Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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EETTO (MALATTIE DEL)
del fiu880 mestruo; e difatti, dopo l'età critica, esse perdono in gran parte questo privilegio. Le professioni che obbligano a star lungamente seduti o in piedi hanno molta influenza nella generazione di questa infermità; così le congestioni del retto sono comunissimo negli uomini di lettere, nei sarti, ecc. Tra le cause predisponenti si notarono la eredità, il temperamento bilioso, melanconico, la ipocondria, l'uso del tè, del caffè, ecc.; ma l'efficacia di queste cause non è per nulla dimostrata. La posizione declive delle vene del retto, la mancanza di valvole, la presenza degli sfinteri, le aponeurosi perineali, le materie stercoracee favoriscono manifestamente le congestioni passive e per così dire meccaniche del retto.
Cause determinanti. — Le cause determinanti sono generali o locali. La pletora è la sola causa generale di cui l'azione sia manifesta. Ad essa sono da riferirsi le congestioni periodiche e seguite da rettorragia che vediamo manifestarsi in certi uomini, nei quali sembra tener luogo del flusso mestruo della donna (congestioni attive).
Le cause locali sono immediate o mediate. Tra le prime si collocano la costipazione, la presenza nel retto di materie dure e voluminose, l'abuso dei purgativi, dell'aloe, dei clisteri irritanti, delle supposte; la pederastia, la equitazione troppo prolungata, lo star seduto. Tra le seconde dobbiamo annoverare la gravidanza, i tumori addominali, i grandi sforzi muscolari, le grida, tutte le circostanze, in una parola, che oppongono un ostacolo alla libertà della circolazione addominale.
La cura della congestione del retto è molto semplice: essa è palliativa o radicale. Le emissioni sanguigne locali, i clisteri freddi, le lozioni, i semicupi della stessa natura, la posizione orizzontale sono i mezzi palliativi più efficaci. Il trattamento curativo deve essere diretto contro la causa generale o locale della malattia. Il salasso generale dissiperà la congestione prodotta dalla pletora e varrà anche a prevenirla. Combattendo la malattia del fegato, dell'utero, ecc., e procurando di ristabilire la libertà della circolazione addominale, si agirà efficacemente contro la congestione del retto determinata da causa locale.
Emorragia. — Rettorragia. — Come già praticammo in varie circostanze, uni qui riprodurremo la divisione delle emorragie considerate in generale; questo è il solo modo di portare una qualche luce nella storia sì oscura, che gli autori tracciarono del flusso emorroidale, e di considerarla sotto un aspetto veramente pratico.
A. Rettorragia per alterazione del sangue. — 1° Per aumento dei globuli (flusso emorroidale attivo degli autori). — La pletora è una causa frequente di rettorragia negli uomini che oltrepassarono l'età di trenta o quarantanni, e nelle donne dopo l'età critica. Il flusso sanguigno è accompagnato da sintomi, che provengono da una parte dalla congestione attiva del retto. L'emorragia nasce improvvisamente. Essa è abbondante ma di breve durata, e si arresta spontaneamente ; sovente si manifesta nell'atto della defecazione. Il sangue è ricco, plastico e si coagula in grumi. Questa emorragia è sempre salutare, mentre fa cessare i fe-
nomeni morbosi cbe derivano dalla pletora generale e locale. Essa per altro ordinariamente accade solo quando reiterate congestioni del retto determinarono la dilatazione delle vene dell'intestino, e lo sviluppo di tumori emorroidali interni. La rettorragia per pletora d'ordinario si rinnova ad intervalli più o meno lontani, e alcuna volta periodicamente, quando l'arte non intervenga per impedire la rinnovazione dello stato pletorico.
2° Per diminuzione della fibrina (flusso emorroidale passivo degli autori). — Questa emorragia ordinariamente non accade se non se quando le pareti del retto sono sede di una qualche alterazione. Talvolta nasce negl'individui affetti da febbre tifoidea , da tifo, da febbre gialla, da peste, da scorbuto, da porpora, da una febbre eruttiva maligna, ma il più frequentemente è determinata dallo stato anemico cbe succede alle forti perdite di sangue; cosi essa sopravviene in coloro che andarono soggetti a copiose e ripetute rettorragie, qualunque fosse la causa delle medesime. Sovente la rettorragia passiva succede alla emorragia determinata dalla pletora o da una qualche lesione delle pareti dell'intestino. La rettorragia passiva è poco considerevole, ma quasi continua; riunovasi sotto l'influenza di ogni più lieve causa; talora mostrasi ribelle per lungo tempo alle cure meglio appropriate, e getta gli infermi in uno stato di rifinimento che diviene esso stesso nuova causa di emorragia. Il sangue è pallido, fluido, sieroso e non si coagula.
B. Rettorragia per alterazione del solido. — Il cancro ulcerato del retto è una cagione assai comune di emorragia, la quale per altro il più ordinariamente è dovuta alla presenza di tumori emorroidali ulcerati, alla dilatazione e all'assottigliamento delle vene emorroidali (V. Emorroidi). Ma non va molto che la causa del flusso sanguigno diviene composta, perocché le emorragie che dapprincipio non erano, per così dire, che meccaniche, ben presto inducono un tale stato generale dello organismo che rendesi causa di emorragia esso stesso. Noi indicammo altrove le diverse maniere onde le alterazioni del sangue e le lesioni delle pareti dell'intestino possono insieme combinarsi per cagionare la rettorragia.
C. Rettorragia traumatica. —Tutte le operazioni praticate sul retto possono dar luogo a emorragie (ablazioni di un polipo, escisione di ragadi, ecc.), le quali poi sono massimamente frequenti dopo la escisione di tumori emorroidali.
Diagnosi. - La' rettorragia non potrebbe confondersi che colla melena; ma quando il sangue evacuato dall'ano non viene dall'intestino retto, quasi sempre si presenta sotto la forma di grumi; è nero, non fluisce continuamente, ma viene espulso ad intervalli iu seguito degli sforzi della defecazione. Nella rettorragia si osserva il contrario. Inoltre poi la esplorazione dell'intestino collo spe-culum ani varrà a dissipare ogni dubbio. Se uua causa qualunque impedisca il libero flusso del sangue, questo si accumula nell'intestino, e in tal caso l'emorragia, che sola si manifesta coi segni comuni a tutte le emorragie interne, può divenire mortale. Fa d'uopo avere in mente la possibilità di questot^ooQle
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