Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      iteRÉ P&SCATOfcE - feÈPNI^ (PRINCIPI)
      della quale, soppresso l'ordine, divenne proprietario. Giovandosi nell'esercizio dell'arte sua delle cognizioni attinte nelle varie scienze naturali, tolse a coltivare segnatamente la geologia; ma nell'os-servare i vestigi maraviglisi dei cataclismi impressi dalla natura nelle viscere della terra non dimenticò quelli che gli nomini lasciarono sulla sua superfìcie sia nei monumenti superstiti, sia con la tradizione degli avvenimenti memorabili. Ond'è che in lui accanto al geologo crebbe lo storico, e il Repetti ebbe sopra molti naturalisti il pregio singolare d'integrare la descrizione dei fatti della natura con la descrizione dei fatti dell'uomo. Nel 1820 diede il primo saggio del suo sapere con un libro modesto nel titolo, ma grave di molta dottrina, vogliano dire i Cenni sopra l'Alpe Apuana e i marmi di Carrara, che riscossero il plauso dei naturalisti e degli eruditi. D'allora in poi arricchi l'Antologia di Firenze del yieusseux di dotte e svariate monografie, fra le altre quella sopra Antonietto Campofn'goso signore di Carrara e poeta volgare del secolo X VI; l'altra sul Clima delle Maremme, doviziosa di ricordi storici e di utili avvertenze igieniche; le Congetture intorno a Gabriele Pepe quando ferveva la disputa promossa da Carlo Troya sul senso allegorico del Veltro di Dante e le osservazioni a Sebastano Ciampi sullo Zibaldone di Giovanni Boccaccio e sulla Lettera di Zanobi da Strada. Ma di tutti i lavori del Repetti quello che contribuì maggiormente alla sua fama è il Dizionario geografico, fisico, storico della Toscana, ecc., uno dei migliori, se non il migliore lavoro sulla provincia più bella d'Italia. Quando si pon mente ch'esso è opera di un solo, cominciata e condotta a termine nello spazio non lungo di quattordici anni, e quando l'autore era già quasi settuagenario, non si può non meravigliare di tanta stupenda operosità. Basta aver avuto fra mano l'opera del Repetti per formarsi una giusta idea delle grandissime difficoltà che dovette superare il suo autore nel togliere a descrivere minutamente un paese com'è la Toscana, così vario nella formazione geologica del suo territorio, così ricco di prodotti naturali e fabbricati, così fecondo di monumenti e memorie municipali, e non lasciare senza illustrazione una borgata sconosciuta, un castello rovinato; e contare le vestigia che in quel suolo impressero gli Etruschi, i Romani, i Barbari; e seguire il corso dei fiumi, segnare tutti gl'indizi che possono far supporre ciò che si nasconde nelle viscere dei monti ; passare dalle carte di un'antica badia alla statistica dei prodotti d'una miniera recente, dal testamento di un conte alla analisi di una sorgente minerale. Quello poi che torna a maggior lode del Repetti è la parte storica del suo Dizionario. Nel primo concetto dell'opera aveva disegnato dare alla storia un posto secondario, lasciando il principale all'illustrazione fisica del territorio toscano. Ma sia per l'amore che aveva sempre portato alle cose storiche, sia per la ricca messe di cognizioni che aveva raccolte dalle storie municipali toscane, tanto volle compiacere al genio de'tempi così inclinato alla storia, che la parte secondaria divenne principale, con grande vantaggio degli studiosi di storia patria, il granduca, oltre all'averlo soccorso fin dal prin-
      cipio del suo lavoro con frequenti sussidii, gli assegnò nel 1840 una pensione, e nel 1844 lo nominò ministro principale nell'uffizio dello stato civile. Compiuto che fu il Dizionario, lo decorò di una medaglia d'oro.
      Vedi Marco Tabarrini, Biografia di E. Repetti, nell'Archivio storico italiano di Vieusseux (.Appendice, n. 27).
      RE PESCATORE. V. Alcedo e Celci.
      REPNIN (principi) (geneal.). — Antichissima famiglia russa, discendente, dicesi, in linea retta da san Michele di Cernigoff, ma spenta, quanto ai maschi, dal 1801, e il cui nome è oggi portato da un principe Volkonski, che ne discende per via di donne.
      Fra i membri più illustri di questa famiglia citeremo: il principe Anikita Ivanovitc (1668-1726), uno dei più illustri compagni d'arme di Pietro il Grande, cbe lo nominò felci-maresciallo generale ; suo figliuolo Vassili-Anikilitch, morto a Kuhnbach il 31 luglio 1748, gran mastro d'artiglieria e comandante il corpo ausiliario russo inviato nel 1748 in appoggio di Maria Teresa, e che penetrò fino al Reno; e finalmente il costui figliuolo Niccolò Va8Silievitch, uno dei personaggi più illustri dei regni di Caterina II e Paolo I. Ei nacque il 23 marzo 1734 e fu da principio ministro plenipotenziario a Berlino, presso Federico il Grande, e quindi a Varsavia. Nella guerra contro i Turchi, nel 1770, prese parte alle varie battaglie sulle sponde della Larga e del Ca-goul. Il 7 agosto prese d'assalto Ismail, e il 30 dello stesso mese Kilia. Il 22 luglio 1774 firmò la pace di Koutscuk-Kainargi. in cui i Turchi cederono una gran parte della Nuova Russia e della Crimea. L'anno seguente andò in qualità d'ambasciatore a Costantinopoli, e nel congresso di Teschen nel 1779 fu egli che indusse l'Austria a conchiudere la pace. Il 19 settembere 1789 sconfisse il seraschiere sulle rive della Schlatscha, e nel 1791 mise pienamente in rotta il granvisir in una battaglia sulla sponda destra del Danubio. Questa vittoria addusse j preliminari del trattato di Jassy, conchiuso nel 1792, ma il favorito di Caterina II, Potemkin, ne rimase irritato per gelosia e lo denigrò presso l'imperatrice, sì che dovette ritirarsi a Mosca. Appresso però fu nominato governator dell'Estonia e della Livonia, e dopo il secondo smembramento della Polonia gli fu anche affidata la Lituania. Egli ebbe per poco il comando dell'esercito contro i patrioti, ma le sue operazioni troppo lente gli fecero anteporre Souwaroff. Dopo aver contribuito all'elezione di Stanislao Poniatoivski a re di Polonia, Repnin dovette annunziargli la sua decadenza. Caterina II aveva per tal modo raggiunto il suo scopo, ma pochi mesi dopo mori e il suo successore Paolo I conferì finalmente a Repnin il grado di feld-ma-resciallo che non aveva finora potuto ottenere. Nel 1798 lo czar lo mandò a Berlino con la missione segreta di indurre la Prussia ad entrare con essolui nella nuova coalisione coutro la Francia; ma non ci essendo riuscito, fu relegato a Mosca, ove morì il 12 (24) maggio del 1801. Non avendo figliolanza maschile, l'imperatore Alessandro diede il suo nome al suo uipote Niccolò Wolkonskl - Repnin, il quale, nato nel 1780, era entrato di buon'ora nella car-


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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