Stati Corte Parigi Borbone Montargis Renata Ercole Este Alfonso Ferrara Luigi Este Anna Francesco Guisa Lucrezia Urbino Leonora Tasso Giraldi Commentario Ferrara Este Antichità Estensi Vie Renée France Berlino Renée Est Monza Milano Provenza Angiò Lorena Bar Luigi II Due Sicilie Angers Carlo Isabella Luigi III Napoli Giovanna Borgogna Alfonso Aragona Napoli Provenza Giovanni Calabria Lorena YAbusé Très Traité Provenza Aix Consacrazione Angers Francia Stati Marot Calvino Guisa Renata Montargis Este Muratori Nessun Renato Renato
|