Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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Biologici, come lo sbadiglio, il riso, lo starnuto, ne' quali intervengono tanto gli agenti dell'espirazione, come quelli dell'inspirazione.
Il polmone, il quale, come abbiamo detto, è affatto passivo durante l'inspirazione, prende invece una parte di retta all'atto dell'espi razione, ripi gl iando il proprio volume grazie alla sua elasticità, e ricacciando al di fuori l'aria che l'inspirazione aveva fatto penetrare nel suo interno. Questa elasticità non può però avere il suo effetto, se non quando cessarono di agire le potenze muscolari, per cui ha luogo l'inspirazione, e limitata qual è dalle dimensioni della cavità toracica, non viene intieramente esaurita; ciò che contribuisce all'energia ed alla regolarità del movimento di ritorno del viscere, come appunto veggiamo succedere nelle molle delle nostre macchine. 11 polmone poi non è semplicemente elastico, ma è dotato altresì di fibre contrattili , le quali circondano le diramazioni bronchiali componendo loro una specie di tunica, e rinvengonsi pure nella trachea, abbenchè solo nell'intervallo che separa le estremità delle cartilagini incomplete. La contrattilità dei bronchi può essere messa in evidenza per mezzo del galvanismo: essa è però lenta, successiva come quella dei muscoli della vita organica, e non è quindi probabile cbe la medesima si manifesti in modo ritmico ad ogui espirazione.
Fra i muscoli che agiscono nell'espirazione dobbiamo annoverare anzitutto $ intercostali interni, di cui abbiamo già parlato, ed i muscoli sotto-costali, i quali ne sembrano una dipendenza. I muscoli triangolare dello sterno, e piccolo dentato posteriore inferiore, sono parimenti muscoli espiratori. La porzione superiore del gran dentato, quella cioè che va a fissarsi alla seconda e terza costa, può altresì concorrere alle forti espirazioni ; siccome però questo muscolo s'inserisce ad un osso mobile, cioè l'omoplata, non può esercitare la sua azione salvo che venga fissata la spalla. I muscoli grande obliquo, piccolo obliquo, trasverso e retto dell'addome agiscono nel fenomeno dell'espirazione a differenti gradi. Nella respirazione moderata rendonsi utili principalmente per la loro elasticità, ritornando su loro stesse le pareti addominali che erano state leggermente distese nell'atto dell'inspirazione, e concorrono a somministrare un'punto d'appoggio per la contrazione dei muscoli intercostali interni; nelle espirazioni esagerate i medesimi tirano le coste in basso, e la loro azione ha tanto maggior efficacia, in quanto che si attaccano per una grande estensione alla parte anteriore delle medesime. Quando poi le coste vennero abbassate fino all'estremo loro limite, tali muscoli possono, comprimendo i visceri addominali e spingendo all'insu il diaframma, contribuire a ristringere la cavità del petto. I muscoli lungo dorsale e trasverso spinoso sono pur muscoli espiratori per via dei fascetti, che si dirigono dal basso in alto, dalle vertebre all'angolo delle coste. Nei movimenti violenti di espirandone entrano eziandio in azione molti altri muscoli ; tali sono, per esempio, quelli che vanno ad inserirsi nella scapola, ed un gran numero degli appartenenti alla colonna vertebrale. Oli stessi si associano poi in un'infinità di modi nelle differentisituazioni del tronco onde provvedere di punti fissi i muscoli inservienti al respiro. •
II. Fenomeni fisico-chimici della respirazione. -L'aria che sorte dai polmoni nell'espirazione, ha subito tanto nella proporzione de' suoi elementi, quanto nelle proprietà fisiche varie modificazioni, le quali si'rannodano a cangiamenti importanti avvenuti nella costituzione del sangue ; dobbiamo dunque parlare in ora di questa doppia serie di fenomeni.
A) Modificazioni che hqnno luogo nelle qualità dell'aria atmosferica. — Diremo anzitutto così di passaggio, che la quantità d'aria che entra nei polmoni durante l'inspirazione e quella che ne esce per mezzo dell'atto espiratorio non sono precisamente uguali , perocché anche dopo 1' espirazione la più esagerata rimane sempre nel polmone una dose notevole di gas ; e che tale quantità, la quale può variare secondo gli individui, la capacità degli stessi polmoni, le condizioni esteriori ed altre circostanze, venne dagli esperimentatori moderni valutata iu media a 500 centimetri cubi, cioè ad un mezzo litro.
Tornando al soggetto che qni ci deve particolarmente occupare, l'aria che si espira è meno ricca di ossigeno di quella che abbiamo inspirata, e questa quantità in meno rappresenta la proporzione di ossigeno perduta dall'aria atmosferica, e che passò nel liquido sanguigno a traverso le membrane del polmone. D'altra parte essa contiene una maggior quantità d'acido carbonico, e per quel cbe risguarda le proporzioni dell'azoto, ora sono a un dipresso uguali nell'aria espirata e nell'i aspirata, ora leggermente accresciute nell'aria che sorte per l'espirazione. Dai recenti esperimenti dei signori Brunner e Valentin risulta che l'aria espirata nou contiene più in media che 16,03 per 100 in volume di gas ossigeno, mentre l'aria atmosferica ne possiede 20,9 per 100; quanto all'acido carbonico, la quantità media contenuta nell'aria espirata sarebbe di 4,267 per 100, non contenendone invece che 0,004 ovvero 0,006 l'aria inspirata. Nell'aria che sorte per mezzo dell'espirazione Bi riscontra perciò 4,87 di ossigeno di meno e 4,26 in più di acido carbonico che in quella inspirata, quantità a un dipresso eguali. Tale differenza si rende più rimarchevole se teniamo dietro al fenomeno della respirazione durante un certo periodo : diffatti in un'ora l'uomo rimanda all'incirca litri 18,5 di acido carbonico, ed assorbe per mezzo del polmoue 21 litri di ossigeno, così che la quantità di ossigeno assorbita supera ognora quella dell'acido carbonico esalato. Consegue da ciò, che il volume d'aria espirata non rappresenta compiutamente il volume d'aria inspirata, e che l'individuo consuma alla lunga una determinata porzione di fluido. A prima vista parrebbe che l'acido carbonico espirato, essendo il prodotto definitivo della combustione degli elementi del sangue operantesi per mezzo dell'ossigeno inspirato, le quantità di tali due gas dovrebbero essere equivalenti, perocché un volume determinato di ossigeno che abbruci+del carbone, dà un eguale volume di acido carbonico. Ma ove si rifletta che i prodotti della combustione animale non consistono semplicemente in acido carbonico, e che fra le altre coset^ooQle
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