Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
RESPIRAZIONE o T&A8PIRAZIONE CUTANEA
— Fernet, Du ròle des principaux éléments du sang dans Vassorption ou le dégagement des gas dans la respiration (1857, Annal. des serene. na~ tur eli.) — Matteucci, Leqons sur les phénomènes physiques des eorps vivants (1847) — Tommasi, Istituzioni di fisiologia (Torino 1860).
RESPIRAZIONE o TRASPIRAZIONE CUTANEA (fisiol.).
— Il concetto di nna pelle respiratrice pare rimonti sino ad Ippocrate, il quale diceva che tutto il corpo inspira ed espira (eforcvoov xcd Ixtrvoov tfXov tò sMuotì. La storia della scienza però mostra che tutti i naturalisti posteriori non potevano aver inteso nel vero Benso queste parole, come certamente non l'avrebbe potuto quel gran maestro. Quasi tutti si limitarono ad ammettere nella cute una semplice esalazione di acqua. Quando poi Lavoisier ebbe spinto su d'una nuova via tutta la dottrina delle combustioni, allora fu applicato il vero significato a queste parole, e sorse una schiera di uomini valorosi a confermarle con lunghe e penose esperienze. — E che la pelle sia organo di respirazione lo dimostra la sua struttura insieme con la sua topografia; in essa infatti si ripetono le condizioni degli organi respiratorii speciali, cioè una membrana ricca di vasi in contatto dell'aria. Da ciò si deduce che la sua attività respiratrice sia in ragione diretta della quantità di sangue che vi affluisce, e della finezza e permeabilità della sua membrana. Così negli infusorii e nei rizopodi è molto attiva questa respirazione, perchè la loro cute è fatta da un solo strato di cellule, sotto a cui scorre il liquido nutritivo, spinto nei vani del parenchima da alcune cavità contrattili, che fan risalto sulla pelle. La mollezza della cute dei molluschi già fa pensare ad una respirazione molto attiva; tanto più che molte famiglie di essi sono sfornite di organi respiratorii speciali. Blanchard riferisce negli An-nales des sciences naturelles, che le scaglie dei rettili dell'ordine dei sauri contengono molti canali e spazi lacunosi, vestiti da una membranella fina, molle e sparsa di reticoli di vasi sanguigni : si può negare che queste scaglie, appendici e trasformazione del tessuto cutaneo respirino, ed attivamente?
— Nell'uomo la pelle, riproducendo le condizioni anatomiche del polmone di esso in modo molto limitato, respira debolmente; giacché, oltre la grande spessezza e densità del derma, essa è ricoperta da uno strato corneo, che limita molto i ricambiì dei gas. Quindi essa nell'uomo non può supplire la respirazione polmonare, mentre nelle rane, in cui la grande attività di respirazione cutanea è mostrata dal fatto anatomico, che l'arteria polmonale si divide in due rami, l'uno per i polmoni e l'altro per la cute, Edwards ha osservato cbe impedendo ad alcune la respirazione polmonare e ad altre la cutanea, morivano queste più presto che quelle. E in generale può dirsi che respiri più attivamente la cute di quegli animali che l'hanno molle e sfornita di peli e di altre appendici cornee, e che respirano per branchie.
Ogni funzione si mostra all'analisi fisiologica come ìa risultante di molti fenomeni : i fenomeni in cui ai scinde la funzione del respiro, sono: assorbimento di ossigeno ed esalazione di acido carbonico 6 di vapore acquoso. E che veramente questi l'eli uova EncicL. Itàl. Voi.
nomeni succedano nella cute l'ha mostrato il primo Spallanzani su tre specie della famiglia helicina: nelle sue Memorie sulla respirazione egli narra le sue esperienze con un affetto, che forse l'onora ancora più delle sue osservazioni. Poste, dopo morte, Vhelix nemoralis e Mielix pomatia in un ambiente limitato di aria o di ossigeno, egli osservò, dopo un certo tempo, diminuito in quell'atmosfera l'ossigeno ed aumentati il vapor d'acqua e l'acido carbonico. Questo fatto egli lo considerò come l'espressione d'un processo respiratorio molto attivo che succederebbe nella loro cute, quando sono vive. Infatti Vhelix vivipara, posta viva nelle stesse condizioni, mostrava lo stesso fatto che osservò ancora nei gusci isolati di questi animali, e in quelli delle uova degli uccelli. È da osservare però che, mentre la respirazione polmonare vince la cutanea nell'uomo per le proporzioni dell'ossigeno assorbito e dell'acido carbonico esalato, questa poi vince quella rispetto al vapore acquoso. La ragione di questo fatto sembra molto difficile a trovare. Forse la grande uscita del vapore acquoso è dovuta al facile passaggio cbe dà ad esso, secondo Krause, l'epidermide, e forse la quantità di ossigeno assorbito, ch'è assai poca per la poca facoltà assorbente della cute umana, determina l'uscita d'una parte corrispondente di acido carbonico; giacché l'esalazione dell'uno di questi gas è in rapporto costante con i'assorbimento dell'altro, secondo le esperienze di Vicrordt, di Brunner, di Valentin e di Horn. È da osservare ancora che la cute esala pure certe sostanze organiche, sconosciute fin oggi nella loro natura, che dàuuo quell'odore speciale che si avverte nei luoghi chiusi, dove si sia restato per lungo tempo senza rinnovare l'aria.
L'acido carbonico della respirazione cutanea può dosarsi, raccogliendo per un certo tempo tutti i prodotti della traspirazione tanto polmonare quanto cutanea, precipitando l'acido carbonico, e togliendo dalla quantità cbe se n'è ottenuta quella cbe si riferisce ai polmoni. Scharling ed Hannover hanno istituito su ciò lunghi esperimenti, dai quali può dedursi che l'acido carbonico della respirazione cutanea rappresenti presso a poco la 38* parte di quello esalato dai polmoni nello stesso tempo. — Per la determinazione dell'ossigeno non si è fatto ancora alcun esperimento: stando però a quella relazione accennata innanzi, si può argomentare ch'esso rappresenti poco più che la 38* parte dell'ossigeno assorbito dai polmoni. — Nei casi, sia fisiologici, sia patologici, in cui la quantità di acido carbonico espirata dai polmoni devia dalla normale, sarebbe da vedere se la cute operi da organo compensatore, espirando una quantità di acido carbonico maggiore o minore, secondo le circostanze.
Resta la determinazione del vapore acquoso esalato dalla cute. Esso è tanto abbondante, che in molte epoche è stato considerato come l'unico elemento della traspirazione insensibile. Ippocrate diceva che l'uomo sano è continuamente umettato da un minuto vapore, che esala da tutta la superficie del suo corpo; e Galeno considerò questa esalazione come una delle più energiche eliminazioni dei prodotti di riduzione orgaiica. Per quattordici secoli dopo Galeno la storia della scienza non ebbe XIX. 13
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