Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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RETTOURETRALE TRIANGOLO - RETZ (EG1DTO DI LAVAL, SIGNORE DI)
dissero aver fabbricate sopra una macchina di loro invenzione. Aggiunsero cbe il telajo è costruito per guisa da poter fare ogui sorta di reti a grandi o piccole maglie con refe o spago. Domandavano una ricompensa di cinquecentomila franchi per comunicarlo al pubblico. 11 loro telajo sarà forse ingegnosissimo, e sarebbe desiderabile che ne venisse pubblicato il meccanismo, ma quanto all'utilità per la fabbricazione delle reti, crediamo che avrebbe
10 stesso effetto di quello di Buron: Uno dei più abili meccauici francesi, Pecqueur, dopo aver combinato belle macchinette per le borse a maglia o reticella, ha dato mano a quella delle reti da pesca, e vi è intieramente riuscito. AU'Esposizioue del 1840 ciascuno ha potuto ammirare quella macchina e couvincersi, vedendola fuuzionare, della squisitezza del suo meccanismo. Noi ci studieremo darne qui un'idea. Ciò che la rende notevole fra le molte disposizioni meccaniche ingegnosissime, è l'uso mol teplice che si fa in essa di eccentriche per imprimervi movimenti di cui le leggi Bono complicatissime, e di giunture snodate per produrre movimenti di rotazione e nel tempo istesso di traslazione.
Fili verticali stendonsi parallelamente; una linea d'uncinetti li afferra, indietreggia e si arrovescia ;
11 filo passa sul piede dell'uncinetto, il quale volgendosi afferra un'altra volta il filo, e raddrizzandosi lascia andare il primo filo, il dente dell'uncinetto essendo nella parte inferiore e forma per tal modo il cappio. Il porta-uncinetti avanzandosi viene a prendere i fili sotto una filiera di spole, e dopo averle abbandonate ripiglia il suo posto. Queste spole collocate sul quadro girante d'un asse orizzontale s'allontanano dai fili verticali e traggono il cappio che passa in ciascuna di esse formando il nodo come nel lavoro a mano. Giunte a una distanza conveniente queste spole fanno leva o bilico, ed essendo la parte circolare intorno alla quale si aggirano intaccata, il filo è abbandonato come fa il mignolo nel lavoro a mano quando la maglia è convenientemente serrata, e l'operazione continua per formare una nuova serie di maglie.
Nella figura 4 della Tav. CDX VI vedesi il sistema che dà agli uncinetti il movimento di rotazione dopo che hauno afferrato i fili, e che si compone di una lunga catena che s'innesta con piccoli rocchetti infissi sull'asse d'ogni uncinetto. Vedesi anche chiaramente su questa figura come la spola essendo sempre afferrata, il filo può però passar sotto mercè l'intaccatura fatta nel gaietto a risalto od aliette impegnato in una scanalatura che l'unisce al telajo oscillante. Mediante questa disposizione il gaietto non può più separarsi dalla spola, ma può girare senza di essa.
Questa figura è lo spaccato della macchina, e fu scelta fra quelle che servono a rappresentarla, perchè ne indica assai bene la struttura, mostrando l'elemento composto di una spola e d'un filo, eie mento che si ripete tante volte quante v'hanno spole disposte le une accanto alle altre. Nella macchina all' Esposizione sommavano a cinquantadue.
G spola ; H leva oscillante che porta la spola e permette stringere il filo ; D D fili di uncinetti formanti rastrello e riceventi un movimento alterno di va e vieni ; hanno per oggetto afferrare e man-
tenere i nodi grado grado che sono formati ; B uncinetti , di cui il movimento complesso parte dai due alberi E e L, cbe portano gli eccentrici e le manovelle che loro comunicano il movimento; I biella che allontana le spole e fa stringere i nodi.
RETE (A A.). — Dicono i pittori tirar la rete, quaudo, volendo copiare un disegno od un quadro, ed essere sicuri dell'esattezza dell'insieme delle linee, traggono sull'originale tanti fili che s'incrocicchiano formando tanti quadretti di egual grandezza; e ne segnano altrettanti sulla tavola
0 sulla tela in cui vogliono eseguire la copia. Cosi facendo, poiché sono o eguali o proporzionati
1 quadretti della copia e dell'originale, immensamente più facile riesce il segnar il contorno ed i singoli tratti, perchè suddivisi in tante parti, delle quali si ha il luogo preciso ; e perchè in ciaschedun quadretto poche linee s'incontrano, la cui posizione è da ogni banda determinata dai quattro lati del quadretto. Se si vuole la copia di pari dimensione doli'originaie, i quadretti dell'una e dell'altra si tengono uguali: se maggiore l'una dell'altra, proporzionalmente maggiori saranno in quella che in questa; avvertendo soltanto che in ciascheduna tutti i quadretti debbono avere pari dimensioni per non essere costretti al lungo lavoro di trovare ad ogni quadretto il suo proporzionale, il cbe si evita tenendoli tutti eguali. Ma i pittori ed i disegnatori i quali si dànno ex-professo oppure sovente al copiare, sogliono servirsi d'una rete mobile, la quale applicano sul quadro da copiare, e serve loro non solo per una, ma successivamente per tutte le copie che abbiano ad eseguire : e la formano in questa maniera. Prendono un telajo di legno leggiero, ma tale che non si storca o pieghi, e dividono col compasso i quattro lati in tante parti eguali ; e dove sono notate queste divisioni piantano un chiodettodi gambo sottile, ed a questi chiodetti fissano i fili, che incrocicchiandosi formano i quadretti della rete. Quando debbono cominciar una copia, applicano sul quadro da copiare questo telajo in guisa che il legno del telajo non copra punto dell'originale, ma questo tutto sia compreso nella luce di quello. Nè qui fa d'uopo avvertire che il telajo reticolato, perchè possa servire a parecchi quaidri, è necessario che sia grandicello; perchè non serve ove non abbia almeno tanto di luce quanta è la grandezza dell'originale; ed un telajo grande può servire ad un quadro molto minore. Cosi sovrapposto si contano quanti quadrettini occupa l'originale in largo ed in lungo; ed in altrettauti si divide la tela o la tavola su cui vuoisi eseguire la copia; e si procede al lavoro, lasciando sempre immobile il telajo sul-l'originale, fintantoché la copia sia eseguita. Da questa teoria della rete da copiare, parecchi artisti moderni hanno ricavato varie applicazioni da essi credute nuove, e che qualificarono col nome d'invenzioni, atte a rendere più facile il copiare; le quali applicazioni in gran parte ci sono già ricordate dagli scrittori d'arte italiani, e specialmente da Leonardo da Vinci. Fra queste, quella che maggiormente diede causa di parlare ai giornali fu di eseguire dal vero i contorni di un ritratto, fissando l'occhio ad un solo punto contro un appoggio immobile , e collocando fra la persona a ritrarre ev^ooQle
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