Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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RESISTENZA DEI MATERIALIritenuto da un tirante di sufficiente resistenza. Il punto d'appoggio sopporta inoltre una pressione verticale, eguale a P, non compreso il peso del pezzo.
In quanto al valore di P, considerando ciascuna parte m ed ni' dBl pezzo come incastrata in C e come sollecitata, all'altra estremità, da una forza obliqua, si ha allora ricorso alla formola che dà P nel 9° dei casi considerati, nella quale si sostituisce a P il valore della pressione orizzontale trovatapmtangot ]a pftrte (33 e per ja parte AC, m f m
il valore della risultante delle due forze che agiscono in A, vale a dire
1/
1 +
m9 tang9a (m + m'p'
11° Sezioni trasversali diverse dalla rettangolare, dalla circolare e dall'anulare.
La sezione rappresentata nella figura 5654 è frequentemente impiegata nelle costruzioni metalli-
BD E
Hr
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Fig. 5654.
che, ed essa è più vantaggiosa della forma rettangolare, in quanto che per una medesima quantità di materia offre più di stabilità e di resistenza. Chiamandoa la larghezza totale AB; o' la somma delle due sporgenze CD e EF; b l'altezza totale AG; b' la distanza CH ; le formole date sopra per i prismi a base rettangolare saranno applicabili a questa sezione allorquando si rimpiazzerà, in quelle relative alle resila — a'b'2
stenze all'alterazione di elasticità aò3 in--,
be in quelle che si riferiscono alla saetta 63 in 63- ò'3.
Le medesime modificazioni permettono di calcolare le resistenze e le saette dei tubi a sezione rettangolare larghi e alti, a e b al di fuori, a' e b' al di dentro.
Tutte le formole che abbiamo date sulla resistenza alla flessione servono a calcolare qual è lo sforzo che si può far sopportare ad un prisma di date dimensioni ; e viceversa, ad assegnare una dimensione della sezione trasversale quando si conoscono tutte le altre e la forza inflettente. Di più, conoscendosi le dimensioni del prisma e la forza inflettente, si determina la saetta che misura l'entità della flessione.
Le formole da noi date sono quelle che si rife-
riscono ai casi più semplici, che pure sono 1 più frequenti nella pratica. Ci sarebbe ancora da esaminare la resistenza dei pezzi combinati 0 composti di più pezzi minori, e la resistenza dei pezzi curvi. In questi casi però la quistione si complica di molto e sorte affatto dai limiti di un'Enciclopedia popolare.
V. Resistenza dei solidi alla torsione. - Gli alberi delle ruote idrauliche, quelli che portano i volanti delle macchine a vapore, e generalmente tutti quelli che servono a trasmettere i movimenti da un pezzo ad un altro sono soggetti a contorcersi, e quindi devono presentare una sufficiente resistenza alla torsione. ChiamandoP lo sforzo in chilogrammi applicato ad un albero e che tende a romperlo per torsione ;
B la lunghezza in metri del braccio di leva cou cui agisce questo sforzo, ossia la sua distanza dall'asse dell'albero; a il lato in metri degli alberi a sezione quadrata; d il diametro in metri degli alberi cilindrici o aventi sezione di forma poligonale;
d! il diametro interno in metri degli alberi cilindrici vuoti 0 aventi sezione di forma poligonale si ba
, . , PB
(Ghisa a9= » Per gli alberi a sezione) Jiouuu
quadrata.......j pgfLe«n0 fl3= 51330-
PB
262000
PB 43630 '
d*-d'*
Per gli alberi cilindrici 0 a sezione poligonale piena.........
Ghisa d8 =
Legno d3 =
Per gli alberi cilindrici 0 a sezione poligonale vuota..........
Ghisa PB=261800
Legno PB=43400
dLe dimensioni che si ottengono col sussidio di queste formole non convengono che agli alberi verticali e a quelli orizzontali non caricati d'un peso capace di infletterli. Quando trattasi di calcolare le dimensioni degli alberi delle ruote idrauliche, dei volanti delle macchine a vapore, e generalmente di tutti quelli che sono esposti a piegare, sia per causa di un peso che sopportano, sia per causa del proprio peso e della grande loro lunghezza, si deve prendere la metà dei denominatori.
Trattandosi di alberi in ferro od in acciajo, si deve prendere uu denominatore triplo di quello dato per la ghisa.
RESOCONTO. RENDICONTO {ragion., contab. e polii.). — Queste voci, aspramente combattute dai puristi, come neologismi e gallicismi, ma accettate dall'uso quasi universale della stessa Toscana, indicano la esposizione fatta da un mandatario al mandante, ciroa al modo ed ai risultati del suo operato negli affari di cui fu incaricato.
Applicate in origine all'amministrazione economica, vennero in seguito estese a ogni altro ufficio tenuto per conto altrui. Così vi Bono i resoconti dei ministri sull'impiego del danaro pubblico, quelli
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