Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
RICAMO
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del telajo da tessere, meno il pettine e il battente, [ col sistema di molti uncinetti o pinzette in ferro, , fermate sulle coscio o traversine del telajo per di- j stendere il canevaccio ai due lati opposti ; però , questo telajo, ch'era già noto da oltre cent'anni, è poco o punto in uso al dì d'oggi, a cagione del tuo prezzo di costruzione che è troppo elevato. Il * perchè le ricamatrici preferiscono generalmente i j telai a vite od a spranghete di ferro, che costano j meno e che trasportansi più facilmente. Tuttavolta 8i stende e si allenta la stoffa sul telajo a spran- j ghette più facilmente e più prontamente che sul , telajo a vite ; ma la si distende spesso troppo o ! troppo poco e con molto stento. Col telajo a vite per contro si stende la stoffa il men che vogliasi senza difficoltà, il che rende questo telajo prefe ri bile al primo.
Al postutto, tutti i telai in uso al presente hanno il grave inconveniente di obbligare la ricamatrice a cucire le due larghezze del canevaccio sui gallai o vivagni inchiodati ai due rotoli, ad avvolgere quindi il canevaccio premendolo ed a stirarloFig. 5676. — Telajo da ricamo.
ai lati mediante legaccioli che lo stiracchiano e lo strappano sempre. Noi indicheremo adunque le aggiunte o perfezionamenti che l'esperienza e la pratica del ricamare hanno suggerito per cessare gli inconvenienti dei telai gimnoti, avvertendo però il lettore che un fabbricante di Parigi ha il privilegio di questi perfezionamenti. 1 quali comprendono molte parti che si adattano ugualmente a tutti i telai da ricamo. jPer tal modo il perimetro dei due rotoli o subbii offre al disopra una superficie piatta di un centimetro di larghezza, sulla quale sono piantate punte smussate e destinate ad afferrare le due larghezze del canevaccio, il che risparmia il cucirle sui galloni. Appresso copronsi quelle punte con una verga
0 regolo di legno a mezzo tondo, con una scana- i latura in tutta la sua lunghezza d'una larghezza uguale alla grossezza delle punte ; anche le punte del rotolo deretano sono coperte da un regolo, di cui la faccia superiore è tagliata a piano inclinato.
1 due regoli jouo attaccati per le loro estremità
sui due rotoli mediante due cordoncini per evitare ogni spostamento.
Le due viti in ferro a triplici spire, di cui le madreviti in rame sono fissate nel mezzo delle due viti o traverse del telajo, servono a distendere il canevaccio ai due lati opposti, girando i due bottoncini che vi sono appiccati. Il rotolo in legno, posto sul subbio deretano, è destinato ad avvolgere il canevaccio ricamato o il modello da eseguire. Questo rotolo è formato di due segmenti o porzioni di cilindri congiunti alle loro estremità mediante due viti in legno a testa piatta, e dentro i quali strignesi il canevaccio o il modello. L'asse di destra del rotolo è in ferro tondo e gira liberamente in una piastra o forchetta fissata a vite sul subbio; l'asse di siuistra, cbe è a vite, forma perno; è fisso in uu dado innestato nella forchetta di destra e mobile a volontà dal basso in alto e reciprocamente dall'alto al basso, secondo la grossezza o fittezza del canevaccio o del modello ravvolto. Gli è mediante questa vite che si fa indietreggiare a piacimento il rotolo da sinistra a destra,
0 da destra a sinistra, volgendo il bottone.
Compendieremo brevemente i vantaggi di questotelajo perfezionato.
Con esso la ricamatrice non ha l'imbarazzo di cucire le due larghezze del canevaccio sui galloni, che sono per tal modo soppressi, e di avvolgerle poscia sui subbii ; ella aivvolge soltanto il canevaccio sopra se stesso senza premerlo, fissa più prontamente e più facilmente il canevaccio attaccandolo alle punte, e può lavorare al telajo senza fatica e senza allungare soverchiamente le braccia.
Questo telajo finalmente offre i seguenti vantaggi incontrastabili :
1° Di risparmiare l'avvolgere e il premere del ricamo sui subbii, il che rispiaua e schiaccia sempre
1 punti, il rilievo delle figure, e fa pigliare cattiva piega al canevaccio od alla stoffa non anco ricamata.
2° Di risparmiare lo stendere sul canevaccio d'un modello che si brancica sempre lavorando, sì ch'è spesso sciupato anzi che sia copiato.
3° Di lasciar vedere il ricamo fatto per imitarne tutte le tinte e gradazioni.
4° Di permettere di compiere uua grande lunghezza di ricamo in tappezzeria senza togliere i rotoli e senza aver l'imbarazzo di stendere il canevaccio ai due lati mediante legaccioli od uncini, che ne stiracchiano o strappano le maglie.
Avvi un altro strumento da ricamare assai scomodo e generalmente adoperato dalle ricamatrici sul velo, la mussola e altri tessuti leggieri di grandi dimensioni, vogliamo dire il tombolo cbe i Francesi chiamano tambour. È una specie di guanciale tondo, imbottito, di forma non guari dissimile a quella di un manicotto. Sul tombolo, fermate con spilletti, ricamansi liste di pannilini o d'altro. Anche vi si fanuo trine e altri lavori siffatti.
Non termineremo senza far menzione della famosa macchina da ricamare, inventata da Heil-manu di Mulhouse, e che levò meritamente molto grido nella Esposizione del 1834 (Tavola CDXV1, figura 3). Iu questa macchina 130 aghi, in uno spazio angusto, copiano tutti lo stesso disegno cou unii regolarità perfetta. Si calcola cbe essa compiev^ooQLe
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Parigi Francesi Heil-manu Mulhouse Esposizione Tavola CDXV
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