Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
ftEUC&LIN ERMANNO
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tatti i libri ebraici come contrarli alla religione cristiana. Reuchlin osservò che quelle opere, non che nuocere al cristianesimo, tornavano al contrario in suo onore, perchè la lettura di esse spingeva gli spiriti dotti e profondi a studii in trionfo del vero. Questa guerra durò dieci anni. Le Università di Parigi, Lovanio, Erfurt e Magonza si dichiararono contrarie a Reuchlin ; ma gli uomini più dotti ed illuminati di tutti i paesi sposarono le sue parti, e il dotto Ulrico di Hutten fra gli altri compose le famose Epistola obscurorum virorum, che posero in ridicolo gli avversari di Reuchlin.
Altri travagli erangli però riserbati. Quantupque avesse cessato di far parte del tribunale della Lega di Svevia, si trovò impigliato nei litigi dei duchi di Baviera contro questa Lega, e fu fatto prigione alla presa della città di Reutlingen che ne faceva parte. Fortunatamente il duca Guglielmo di Baviera lo ripose nobilmente in libertà, e nel 1520 gli diede perfino una cattedra all'Università d'In-goUtadt Invano gli fu offerta una cattedra di lingua ebraica e di greco a Wittemberga, e raccomandò in sua vece Melantone. Scoppiata nel 1522 la peste ad Ingglstadt, trasferissi a Tubinga per darsi tutto alla scienza, ma non tardò ad ammalare e si fece trasportare a Stoccarda, ove morì, legando alla sua città natia la sua biblioteca, ragguardevole a quei tempi.
Le controversie fra Lutero e Tezel per le indulgenze già erano scoppiate. Reuchlin non pare pigliasse parte attiva a quei dibattimenti, ma aveva preparato le vie co* suoi attacchi contro l'ignoranza fratesca; e se ha esercitato qualche influenza su quei grandi avvenimenti, ciò fu soltanto per le lezioni che aveva date a Melantone, che rappresentò una parte cosi grande allato a Lutero. Come filologo Reuchlin introdusse nella pronuncia dei dittonghi della lingua greca un sistema suo proprio, cbe si accosta assai alla pronunzia dei Greci moderni, e che addomandasi pronunzia Reuchlin od anco iotacismo, a cagione della frequenza del suono del jota. Oltre le opere succitate, abbiamo di Reuchlin uu'edizione òéìVApologia di Socrate di Senofonte ; Rudimento hcebraica (Pfbrzheim 150*6), e un libro intitolato De accentibus et ortographia He-brceorum libri 111 (Haguenau 1518). L'edizione ch'ei diede dei sette Salmi di penitenza (Tubinga 1512) è considerata come il più bel libro in lingua ebraica che sia venuto in luce in Germania. Reuchlin ha trattato delle dottrine segrete degli Ebrei nelle opere intitolate De arte cabalistica libri 111 (Haguenau 1517), e De verbo mirifico (Basilea 1494). La Bua commedia satirica Sergius sive capiti8 caput (Pforzheim 1507), in cui svela tutti gli inconvenienti del regime sacerdotale, fu molto letta.
Vedi : Melantone, Historia Reuchlini, nelle Se-lectce declamationes — J. H. Majus. Vita Reuchlini (Durlach 1687) — Mayerhoff, Reuchlin und seine Zeii (Berlino 1830) - Lamey, J. Reuchlin (Pforzheim 1855) — D. F. Strauss, lilrich von Hutten (p. 188-230).
REUCHLIN Ermanno (biogr.). — Valente storico tedesco, nato l'auno 1810 a Rentlinga nella Svevia; morto il 14 maggio 1873 a Stoccarda. Discendeva dalla famiglia resa ben nota nel mondo letterariopel celebre umanista, il quale in Germania segui le tracce di Marsilio Ficino e di Pico della Mirandola, da lui personalmente a Firenze conosciuto. Attese innanzi tutto allo studio della teologia, ed al campo della teologia appartenne la prima di lui opera, la Storia del Giansenismo (Geschichte von Port-Royal), pubblicata in due volumi negli anni 1839-44; opera colla quale si collega altra più breve su Biagio Pascal (PascaVs Leben und der Geist seiner Schriften) uscita nel 1840. Non mancò a lui la diligenza nel raccogliere i materiali nelle biblioteche, all'infuori della sua patria, di Francia, dei Paesi Bassi e d'Italia, nè difettò esso d'acume e di scienza, ma non gli riusci l'addentrarsi nello spirito francese di quel memorando tempo, mentre i di lui giudizi troppo si risentono delle prevenzioni difficili a scansare dal teologo protestante, ancorché dotto ed imparziale, nelle questioni interne della Chiesa cattolica. L'essersi l'opera surriferita pubblicata contemporaneamente a quella del Saint-Beuve, inegualissima e non troppo omogenea nelle singole parti, ma pure prova di non comune ingegno e di non minore talento per la forma, non giovò allo scrittore tedesco. Iniziata la sua carriera letteraria con tali lavori intorno alla storia francese, voltò il pensiero a quella d'Italia, cui dedicossi intieramente nei due ultimi decennii della sua vita. Nel 1859 esci il primo volume della Storia d'Italia dalla fondazione delle dinastie regnanti sino ai tempi presenti (Geschichte Italien von Grtlndung der regierenden Dynastien bis auf die Gegentoart), il cui terzo volume, nel quale nar-ransi gli avvenimenti del 1849-1860, si rese di pubblica ragione nel 1870, mentre il quarto, procedente sino alla riunione dell'intera penisola sotto lo scettro della dinastia sabauda, esci quasi contemporaneamente alla morte di lui. Il titolo del* l'opera non corrisponde al contenuto. Mentre si crederebbe di trovare nella medesima la storia italiana dalla fondazione delle dinastie (allora) regnanti , poche pagine sono sembrate bastanti all'autore prima di giungere alla restaurazione del 1814; di modo che non si sarebbe dovuto dar luogo ad erronea supposizione coll'indicazione contenuta nel frontispizio. Principiando da quell'anno il racconto procede limpido e copioso, e lascia poco da desiderare quanto all'esattezza materiale, mentre la forma, se non brillante, è seria e sobria, quale conviensi allo scopo. Non prima degli anni 1846-1847 entra nei particolari più minuti, di manièra che la di lui opera non va esente di difetto quanto alle proporzioni ; difetto però da tenersi in minor conto di quello dell'essersi prestata fede soverchia a dati non sempre ammessi con critica abbastanza severa. Nell'insieme però merita lode e per la diligenza da lui messa nell'esame dei fatti e per la esposizione dei medesimi. Meutre poi stava pubblicandosi quest'opera, la quale conserverà importanza e pregio, quantunque varie parti di essa siano composte sotto l'impressione troppo viva dei fatti contemporanei, stampò varie cose appartenenti allo stesso argomento e periodo, sopra Cesare- Balbo, G. Garibaldi, Daniele Manin, sui generali Florestano e Guglielmo Pepe , ecc., scritti non sempre bastantemente maturati e presto dimenticati. L'&m-
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