Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      RENfc
      prono la vena cava di codesti molluschi. La presenza dell'urea in siffatte appendici e la loro attinenza coi vasi sono condizioni che si prestano a questa supposizione.
      Nei gasteropodi vedesi del pari una ghiandola, di cui il canale escretorio accompagna il retto intestino, e si apre a lato dell'ano ; l'analisi chimica ha scoperto nell'interno di essa la presenza dell'acido urico.
      Nei molluschi acefali, in un organo speciale e problematico, che ebbe il nome di polmone di Bo-janus, si scopersero delle concrezioni contenenti acido nrico, in modo che anche quegli animali sarebbero provvisti di reni.
      Finalmente deggionsi riguardare come tali i casali escretori che percorrono tutta la lunghezza del corpo nei vermi trematodi e cistoidi, che furono sinora scambiati per vasi circolatoci ; essi si aprono all'esterno per mezzo d'una vescichetta pulsatile, e sono forniti di lunghe ciglia vibratili che muo-vonsi in un solo senso.
      RENE (anat. e fìsiol.). — I reni (Tav. XLV1II, fig. K, 2) sono gli organi secretori dell'urina, in numero di due, situati profondamente uno a destra e l'altro a sinistra nella regione lombare, ai lati della colonna vertebrale, al di fuori del peritoneo, il quale non fa che passare loro davanti, vi sono circondati da una grande quantità di tessuto adiposo; il rene destro discende ordinariamente un po' più in basso del sinistro, senza dubbio per la presenza del fegato. Le dimensioni ordinarie del rene sono di 74 ad 88 millim. di lunghezza su 54 di larghezza e di 27 millim. di spessezza. II di lui tessuto è più duro e nello stesso tempo più fra--gilè di quello delle altre ghiandole ; e presenta un color rosso bruno o di feccia di vino con diverse gradazioni.
      La forma del rene non si potrebbe meglio paragonare che a quella d'una semente di fagiuolo; epperò sì possono nel medesimo considerare due faccie ed una circonferenza. La faccia anteriore, leggermente volta all'infuori, è convessa e ricoperta dal colon lombare corrispondente, qualche volta dal semplice peritoneo, ed è in rapporto, a sinistra colla milza, col pancreas e la grossa tuberosità dello stomaco, a destra col fegato e colla seconda porzione del duodeno. La faccia posteriore, meno convessa dell'anteriore, guarda un po' all'indentro, e corrisponde al quadrato dei lombi, dal quale viene separata dall'aponeurosi del muscolo trasverso, al diaframma, ed al muscolo psoas, il quale la separa dalla colonna vertebrale. La circonferenza presenta nn margine esterno convespo, semi-ellittico, e rivolto all'indietro, ed uno interno diretto all'innanzi, profondamente incavato nella parte media onde costituire la cosi detta scissura del rene, la quale è assai più pronunciata nella parte posteriore cbe anteriormente. L'estremità superiore è tondeggiante, e viene abbracciata più o meno immediatamente dulia capsula soprareuale; essa è ordinariamente più voluminosa inferiore, la quale è rivolta alquanto all'infuori, ed oltrepassa l'ultima costa. L'intiera superficie di quest'organo è poi involta in una membrana fibrosa, trasparente, la quale aderisce al di lui tessuto permezzo di piccoli prolungamenti che si lacerano colla più grande facilità.
      Il parenchima del vrene è composto di due sostanze: una esterna, denominata sostanza corticale o glandulosa ; l'altra profonda, detta sostanza midollare o tubulare. La sostanza corticale (ivi, fig. I, 1) forma uno strato di apparenza granulare, molle, rossigno, alcuna volta giallognolo, di 4 millimetri all'incirca di spessezza, il quale occupa la superficie del rene, e manda dei prolungamenti a foggia di colonne o di tramezzi per entro i fa-ecetti della sostanza tubulare. Ove la si esamini al microscopio, scorgesi composta di un'immensità di granulazioni ovoidi o sferoidali (granelli ghiandolari del Malpighi), che la macerazione perviene ad isolare gli uni dagli altri; ed ove il taglio sia verticale, veggonsi i medesimi appesi ai tubi di Ferrein, di cui parleremo più sotto, come altrettanti acini d'uva sul graspo che li sostiene. Tali granulazioni, le quali vennero in questi ultimi tempi distinte dai micrografi col nome di glome-ruli, sono pur visibili ad occhio nudo incidendo un rene fresco, sotto forma di piccoli punti rossi : esse sono costituite, secondo Meckel, dalle estremità delle arterie e dalle radici dei condotti uri-niferi insieme confusi, e secondo Cayla da una piccola sfera solida, su cui si dirama un'arteriuzza, mentre Huschke, Bowmann e Mullersono d'accordo nel considerarle come altrettanti aggomitolamenti di ramificazioni arteriose.
      La sostanza tubulosa o midollare, d'un rosso sbiadito, si presenta sotto l'aspetto di coni o di piramidi di apparenza fibrosa o striata (piramidi del Malpighi), le di cui basi aderiscono alla sostanza corticale, e le estremità libere sono dirette verso la scissura renale, dove prendono la forma di piccoli capezzoli (ivi, 2). Bellini considerò tali fibre o strie della sostanza midollare come altrettanti tubi uriniferi, i quali vennero perciò detti tubi del Bellini. Da questa disposizione ne segue che il rene è diviso in un numero di lobi corrispondenti al numero dei coni della sostanza tubulosa, cioè da dieci a venti lobi, che essendo solo temporanei nel feto umano, sono permanenti nel maggior numero degli animali; epperò il medesimo puossi considerare siccome composto dall'agglomerazione d'un numero più o meno rimarchevole di reni più piccoli insieme riuniti sotto lo stesso involucro.
      Abbenchè poi le due sostanze del rene si mantengano a prima giunta abbastanza distinte, è però facile scorgere che un certo numero di fibre o strie della sostanza tubulosa penetrano nella corticale, descrivendo delle leggere incurvature, e raggiungono la superficie dell'organo. A questa porzione di tubi divenuti flessuosi, essendo stata oggetto di particolare studio per parte del Ferrein, il quale riteuue tali tubi siccome condotti escretori delle granulazioni, venne dato il nome di condotti del Ferrein. Soggiugueremo altresì che dall'i njezione con mercurio praticata per entro la sostanza tubulare, la quale penetra perciò nei tubi, rimane comprovato che i medesimi non costituiscono altrettanti condotti semplicemente addossati gli uni agli altri, e distinti in tutta la loro lunghezza, ma sibbenet^ooQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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