Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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RESPIRAZIONEesso viene direttamente allungato per l'intervenzione del muscolo che forma la parete inferiore della cavità toracica, cioò del diaframma. Allorché questo muscolo si contrae, scompare quasi intieramente la di Ini convessità e viene a formare un piano orizzontale. La cavità del petto trovasi per tal modo accresciuta d'alto in basso, e si può ben affermare, essere generalmente dovuto all'abbassamento del diaframma l'aumento principale di capacità della medesima nell' atto dell' inspirazione ordinaria, cui si associa un leggero movimento di elevazione per parte di potenze attive. In tal caso basta l'intervento di un piccol numero di muscoli pettorali ; ma nelle inspirazioni forzate è necessario il concorso di moltissimi muscoli, del petto non solo, ma ben anco delle parti vicine.
Primi in importanza fra i muscoli dell'atto respiratorio sono seDza dubbio gli intercostali interni ed esterni, sulla cui azione si disputò lungamente dai fisiologi. Taluni, dietro la scorta di Haller, li ritennero indistintamente siccome inspiratori, altri li considerarono come espiratori. Alcuni ammisero, essere inspiratori gli intercostali esterni, ed espiratori gl'interni, seguaci in ciò dell'opinione di Hamberger: mentre altri vollero espiratori gli esterni, ed inspiratori gli interni. Non mancò perfino chi suppose ch'essi dovessero semplicemente servire a stabilire la continuità delle pareti toraciche. Evidentemente, essendo tali due muscoli diretti in un senso opposto, non debbono fungere un identico ufficio , a cui sarebbe bastato un solo e 8te8so muscolo; è perciò di già probabile che uno l'uno dei due è inspiratore e l'altro espiratore. Hamberger pare avere stabilito su prove incontrovertibili, essere i muscoli intercostali esterni inspiratori , ed espiratori gii interni. Tale opinione é abbracciata dal Béclard, e venne pur sostenuta da Marcacci, professore pisano, appoggiandola su recenti esperimenti fatti sugli animali. 11 Pacini altresì, ritornando ultimamente sul teorema di Hamberger, ne m:se in luce l'evidenza, abbenchè dall'essere il muscolo intercostale esterno elevatore, e depressore l'interno, non ne debba, secondo il medesimo, seguitare che quel primo sia inspiratore, ed espiratore l'altro. Ma questa duplice azione dei muscoli intercostali esterni ed interni non riesce efficace, ove non vi assodino degli altri muscoli, somministrando dei punti fissi perle loro contrazioni : perchè agiscano i primi siccome elevatori, occorre che sia fissata ed inalzata la prima costa, e perché gli altri la facciano da depressori, debbono essere fisse ed abbassate le ultime coste. A quest'ultimo ufficio adempiono il quadrato dei lombi ed il grande obliquo, ed agli scaleni sterno-cleido-mastoidei, sotto-clavicolare e piccolo pettorale spetta la parte principale nella elevazione e fissamente delle prime coste. I muscoli sopracostali, od elevatori secondo altri, contribuiscono al movimento rotatorio delle coste, per cui viene ad essere inalzata la loro faccia esteriore. Il piccolo dentato posteriore superiore è pure elevatore delle cpste, abbenchè di assai poca efficacia. Il cervicale discendente ha uu'azione analoga al precedente, ma spiega maggior energia, la di lui direzione avvicinandosi di più alla perpendicolare, relativamente alle coste.
Nella respirazione profonda concorrono pure altri muscoli ai movimenti inspiratori!; essi però sono inseriti sovra certe ossa che debbono preventivamente esser rese fisse, quali sono la clavicola, l'o-moplata e l'omero. Ci basti accennare i seguenti : il sottoclavicolare, il quale prende parte nell'inal-zamento e nella fissazione della prima costa; il gran dentato, il quale riesce inspiratore per mezzo delle sue digitazioni inferiori, quando ò fermo l'o-moplata; il gran pettorale, i cui fascetti inserentisi alla quarta, quinta e sesta costa possono concorrere all'elevazione delle coste, ed il piccolo pettorale. Il muscolo gran dorsale per mezzo dei fascetti che vanno ad attaccarsi come altrettante linguette alle quattro ultime coste, e dall'altra parte al margine posteriore della scanalatura bicipitale dell'o-ipero, può cooperare nelle forti inspirazioni, allorché il braccio resta fisso, massime se nello stesso tempo viene sollevata la spalla. Lo sterno cleido mastoideo presta pure il suo concorso inalzando la clavicola e lo sterno, ove sia resa immobile la testa. Nelle inspirazioni assai laboriose entrano anche in azioue i muscoli sterno-ioidei e sterno-tiroidei, purché l'osso ioide e la cartilagine tiroidea siano mantenuti fissi ! per la contrazione dei muscoli sopra ioidei. Molti altri muscoli intervengono nelle inspirazioni for-l zate, fissando le ossa su cui vanno ad inserirsi i j muscoli precedenti: tali sono il trapezio, il rom-j Ioide, l'angolare della scapola, lo splenio, i complessi, i grandi e piccoli retti posteriori della testa ed i muscoli della regione sopra-ioidea.
Il polmone è intieramente passivo durante l'inspirazione; egli non fa che seguire i movimenti di ampliazione della cavità toracica, contro la j quale è dovunque applicato, come se facesse uu corpo solo colle di lei pareti. Nell'atto dell'inspirazione, epperò di contemporanea dilatazione del , polmone, elevandosi la cavità del petto nel mentre si abbassa il diaframma, questo viscere scivola , lungo le pareti toraciche tra la pleura costale e la , polmonare, grazie al liscio delle superfìcie ed alla ! sierosità da cui vengono umettate. Tale specie di spostamento può facilmente osservarsi in un ani-1 male vivente, a cui siansi asportati i tegumenti ed i muscoli intercostali, rispettando la pleura costale; ; in allora scorgesi per la trasparenza della medesima il polmone discendere , per cosi dire, lungo la parete toracica ad ogni atto inspiratorio.
B) DelY espirazione. — L'espirazione compiesi generalmente con maggiore evidenza dell'inspirazione. Nella respirazione ordinaria la cessata azione degli agenti inspiratori e l'elasticità del polmone bastano in gran parte a determinarla. Non di rado 1 però essa richiede l'intervento di potenze attive: * così nelle espirazioni profonde e prolungate, i muscoli detti espiratori possono, ageudo iu un senso inverso degli inspiratori, diminuire i diversi diametri della cavità del petto. In molte circostanze poi l'espirazione diventa un fenomeno complesso , ed abbisogna evidentemente di un simile concorso; tali sono gli sforzi della fonazione e del canto, in cui la corrente dell'aria che sorte dal petto deve venir graduata, ritardata od accelerata secondo i casi; quelli per cui si operano le escrezioni, i vio-! lenti esercizi muscolari, non che parecchi atti fi-
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