Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
RIBERl ALESSANDROd'Arpino. Solo l'infelice Zampieri vi dovè compiere i lavori cominciati, e vi sacrificò la pace dell'animo in prima, quindi la vita, pel veleno propinatogli da quei malvagi. 1 complici principali del Ribera, Caracciolo cioè e Carenzio, furono suoi seguaci anche nel modo di pennelleggiare, ma lasciarono nome di scaltri scellerati piuttosto che di abili artisti.
1 dipinti più celebri del Ribera, dopo il suddetto Deposto di croce nella Certosa di Napoli, e il san Bartolomeo in Berlino, sono il san Girolamo allaFig. 5672. — Ribera Giuseppe.
Trinità, lo stupendo san Gennaro nella regia cappella, YIssione nel palazzo del Bon Retiro a Madrid e un altro Martirio di san Bartolomeo, aggiunto, non ha molto, all'insigne quadreria del palazzo Pitti. Nelle mezze figure più gli piacquero i soggetti in cui sfoggiava l'anatomia, come anacoreti, filosofi, ecc., e come vedesi nel Democrito ed Eraclito dei marchesi Durazzo in Genova. Natura fu il suo modello in ogni sua opera, copiando da essa i minuti particolari dei corpi, che dipinse con franco pennello, di un colorito vero e brillante e di gran forza di chiaroscuro, che producono grande illusione. Ribera lavorava facilmente, e i suoi lavori sono perciò numerosi. La galleria del Louvre ne possiede uno, VAdorazione dei pastori, che non dà però la misura compiuta dell'iugeguo realista del pittore; due ne ha il museo di Dresda e quattro la galleria del Belvedere a Vienna. L'Inghilterra ne ha un picciol numero e la Galleria nazionale non ne aveva che uno nel 1857. Per contro il museo di Madrid ne ha cinquantatre, e non pochi se ne ammirauo nei conventi e nelle chiese di Napoli. Luca Giordano e Salvator Rosa furono gli allievi più celebri di Ribera. 11 quale era anche d'assai nello incidere all'acquaforte, come testimoniano: Il martirio di san Bartolomeo, Sileno e 11 ritratto di don Giovanni d'Austria.
Vedi: R. D. Caballero, Observaciones sobre la patria de Ribera (Valenza 1824) — Quilliet, Die-tionnnire des peintres espagnols.
RIBERl Alessandro (biogr.). — Illustre medico, nato il 17 aprile 1794 a Stroppo, villaggio della provincia di Cuneo, morto il 18 ottobre 1861 a Turino , studiò letteratura e filosofia nel collegio I Nuova Kncicl. Itau Voiallora floridissimo di Sai uzzo, e passò quindi a Torino, ove il professore Scavini gli ottenne un posto gratuito nel Collegio delle Provincie, ov'efabfe a compagni Martini, Moris evasero, che dovevàno più tardi sedere con lui professori stimati in quell'Ateneo che frequentavano scolari. 11 posto nel Collegio delle Provincie traeva con sè quello di allievo interno dello spedale maggiore di San Giovanni, grande emporio di pratico sapere, e la vita di Ri beri fu tutta consecrata in quel tempo al collegio, all'ospedale e all'Università. Quanto apprendeva nell'Università appurava nella cliuicadell'ospe-dale e confermava colle necroscopie nell'anfiteatro anatomico, ove passava lunghe ore in esercizi pratici. Di tutto teneva conto in un prontuario co-tidiano o diario, che conservò sempre religiosamente, e dal quale attinse spesso dipoi cosi nello esercizio pratico come nello insegnamento. Dopo cinto il serto dottorale ed aggregato con plauso al collegio di chirurgia, recavasi nel 1817 a conseguire la laurea in medicina nell'Universià di Genova, e fu quindi successivamente nominato repe-titore nel Collegio delle Provincie, settore anatomico ed assistente alla clinica operativa nell'ospedale di San Giovanni. La fama del suo sapere si diffuse rapidamente nella capitale , e fin dai primi anni del tirocinio pratico ebbe una cospicua clientela. Nei moti infausti del 1821 Riberi diè prova di nobile patriottismo e si trasse addosso l'animavver-sione del censore universitario, finché nel 1825 fa nominato professore sostituito di chirurgia e chirurgo maggiore nelle Guardie del Corpo di S. M. L'anno seguente il professore Geri abbandonava inopinatamente la cattedra di clinica operativa, e Riberi raccoglieva la grande eredità divenendo maestro in quel grande ospedale di San Giovanni, ove poco addietro interveniva discepolo.
Poco dopo conseguita la cattedra, publicava il Riberi le Lesioni di ostetricia, che servirono di testo alla sua scuola per varii anni, finché fu istituita nel 1834 una cattedra speciale, distinta da quella delle operazioni chirurgiche. Pubblicava quindi i suoi elementi di chirurgia operativa per la parte che riguarda le amputazioni, le resecazioni e le trapanazioni delle ossa. Questi due trattati, compiuti pel tempo in cui furono dettati, sono concisi e scritti con ordine didattico qual si conviene a libri destinati agli studenti ; il perchè furono da questi assai ricercati e le edizioni sono ora esaurite. Tennero dietro ad esso due altri trattati, uno Sui seni e sulle fistole delle vie lacrimali, l'altro di Blefarottalmoterapia operativa. Dell'uno e dell'altro fecero onorevole menzione i giornali nostri ed oltremontani. Varii altri lavori, pubblicati in tempi diverji sopra importanti argomenti pratici, e in varii periodici, furono raccolti e mandati alle stampe nel 1851 dal cavaliere Pietro Marchiando
Fra le pratiche operative proprie del professore Riberi o da lui modificate accenneremo segnatamente l'Etiropio da grosse cicatrici alla palpebra superiore, la Fistola salivare, la Cheiloplastia totale del labbro inferiore, V Orchiectomia partiate, la Fimosi, la Legatura delle emorroidi interne, Feo-iomia, Cataratta, Lussazione del capo dell'omero con frattura del suo collo. . XIX. 16
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