Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      cbe la stampa era nota ed esercitata prima del secolo decimoquinto.
      REQUIEM (liturg.). — L'abitudine assai generale cbe ha la Chiesa di designare alcune solennità colle prime parole dell'introito della messa, come La-tare, Reminiscere, Quasimodo, ecc., è stato motivo che si desse il nome di Requiem alla messa dei morti, l'introito della quale comincia colle parole: Requiem ceternam dona eis Domine. Si chiama ancora messa di Requiem la messa di anniversario che comincia colle parole: Requiem tibi dabit Do-minus ( ls., liiii, 11); e di qui tutte le messe di Requiem, anche quando non cominciano per Requiem, siccome quella che si dice ai funerali di un vescovo o di un sacerdote.
      La messa di Requiem è stata molte volte posta in musica da maestri valentissimi; ma le più celebri composizioni sono quelle di Mozart e di Cherubini. Quest'ultimo compose specialmente pel giorno di sua morte una messa di Requiem, che infatti venne eseguita la prima volta ai suoi funerali.
      REQUTENIÀ (paleont.). — Genere di molluschi fossili , dell'ordine dei brachiopodi cirridati, affluissi mi alle caprotine.
      REQUISITORIA (giurisp.). — Le funzioni del pubblico ministero sono politiche e giudiziarie ; politiche quando hanno per iscopo l'osservanza delle leggi, il patrocinio che lo stesso ministero è tenuto di prestare a certe corporazioni, la vigilanza in fine che deve esercitare sulla società, con assennati provvedimenti di polizia tendenti a prevenire i delitti, e colla facoltà ad esso spettante di denunziare gli abusi ed i delitti che si commettono nell'amministrazione della giustizia; giudiziarie quando esse non mirano che a predisporre con un parere ragionato la decisione di un tribunale intorno ad un processo. Esse sono meramente politiche allorquando sono unicamente intente al ben pubblico ed affatto indipendenti da qualsivoglia giudiziale sentenza. Sono politiche e giudiziarie ad un tempo allorquando, trattandosi di un affare speciale, tendono non pertanto ad uno scopo di ben pubblico.
      Queste funzioni hanno, giusta la fatta dimostrazione, una forma e un nome diverso. Tutto ciò che si riferisce all'oggetto politico s'instruisce per via di requisitoria o di requisizioni, vale a dire di una domanda od opposizione. Quanto spetta al giudiziario, s'instruisce mediante la forma di conclusioni, cioè di un parere ragionato, il quale finisce con una formola sostanziale della sentenza da pronunziarsi. Dopo aver dato le sue conclusioni in un processo, il pubblico ministero può richiedere quanto stima opportuno: egli lo fa soventi volte, e i giudici decidono ad un tempo intorno ai due oggetti, tranne che Bianvi motivi speciali che li obblighino a disgiungerli. In conseguenza di questa distinzione, allorquando il pubblico ministero tiene discorso al cospetto di un tribunale civile , si suol dire cbe egli è inteso nelle sue conclusioni. Egli non fa in tal caso che dare il suo parere. Quando poi parla innanzi ai tribunali criminali, le sue conclusioni Bono precedute da una requisitoria, perchè opera direttamente come parte pubblica e domanda l'applicazione di una legge penale contro il reo od accusato.
      RESANA (geogr.). — Comune nella provincia di Treviso, circondario di Castelfranco, con 4003 ab.
      RESCALDINÀ [geogr.). — Comune nel circondario di Gallarate, provincia di Milano, con 1891 abit.
      RESCHID PASCIÀ Mustafà(biogr.). — Celebre uomo di Stato turco, capo del partito della riforma in Turchia, nato nel 1800 a Costantinopoli, morto il 7 gennajo 1858, cominciò la sua carriera politica nel 1820, e quando scoppiò la guerra della Turchia contro l'Egitto, fu incaricato, dopo la battaglia di Konieb (21 dicembre 1832), d'una missione diplomatica presso Ibrahim-Pascià a Koutaja. Pieno d'ingegno, di carattere fermo e modesto, ed iniziato più d'ogni altro musulmano alla civiltà d'Occidente, fu, nel novembre del 1837, nominato dal sultano Mahmoud ministro degli affari esteri, e diede opera a quelle riforme con cui il cadente Impero ottomano tentava rigenerarsi. Dòpp superate molte difficoltà, Reschid riuscì a conchiudere nel 1838 un trattato di commercio coll'lnghilterra e quindi con la Francia. Però nell'autunno del 1838 ei soggiacque agli intrighi del vecchio partito fanatico turco, non che, per quel che bì pare, della diplomazia russa, e fu costretto a deporre il portafoglio per andare ambasciatore successivamente a Londra, Berlino e a Parigi, ove fu incaricato di difendere gli interessi della Porta contro il viceré d'Egitto. Egli si trovava a Parigi coi suoi due figliuoli che faceva educare all'europea, quando nella state del 1839 il sultano Mahmoud ricominciò la lotta col viceré d'Egitto. Ma morto quel monarca nell'anno istesso, e il disastro di Nisib avendo posto a grave repentaglio l'Impero turco, Reschid fu richiamato in fretta a Costantinopoli, ove ripigliò, il 5 settembre, il ministero degli esteri. Sotto il grande visirato di Khosreff Pascià e poscia sotto quello del vecchio Halil Pascià, Reschid ebbe in mano i destini dell'Impero ottomano, e in mezzo alle circostanze più critiche fece prova di sommo zelo per favoreggiare il progresso interno del pari che per mantenere la sua indipendenza esterna. Ammiratore del sistema parlamentare e costituzionale dell'Occidente, fece promulgare, il 3 novembre 1839, il celebre Haiti scerif di Gulhanè, specie di coBtituzioue, resa però impossibile dalla situazione generale delle cose. I suoi sforzi per addurre nel 1840 la quadruplice alleanza di Loudra, la spedizione in Siria e l'umiliazione finale del viceré d'Egitto furono più fortunati. Nel mezzo del 1841 ei fu sbalzato di bel nuovo dal suo posto dagli intrighi del serraglio, e tornò ambasciatore a Parigi, ove studiò l'amministrazione e le finanze, si perfezionò nella pratica della lingua francese, acquistò l'eleganza e la precisione dello stile diplomatico, e : strinse conoscenza co' personaggi più illustri ed autorevoli. Finalmente nel gennajo del 1843 fu richiamato a Costantinopoli, ove giunse nel febbrajo co' suoi due figliuoli, dopo aver traversato l'Alle-magna e visitato Vienna. Reso sospetto al sultano come avverso al vecchio sistema turco e favoreg-, giatore fanatico dell'Occidente, specialmente della j Francia, non fece parte del ministero e fu inviato governatore ad Adrianopoli ; ma non andò guari , ch'ei fu di bel nuovo nominato ambasciatore a Parigi. Alla caduta di Riza Pascià, verso la fine del
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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