Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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RENIERI VINCENZO - RENNA
RENIERI Vincenzo [biogr.). — Astronomo, nato a Genova, morto nel 1648 a Pisa, entrò nell'ordine degli Olivetani e coltivò da principio la poesia, pubblicando un poema latino sulla distruzione di Gerusalemme (Macerata 1628), poscia in Genova nel 1635 una favola boschereccia italiana, intitolata l'Adone. Si volse poi con più maturo consiglio all'astronomia e si diè scolaro a Galileo , il quale, come narra Viviani nella vita di quel grande, quando sullo scprcio del 1637 perde la vista, a lui consegnò tutte le sue osservazioni sulle stelle Medicee, acciocché ne formasse le Tavole e le Effemeridi che doveansi poscia inviare agli Stati d'Olanda. Il padre Renieri continuò, sulla scorta degli insegnamenti del suo maestro, a far nuove os servazioni, e della sua diligenza nel farle e del suo ingegno nel dedurne le conseguenze è prova una lettera da lui scritta da Genova nel 1640 al principe Leopoldo, in cui gliene comunica alcune. In essa gli esprime eziandio il desiderio di avere una cattedra in Pisa, cbe ottenne in fatto poco appresso, od era già sul punto di pubblicare le suddette effemeridi dei satelliti di Giove , quando fu sopraccolto dalla morte, e gli scritti tutti, non si sa per cui opera, furono involati. Abbiamo di lui : De Etruscarum antiquitaium fragmentis Scornelli prope Volterrani repertis, Disquisì tio astronomica (Fireuze 1638); Tabulce Medicee universales quibus post unicum prostaphcereseon orbis canonem pla-netarum calcultis exhibetur juxta Rudolphinas, Da-nicas, Lansbergianas, Prutenicas, Alphonsinas et Ptolemaicas (ivi 1639).
Vedi Tiraboschi, Storia della letterat. italiana (lib. M. voi. vili).
RENIFORME FOGLIA (Folium reniforme) (bot.). — Cosi chiamasi quella foglia che ha il margine ar-rotondito e scavato alla base per modo che prende la forma di un rene o di un fagiuolo; ne somministrano esempi Yaristolochia, l'asaro, l'albero di Giuda, ecc.
RENNA (eool.). — Quadrupede della famiglia dei cervi, i cui caratteri sono: corni sessili più o meno divisi, forniti di palchi basilari e mediani; palchi schiacciati. Possiede inoltre la renna i seguenti caratteri, che porgono buon fondamento di separazione dalle altre sezioni di questa famiglia. Tutti e due i sessi sono forniti di corna e di denti canini ; hanno muso coperto di pelo, salvo che è un piccolo spazio ignudo tra le narici come un accenno al muso ignudo che si trova in altre specie della stessa famiglia. Le narici sono oblique ed ovali; la testa alquanto larga e lunga ; collo corto e massiccio portato orizzontalmente. Le corna, massime nei maschi, sono assai grandi, ma di assai varia figura. I piedi sono profondamente fessi; premuti contro terra, si allargano ; ed alzati, si chiudono. Le unghie si richiudono e sono assai concave di sotto, e con margini affilati. Il pelame èdi due sorta, l'una corta, morbida e fitta, e l'altra più lunga, pur fitta, dura ed eretta, più allungata sotto il collo, in modo da pendere a guisa di frangia. Le membra sono corte e muscolari , le spalle e il collo assai gagliardi ; il corpo fermamente costrutto; e il contorno intiero dell'animale così fatto da renderlo adatto agli usi a cui serve nella Lap-
ponia. La renna si trova diffusa per tutte le regioni artiche dell'Europa, dell'Asia e dell'America; e prospera spezialmente nella Finmarca, nella Lapponia e nello Spitzberg, e meno nella Norvegia. Nell'Asia stendesi più verso mezzodì che non in Europa, trovandosi lungo la catena dell'Ural fino ai piedi delle caucasee montagne. È comune nelle latitudini settentrionali della Siberia e abbonda nel Kam-sciatca. Nell'America, dove le chiamano caribù, è principalmente numerosa tra i gradi 63° e 66° di lat., trovandosene il limite meridionale a circa 50°.
Fig. 5644. — Renna.
Si dubitò se la renna dell'Europa, dell'Asia e dell'America sia specificamente la stessa, o più specie ; ma noi propendiamo a considerarle come varietà di una medesima specie. La renua (intendiamo principalmente l'europea, sebbene le osservazioni facciano eziandio per l'asiatica e l'americana) è è d'abitudini essenzialmente migratorie e ragunasi in torme che si trasmutano da'boschi alle aperte colline, e viceversa, secondo la stagione. 1 boschi sono il loro ricovero invernale, e quivi cibansi dei lunghi licheni cbe pendono in festoni dagli alberi, del bianco lichene che copre il terreno e delle messe della betulla e del salcio. Al tornar della primavera ripassano alle montagne, parte per trovarvi il loro prediletto cibo , ma più per sottrarsi da certi insetti loro persecutori, e massime da una specie d'assillo (osstrus tarandi) che a quella stagione comincia comparire e farsi a punzecchiarle. E talmente forte è questo istinto che sospinge la renna a trasmigrare , cbe non è possibile di spegnerlo neppure nella razza domestica, che forma la Boia ricchezza de' Lapponi; onde costoro sono costretti a menar vita seminomadica, facendo periodici viaggi piuttosto faticosi dall'interno del paese alle montagne che sovrastauo alle coste della Norvegia e della Lapponia, e viceversa. All'avvicinarsi dell'inverno il mantello della renna comincia ad ispessarsi e assume una tinta più chiara, come fanno la maggior parte de' quadrupedi polari. In istato domestico l'animale va soggetto a gran varietà di colore; avvene molti che son bianchi * e
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