Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      sostanze; le noe si combinano cogli alcali e con altri ossidi metallici, le altre no. Le prime diconsi resine negative o acide ; le altre resine positive o indifferenti. Le resine acide disciolte nell'alcoole mutano in rosso il colore del tornasole e fanno l'ufficio di acidi più o meno energici, capaci di neutralizzare le basi. Le resine indifferenti non hanno azione sopra il tornasole e non si combinano cogli ossidi metallici.
      Le resine che posseggono caratteri acidi ben decisi decompongono, sotto l'influenza della bollitura, i carbonati alcalini, e si disciolgono facilmente nelle liscive alcaline; la loro soluzione alcoolica non è precipitata dall'ammoniaca, ed il precipitato che viene prodotto dall'aggiunta dell'acqua è intieramente solubile in quest'alcali. All'opposto, la soluzione alcoolica delle resine non acide o indifferenti è precipitata dall'ammoniaca nella forma d'una bianca poltiglia. La soluzione alcoolica delle resine acide, mescolata coll'ammo-niaca, precipita allo stato cristallino i sali d'argento, ed il precipitato si discioglie in un eccesso di ammoniaca. Le resine indifferenti non producono alcun precipitato in queste circostanze.
      Le combinazioni delle resine acide cogli alcali sono dette resinati o saponi di resina, e si distinguono particolarmente dai saponi formati dagli acidi grassi in ciò, che il salmarino o cloruro di sodio non le separa dalla loro soluzione acquosa; inoltre le loro soluzioni non formano emulsione quando vengono concentrate al fuoco. Del resto queste soluzioni spumeggiano come l'acqua di sapone ordinario. I saponi di resina sono talvolta insolubili in una lisciva concentrata di potassa, come per es. il sapone di colofonia ; e tal altra vi si disciolgono, come il sapone di guajaco.
      Dicemmo che le resine non sono volatili e che sottoposte all'azione d'una temperatura elevata si decompongono con produzione di acido carbonico, d'acqua e di olii volatili, di cui lu composizione è variabile dipendentemente dalla temperatura. In effetto la colofonia distillata alla temperatura alla quale entra in ebollizione, si decompone somministrando acqua, un poco di essenza di trementina ed un olio poco fluido e giallo, inodoro ed insipido, che si fa incoloro colia rettificazione.
      In generale tutte le resine sono più o meno decomponibili da una temperatura elevata, con produzione di idrogeni carbonati liquidi, di idrogeni carbonati gassosi e di carbone ; nè debbe recar sorpresa la formazione di simili prodotti, poiché le resine sono corpi nei quali l'ossigeno è in assai debole proporzione rispetto agli altri elementi.
      Le resine dure sono trasparenti o translucide, a frattura vetrosa e in masse amorfe, od in lagrime od in grani. Dure o molli hanno spesso un sapore forte, acre od amaro, caldo e bruciante; il loro odore è talvolta dolce e soave come quello del bel-zuiuo. del mastice del balsamo di Tolù, ecc., e talvolta disaggradevole, come quello della trementina, del copaibe, ecc. Hanno uu gran numero di usi. Le loro dissoluzioni nell'alcoole, nell'essenza di trementina, o negli olii grassi essiccativi somministrano le vernici, che dànno un aspetto piacevole e brillante ai corpi sui quali siano applicatein istrati sottili, e servono a preservare questi corpi dall'azione dell'umidità e dell'aria Le dissoluzioni alcooliche delle resine sono da lungo tempo conosciute col nome di tintura. La tintura alcoolica del benzoino o del balsamo tolutano, mescolata coH'aequa, forma il latte verginale dei profumieri, al quale si attribuisce la proprietà di ammorbidire la pelle.
      Le resine essendo, come gli olii essenziali, molto ricche d'idrogeno e di carbonio, sono per questo motivo di facilissima combustione, e perciò per distillazione secca forniscono prodotti infiammabili capaci di ardere con viva luce, il che le rende appropriate alla fabbricazione del gas illuminante.
      La maggior parte delle resine sono usate in medicina come corroboranti, stimolanti, astringenti, ecc., ed entrano in una moltitudine di preparazioni farmaceutiche, come tinture, empiastri, unguenti, ecc., Alcune, come la lacca e la resina gialla di gomma-gotta, servono di materie coloranti ai pitttori ed ai tintori: la lacca è la base della così detta cera di Spagna. Le resine aromatiche, come il benzoino, l'olibano o incenso, i balsami di Tolù, del Perù, ecc., sono usate come profumi e servono a comporre differenti aromi. Il mastice è usato come masticatorio. La sandaracca ridotta in polvere sottile è applicata sopra la carta perchè questa non s'imbeva d'inchiostro dopo di averne raschiata la scrittura, ecc. Le resine più conosciute sono:
      La trementina, che fluisce spontaneamente o per incisione da varie piante della famiglia delle tere-bintacee e delle conifere, come pure la pece greca o colofonia, che si ottiene colla distillazione della trementina ; la pece naturale e le altre qualità di pece.
      La resina copaibe, che si estrae per incisione dal caule di molti alberi del genere copaifera.
      La resina demi, somministrata dall'idea idea-riha o dal l'amerò elemifera.
      La betulina, trovata da Lowitz nella corteccia di betula.
      La resina animé, che scola MYhymencea cour-barila e proviene dalle Autille in pezzi di color giallo-pallido e di odore piacevole.
      Il belzoino o benzoino, cioè il sugo resinoso indurito dello^ $tyrax benzoin, albero che cresce a Sumatra.
      Il bdellio, sugo resinoso che trasuda da parecchie terebintacee. Quello che si ha in commercio proviene dall'Africa, e si ritrae dal balsamoden-dron africanum. È in lagrime tondeggianti di colore grigio rossigno, semitrasparenti, di frattura cerosa, di sapore amaro.
      Veuforbio ossia la resina del gummi euphor-bium.
      La resina di guajaco, che proviene dal guajacum officinale e dal guajacum sanctum.
      La resina lacca, che geme dai rami del ficus indica, religiosa, ecc., in seguito alle punture che vi fa un insetto denominato coccus lacca.
      La resina dammara, che proviene dalle Indie orientali.
      Il mastice, che si estrae per incisione dal pi-stacia lentiscus, albero che cresce nelle isole dell'Arcipelago.
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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