Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
RESCISSIONE - KESCUPORl
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1845, lasciò di bel nuovo quel posto per ire a ripigliare a Costantinopoli la direzione degli affari esteri. Allora cominciò il periodo più brillante della sua carriera. Nominato gran visir il 28 settembre
1846, conservò questo alto posto fino all'autunno del 1852; ma sfortunatamente la maggior parte della Bua attività fu consumata nel difèoruere la sua situazione. L'ambasciatore d'Inghilterra, sir Strat-ford Canning, appoggiava con tutta la sua influenza un ministro che solo pareva capace salvare l'Impero turco riformandolo. Dal canto suo Reschid si volse soprattutto all'Inghilterra, ed il suo ideale si era un'alleanza fra questa Potenza, la Francia e la Turchia sotto l'impulso della prima.
Abbandonato dall' Inghilterra , respinto dalla Francia, Reschid cadde dal potere nella state del 1852, e vi tornò in capo a quarantun giorni, ma per essere di nuovo rovesciato il 7 ottobre 1852. Giammai caduta fu cosi strepitosa. I suoi nemici erano onnipossenti, e lo accusavano di aver voluto dar la Turchia in mano alla Russia a prezzo di danaro, d'esser l'amante della sultana Validè, e d'altri delitti immaginarii, ipa che gli trassero addosso l'odio popolare. Ma quando il principe Menzikoff comparve a Costantinopoli latore delle intimazioni minacciose della Russia, Reschid fu richiamato e divenne onnipotente, appoggiato com'era da lord Stratford di Redcliffe; ma non tardò a cadere nuovamente, alcuni dicono per influenza francese, altri per intrighi del serraglio. Durante i due anni della guerra d'Oriente menò vita privata, e dopo la pace di Parigi fu nominato gran visir per la quinta volta. Egli creò, fra le altre cose, una banca col-l'ajuto di una compagnia inglese, e fece molte altre innovazioni coll'ajuto semplice dell'ambasciatore inglese, finché fu costretto a ritirarsi per malattia nel suo palazzo d'Emmirghian, ove Inori. Suo figliuolo Galib Pascià avea sposato la Fatime, figliuola del sultano Aodul Megid.
Vedi Unsere Zeit (Lipsia 1858, voi. il).
RESCISSIONE {dir. civ.). — È un mezzo giuridico per ottenere che vengano annullati certi atti lesivi di un nostro diritto.
Nel suo significato originale, rescissione esprime l'azione del tagliare o fendere (rescindere), e venne per traslato a significare abolizione o abrogazione. Cosi Cicerone disse Ada Anionii rescidistis, leges refixistis per vim (Cic., Phil., 13, c. 3), e rescindere voluntaiem mortui per tagliare un testamento (Verr., 3, c. 43).
L'azione in rescissione si distingueva in diritto romano da quella in nullità; e questa distinzione sussistette con poche modificazioni fino alla compilazione dei Còdici. È nota infatti la differenza che facevano i Romani fra gli atti nulli ipso jure, e quelli che, validi per diritto civile, potevansi solamente rescindere chiedendo restituzione in in tiero (Leg. 3, § 10, Dig. De donat. inter vir. etux.; Leg. 16 pr., §§ I e seg., Dig. De minor. 25 annis). Nulli di pien diritto erano quelli proibiti dal jus civile nel senso tecnico della parola, o privi delle forme da questo jus prescritte. Erano invece soltanto rescindibili quelli che, validi secondo il diritto civile, avevano un vizio intrinseco, che poteva toglier loro ogni forza, come sarebbero stati il dolo,
la violenza, la minor età, ecc. La actio rescissoria differiva dalla actio nullitatis non solo per la causa, ma eziandio per le persone che potevano intentarla, pel tempo utile a ciò, e per gli effetti.
Nei moderni Codici queste differenze non sono così spiccate come nell'antico diritto romano, e spesso le due azioni, di nullità e di rescissione, si ammettono promiscuamente. Ma questa promiscuità non s'incontra più quando si tratti di vizio di forma, di mancanza di capacità o di lesione. Allora si hanno gli atti nulli per la forma, e si dice che la incapacità della moglie di fare certi atti senza l'autorizzazione del marito produce nullità ; mentre si attribuisce alla lesione l'effetto della rescissione, nè mai si sostituisce a questa la voce di nullità. Per certi atti adunque il Codice confonde, per certi altri distingue la nullità e la rescissione.
Questa distinzione, che può dirsi eccezionale, consiste prima di tutto in ciò, che per gli atti impugnati come nulli basterà all'attore provare la mancanza di uno degli elementi necessarii alla loro validità; mentre per gli atti di cui chiede la rescissione converrà che provi di essere nelle condizioni d&Ha legge richieste per intentare quest'azione e d'aver sofferto lesione. Così il minore dovrà provare la minorità e la lesione. Secondariamente la domanda di rescissione può essere respinta offrendo un risarcimento che compensi la lesione, il che non può aver luogo per certo in una domanda di nullità, la quale è fondata su ragioni d'ordine pubblico.
Tolte queste lievi differenze, le due azioni sono uguali sia quanto al modo, sia quanto al termine che si possono intentare. La rese ssione oggi non si distingue se non in quanto ha luogo o in materia di divisioni o in materia di convenzioni.
Ma di ciò non parliamo, poiché sufficienti nozioni in proposito si hanno alla voce Lesione.
RESCRITTI (archeol.). — I rescritti degli imperatori erano le lettere che questi scrivevano in risposta ai magistrati delle provincie, e qualche volta anche ai cittadini, i quali pregavano il principe di spiegare le sue intenzioni su certi casi che non erano spiegati nè dall'editto perpetuo, nè dall'editto provinciale, sole leggi che allora si conoscevano. L'imperatore Adriano fu il primo che fece questa sorta di rescritti, i quali non avevano forza di legge, ma erano di gran peso nei giudizi. Allorché le quÌ8tioni che si proponevano all'imperatore sembravano troppo importanti per essere decise da un semplice rescritto, l'imperatore emanava un decreto. Alcuni pretendono che Trajano non fece mai alcun rescritto per timore che non si desse importanza a ciò che soventi volte non era accordato che per sole particolari considerazioni ; anzi aveva esso l'intenzione di togliere ogni autorità ai rescritti. Tuttavolta Giustiniano ne ha fatto inserire molti nel suo Codice, ciò che diede loro maggiore autorità che non avevano prima.
RESCUPORI (lat. Rescuporis, gr. 'P*)Bosforo sotto l'Impero romano, a noi noti pressoché esclusivamente per le loro medaglie. Il primo re di questo nome può essere stato di origine tracia, dacché il nome è indubbiamente tracio. Il nome di re traci appa-
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