Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
re8hd o resced - resinaM
esattamente coperta la porzione d'osso da conservarsi ; si proteggono le parti molli con delle compresse , o con adatti pezzi di cartone, quindi si addiviene alla segatura dell'osso con uno degl'istru-menti più sopra indicati, dividendolo in due punti, allorché trattasi d'una resezione nella continuità, in un solo, ove si operi su d'una articolazione. In questo ultimo caso si asporta, secondo l'estensione del male, uno o più ossi della diartrosi; ed uua volta operata la resecazione, si continua ad isolare il frammento, procurando di non ledere alcun organo importante, la qual cosa ottiensi facilmente rasentando sempre col bistori la superficie ossea. Occorre di sovente in quest'ultimo tempo dell'operazione far prendere leva al frammento ; per il che uno si serve semplicemente delle dita, ovvero del tirafondo, come consiglia Vidal.
Terminata l'operazione,si fa l'allacciatura dei vasi, e si medica la ferita con istriscie di cerotto adesivo, o con punti di sutura cruenta; quest'ultima però dev'essere adoperata con prudenza, perocché la riunione immediata è caso eccezionale uelle resezioni, motivo per cui sarà bene guardarsi dal chiudere completamente la piaga, come per le amputazioni. La parte dev'essere mantenuta immobile, nell'estensione se si tratta di un membro inferiore, nella semiflessione se il membro è superiore.
Qualunque poi sia il fatto patologico per cui vien richiesta la resezione, deve il pratico per decidersi tenere il massimo conto dello stato generale del soggetto, non cbe dei tessuti della località, onde non esporsi a fare un'operazione con poca probabilità di successo. La resezione è di sovente un'operazione assai faticosa, e d'una maggior gravità dell'amputazione; e non è che a prezzo di vivissimi dolori che l'ammalato acquista in questi casi il vantaggio di conservare il membro affetto, oltrecchè alcuni soggetti potrebbero essere addirittura incapaci di sopportarne le lungaggini ed i patimenti. Nou occorre aggiungere , essere solo dopo avere inutilmente esauriti i mezzi ordinarli della terapeutica medico-chirurgica, che uno si deve decidere a tentare la resezione dell'osso; importa però altresì aver presente, che l'indugiare, trattandosi di tale atto operativo, è solo permesso in limiti assai ristretti, perocché, ove si lasciasse progredire la malattia fino al punto di alterare profondamente, od anche di operare la distruzione delle parti molli che ricoprono l'osso su cui bisogua agire, il momento propizio per praticarlo sarebbe oltrepassato.
RESHD o RESCED (geogr.). — Una delle precipue città di Persia, nel Ghilan, baja di Euzelli, sul Mar Caspio, con 15,000 abitanti.
RE3IA (geogr.). — Vallata delle provincie venete, e propriamente di quella di Udine , distretto di Moggio, in mezzo ad altissime montagne, e che potevano mezzo secolo addietro considerarsi inaccessibili , giacché non vi conduceva che uu piccolo e faticoso sentiero praticabile appena dai pedoni, e che metteva ad ogni istante a pericolo la vita di chi lo imprendeva; ora avvi strada rotabile. Il comune di Resia sorge a circa 40 chilometri al nord di Udine, ed è popolato da 2467 abitanti. La popolazione è slava ed ha vestiario ed usi molto di-Tersi dai paesi circostanti. 1 maschi emigrano nellalimitrofa Germania, e passano tutta la buona stagione intenti al minuto commercio, segnatamente di articoli di drogheria; e le donne rimangono a casa, ove attendono all'allevamento del bestiame, dai cui prodotti ritraggono i Resiani in massima parte il loro alimento. Presso la parrocchiale di San Giorgio sonovi traccio d'un girone che chiudeva la valle.
Del resto l'esistenza di questa popolazione slava nella parte montuosa del Friuli, già veneto, è una specie di enigma etnografico, del quale non è minimamente facile la spiegazione.
Vedi : Viviani Q., Gli ospiti di Resia (Udine 1827) — La Resia, nel Cosmorama (Milano 1842) — Bergmann J., La valle slava di Resia, ueMArchiv fiir Kunde òsterreich. Geschicht. (1849, 11, p. 253).
RESIDENZA (dir. civ.) — È il luogo in cui una persona ha dimora abituale, mentre il domicilio è il luogo dove una persona ha la sede principale de' suoi affari ed interessi. Laonde il trasferimento della residenza in un altro luogo coll'intenzione di fissarvi la sede principale produce cangiamento di domicilio rCod. civ., art 16 e 17) (V. Domicilio).
RESIDENZA (dir. can.). — Uno dei primi decreti del Concilio tridentino sulla disciplina è quello pel quale iugiungesi la residenza a tutti gli ecclesiastici beneficiati in cura d'anime, di qualuuque grado o condizione (sess. iv, de reform., c. 1). Nella sessione quinta, canone secondo, già avevali avvertiti dell'obbligo di predicare la parola di Dio eglino stessi, fuor del caso di legittimo impedimento. 11 Concilio deplora la licenza onde son violati su questo punto gli antichi canoni, quindi li rinnova e statuisce pene contro chiunque si allontani senza legittima causa. Il quale decreto ripete poi in termini più severi (sess. xxm, can. 1); ribatte le false interpretazioni e le restrizioni che adducevansi da alcuni del clero, e dichiara come l'obbligazione della residenza stringa tutti senza eccezione gli ecclesiastici, anco i cardinali.
Il Concilio sardicense, tenuto l'anno 347, aveva già vietato ai vescovi di assentarsi dalla propria diocesi per più di tre settimane, salvo che vi fossero costretti da grave necessità. Parecchi Concilii celebrati nei varii regni d'Europa, prima 0 dopo quello di Trento rinnovarono la stessa legge. Quindi sarebbe temerario il sostenere che siffatta legge sia meramente disciplinare, che possa soggiacere a mutazione, a limitazione 0 circoscrizione, attesa la consuetudine, interpretarsi a grado di coloro cui riesce molesta. La é co3a evidente che la residenza dei pastori è di diritto divino, essendo l'obbligo di essa chiaramente compreso nella pittura fatta da G. Cr. del buon pastore e del mercenario, nella istruzione che porge san Pietro ai pastori in generale (l Ep., v, 1) e in quella che san Paolo indirizza a Tito e Timoteo. Essa è anco di diritto naturale, richiedendo giustizia che colui il quale riceve la mercede per adempiere alcun ufficio personale vi soddisfaccia esattamente.
RESIDUO (chim. e tecn.). - Ciò che rimane di una operazione, ma che è atto ancora ad essere utilizzato. Chiamavasi una volta caput mortuum.
RESINA (chim. e tecn.). — Le resine sono prodotti immediati abbondantemente sparsi nel regno ve-
t^ooQle
| |
Vidal Persia Ghilan Euzelli Mar Caspio Udine Moggio Resia Udine Germania Resiani San Giorgio Friuli Viviani Q Resia Udine Resia Cosmorama Milano Resia MArchiv Kunde Cod Concilio Dio Concilio Concilio Concilii Europa Trento Pietro Paolo Tito Timoteo Qle
|