Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      di grano, le sue prime rendite si c9mpongono dei servigi resi dai suoi fondi produttori, e la sua produzione equivale un cambio, nel quale egli avrebbe dato i suddetti servigi ed avrebbe ottenuti i prodotti che ne sono risultati. Quest'analisi è necessaria per conoscere il vero valore delle rendite. Che cosa è il valore? È la quantità di qualunque merce che si può ottenere in cambio della merce di cui vogliamo disfarci. Iu questo cambio, che noi chiamiamo produzione, qual è la cosa che noi diamo? I nostri servigi produttivi. Che cosa dà loro un valore? La quantità dei prodotti che ci procurano. I nostri servigi dunque hanno maggior valore a misura che ci procurano maggior quantità di prodotti, e la maggior quantità di prodotti equivale al loro minore prezzo relativo ai servigi di cui sono risultamenti. Or chi raccoglie maggior quantità di prodotti non è più ricco di chi ne raccoglie meno? E siccome l'importanza delle rendite costituisce quella dei fondi, questi non si accrescono con quella? Così passando dagl'individui alle nazioni, le rendite di queste sono tanto più considerevoli, quanto più i prodotti vi sono a buon mercato. La nostra fortuna si compone dei nostri fondi produttivi: le prime rendite che se ne ricavano sono i servigi produttivi. Quapdo pochi servigi bastano per procurar molti prodotti, questi sono a buon mercato, non solo per rapporto ai Rervigi che gli han creati, ma per rapporto alle rendite degli altri individui. Ora i prodotti meno cari per rapporto a tutte le rendite, fanno più considerevoli le rendite, essendosi più ricco, quanto si ha facoltà di acquistare maggior quantità di cose. Questi principii mostrano quanto poco giusta idea si ha della ricchezza rispettiva di due nazioni , allorché si paragona la somma delle loro rendite. La più ricca è quella che con le sue rendite può acquistare maggiore quantità di cose. La sua agiatezza dipende dal rapporto di due quantità che stanno nella stessa nazione, e non di due quantità, di cui l'una vi ò dentro e l'altra fuori. Per valutare approssimativamente l'agiatezza di due nazioni, bisognerebbe poter paragonare la quantità di prodotti che si può ottenere presso l'una e presso l'altra mediante una stessa quantità di servigi produttivi.
      Qualunque sieno le trasformazioni che i cambii fanno subire al valore dei servigi produttivi che compongono la rendita primitiva , questa rendita esiste sempre finché la consumazione non la distrugga. Se la mia rendita è il servigio produttivo di uua terra, esiste anche quando per la produzione si è mutata in un sacco di grano, ed anche quando questo grano si é mutato in lire, quantunque il compratore del mio grano l'abbia consumato. Ma allorché con quelle lire ho acquistato una cosa che ho consumata, il valore che componeva la mia rendita ha cessato di esistere ; la mia rendita è distrutta, comecché le lire, nelle quali é stata pel momento trasformata, esistano ancora. Nè bisogna credere che sia perduta per me Bolo, e che continui ad esistere per coloro nelle cui mani sono passate le lire. È perduta per tutti, imperocché il possessore di que' scudi non ha potuto ottenerli che a costo di un'altra rendita 0 di un fondo del quale ha disposto. Quando a un capitalesi aggiungono dei valori che provengono da una rendita, cessano di esistere come rendita, e non possono servire a soddisfare i bisogni del loro possessore: esistono come capitale; sono consumati nella maniera dei capitali, consumazione ch'è una specie di anticipazione, della quale è rimborsato dal valore dei prodotti. Ma in qual modo le rendite si distribuiscono nella società? Gli agenti della produzione, uomini e cose, terre, capitali, o genti industriose , tutti concorrono cou varii mezzi alla formazione della base del valore che si stabilisce sulla misura dei loro servigi. Ogni prodotto compiuto paga col valore cbe ha acquistato tutti i servigi occorsi a crearlo. Molti di questi servigi sono stati compiuti prima del prodotto, ed è bisognato che qualcuno facesse delle anticipazioni; altri sono stati compiuti dopo del prodotto e della sua vendita: in tutti i casi sono stati salditi col valore del prodotto, diviso fra tutti i produttori.
      Le rendite souo effettive, quantunque siano state consumate. Non si creda ch'esse, frutto di un valore prodotto, non siano rendite, perchè hanno subito il loro destino di provvedere ai bisogni della società. Se in una nazione non vi fossero altre rendite che l'eccedente dei valori prodotti sui valori consumati, risulterebbe una conseguenza assurda; una nazione la quale avesse consumato in un anno tanti valori quanti ne ha prodotti, non avrebbe avuto rendita. Si direbbe che un uomo il quale ha 50,000 lire di rendita, non ne avesse avuta, perchè l'ha mangiata?
      Quantunque molti prodotti non abbiano una lunga durata, e clfc sieno consumati appena prodotti, come avviene ai prodotti immateriali, il loro valore non per ciò fa meno parte delle rendite annuali di un individuo. Non sono essi dei valori prodotti e consumati per soddisfare alcuni nostri bisogni? Occorre altra condizione per formarne delle rendite?
      La maggior parte delle rendite, ossia dei valori prodotti, si risolvono per un certo tempo in moneta, e possono essere valutate in moneta; non per questo la moneta costituisce le rendite. La moneta serve a far circolare dei valori che sono o porzioni di rendita 0 porzione di capitale ; ma non è una rendita annuale, perchè non è un prodotto annuale; è bensì il prodotto di un commercio più
      0 meno antico. Le reudite sono il valore col quale si è avuto una somma di danaro; e siccome questo valore si trova di passaggio sotto la forma di moneta, le stesse lire servono molte volte nell'auno a pagare od a ricevere rendite differenti. Vi sono anche porzioni di rendite che non prendono mai la forma di danaro. Un manifatturiere che nudrisce
      1 suoi operai, paga una parte del loro salario in alimenti: questo salario, che forma la principale rendita dell'operaio, è pagato, percepito e consumato, Benza che sia stato per un istante trasformato in moneta. Non bisogna dunque confondere il danaro che si ricava dalle rendite con le rendite. Queste non sono il danaro che si riceve in cambio dei prodotti creati, ma bensì questi stessi prodotti 0 il valore, chè mediante i cambii è suscettivo di trasformarsi in scudi, come sotto qualunque altra forma. Si domanda se lo stesso valore che si è ri-
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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