Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
RETZ (ALBERTO DI GONDI, MARESC. DI) - RETZ (PAOLO DI GONDI, CARD. DI) 219
nella loro casa ; e resisterono al duca ; ma egli le riprese, tolse al conte di Lavai suo genero la luogotenenza generale di Bretagna, e la conferì al maresciallo di Retz, col quale consumò tutti i suoi contratti nel 1437. Non bastando tali mezzi di spendere ad Egidio, cercato già ne aveva da lungo tempo degli altri. Abbastanza istrutto per quel secolo, ricorse all'alchimia; ma fallitagli la scienza, si gettò nella magia. Mentre era prodigo d'incenso al demonio e faceva elemosina in onor suo, continuava gli esercizi pii co* suoi cappellani, collegando in tal guisa una somma superstizione con le pratiche più empie e con la depravazione di costumi più criminosa. Di fatto, in tale epoca incominciò ad immolare de' fanciulli si per più raffinamento ne' suoi piaceri abbominevoli, cbe per impiegare il loro sangue, il loro cuore e alcune altre parti del loro corpo ne' suoi incantesimi diabolici. Le di lui genti attiravano ne' suoi palazzi, offrendo loro alcune cose ghiotte. delle giovanotte, ma specialmente dei giovani delle vicinanze, nò più si vedevano uscire. Altri agenti cbe accompagnavauo tale signore nelle gite sue in Bretagna, persuadevano gli artigiani poveri che avevano dei bei fanciulli ad affidarli al maresciallo, che ammessi gli avrebbe tra' suoi paggi, ed assunta si sarebbe la cura della loro sorte. Sembra che dei parenti o degli amici del sire di Retz, un certo Egidio di Sillé, un certo Princay ed un certo Ruggiero di Briqueville, sieno stati complici delle orribili sue dissolutezze, procurandogli più vittime. Finalmente fu si pubblico
10 scandalo e sì numerose le doglianze, che Egidio di Lavai venne acousato alla giustizia. Arrestato nel mese di settembre del 1440, fu chiuso nel castello di Nantes, ed il duca di Bretagna incaricò
11 suo commissario Giovanni di Toucherond d'incominciare un'inquisizione. Posto a confronto co' suoi complici, il maresciallo di Retz li disconfessò per buoi servi, e disse che avuti non aveva che galantuomini ai suoi stipendii ; ma la minaccia della tortura gli fece cambiar linguaggio, e confermò la loro dichiarazione con una confessione generale e ; circostanziata di tutti i suoi delitti. I tiranni più sanguinarli non immaginarono mai crudeltà più esecrabili di quelle ch'ei \nesceva alle infami sue vo- j luttà. Erasi inoltre reso reo di fellonia. Convinto ! di tanti delitti, Egidio di Lavai fu giudicato e condannato a morte co' suoi due vili agenti da un tribunale presieduto da Pietro de l'Hdpital, siniscalco di Bretagna. Per appagare prima di morire uno dei suoi gusti prediletti, richiese ed ottenne di essere condotto processionalmente dal vescovo di ! Nantes fino al luogo del supplizio. Il maresciallo mostrò un sincero pentimento, domandò perdono , ai genitori dei fanciulli che aveva immolati, esortò
i suoi complici alla morte ed alla penitenza, si ac-conuatò da essi e promise loro che riuniti si sarebbero in paradiso. La sentenza di morte fu eseguita il25 ottobre 1440. U delinquente fu strozzato; ma in riguardo della sua nascita, de' suoi servigi e del suo pentimento, il duca di Bretagna permise che il suo corpo, il quale doveva essere arso e le ' ceneri gettate al vento, non rimanesse che un solo istante sul rogo, e fosse reso alla sua famiglia, la quale il fece sotterrare nella chiesa de' Carmelitani.
RETZ (Alberto di GONDI, più noto sotto il nome di maresciallo di) (biogr.). — Nato l'anno 1522 a Firenze da un' antica famiglia, fu condotto assai giovine in Francia al seguito di Caterina de' Medici, ed ottenne un rapido avanzamento in Corte, dove seppe palliare la sua avidità e l'ambizione sotto l'apparenza d'un nobile disinteresse. Impiegato negli eserciti ed in più missioni importanti, la sua destrezza gli valse anche meglio de' suoi talenti, ed ottenne successivamente il favore di Carlo IX, di Enrico III e di Enrico IV. Mori nel 1602, carico d'anni e di ricchezze, dice l'Étoile, ma lasciando una riputazione assai dubbia. 11 maresciallo di Retz viene accusato insieme con Tavannes di aver consigliata la strage di San Bartolomeo, e di aver fatto perire Lomenie nella sua prigione per impadronirsi delle sue spoglie.
RETZ (Pietro di GONDI, cardinale di) (biogr.). — Fratello del precedente, nato a Lione l'anno 1533, abbracciò la professione ecclesiastica dopo compiuti i suoi studii, e fu egualmente protetto da Caterina de' Medici. Nominato vescovo di Langres e trasferito alla sede di Parigi nel 1570, fu creato successivamente cancelliere e limosiniere della regina Elisabetta d'Austria, capo del consiglio di Carlo IX, e dopo la morte di questo principe, amministratore dei beni di Elisabetta, la qual carica adempì con esatta probità. Il favore di cui godeva non diminuì punto sotto Enrico III nò sotto Enrico IV ; fu incaricato da questi due principi di più missioni importanti presso la Santa Sede, e le adempì con assai prudenza e zelo. Mori nel 1616, e gli succedette Enrico di Gondi, suo nipote.
RETZ Gian Francesco Paolo DI GONDI, cardinale di) (biogr.). — Ecco uno degli uomini più variamente giudicati dai contemporanei e dalla posterità, ma sul quale alfine ricadde il peso di un'età stolidamente agitata e abituatasi a trattar le cose serie col riso. Morto Luigi XIII, Anna d'Austria sua vedova assunse la reggenza, mettendo da banda 1 parenti, attenendosi al Parlamento e ai consigli d'uno de' più grandi ministri, il cardinale Maza-rino. Ma questo italiano poco garbava ai Francesi, e, come suole nelle antipatie, trovavano a tutto appuntare; i Parlamenti pretesero, da corpo giudiziario , trasformarsi in rappresentanza politica come in Inghilterra; i violenti trascinano i prudenti; e chi ha da vendicarsi, o spera elevarsi, o vuol pescare nel torbido, col pretesto del pubblico bene sommuove l'onda, e ne nasce quella fazione che fu intitolata la Fionda (V.). Questa opponeva talora la sollevazione aperta, più spesso la contraddizione , il fare l'opposto di quello che il Governo volesse; raccoglieva danari; soprattutto allestiva intrighi, epigrammi, libercoli, pasquinate, dove la vittima più solita era il card. Mazarino, e dove il talento e la8pirito8ità elevavano una nobiltà di penna accanto alla nobiltà di spada e di toga.
Questo farnetico degli epigrammi, del designare ogni fatto con qualche arguzia , svisò quel movimento, sicché la Fionda parve più da trastullo che non fosse ; e Capefigue, dopo altri, si adoperò a ritornarle il suo vero e serio carattere. In effetto fu una guerra di genere nuovo, tutta intrighi, con grandi nomi e piccoli effetti : una scena di estremo^.ooQle
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