Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      RICAMOquotidianamente il lavoro di venti abili ricamatrici, lavorando al telajo ordinario, e non richiede, per essere posta in azione durante tutta la giornata, che un solo operajo e due giovinette. L'ope-rajo deve essere addestrato a questo genere di lavoro, essendoché adempie in una volta funzioni numerose: da una mano ei seguita il disegno con la punta del pantografo; dall'altra gira una manovella per piantare e trarre tutti gli aghi stretti in pinzette, e condotti da carretti che si appressano e si allontanano scorrendo su rotaje di ferro; finalmente, mediante due pedali sui quali preme alternamente or coll'uno or coll'altro piede, apre le 130 pinzette del primo carretto che denno dare gli aghi dopo averli piantati nella stoffa, e chiude neiristesso tempo le 130 pinzette del secondo carretto che denno riceverli e trarli dall'altro lato per ricondurli dipoi. Le giovinette altro non hanno a fare che cambiare gli aghi quando sono finite le gugliate e sorvegliare le pinzette, affinchè non sfugga alcun ago.
      Tenteremo far comprendere tutti i particolari di questa macchina, essendoché la non sia men notevole per la felice disposizione delle parti che la compongono, che per gli effetti ch'essa produce. Descriveremo successivamente : 1° La disposizione del telajo — 2° La disposizione della stoffa — 3° La disposizione dei carretti — 4° La disposizione delle pinzette.
      1° Disposizione del telajo. — Il telajo è in ferro fuso e deve essere saldamente stabilito sopra un suolo fermo, per non provare scosse sensibili, sia pel movimento della macchina in sé, sia pel va e vieni delle operaje. La figura 3 della Tav. cit. ne porge un'elevazione presa di faccia. L'estremità del telajo forma due rettangoli uguali ABBA, ABBA simmetricamente collocati, uno a destra e l'altro a sinistra, riuniti nel mezzo da un terzo rettangolo più stretto e più elevato ADCA. Quest'assieme dei tre rettangoli è fuso in un sol pezzo; a sono sei piedi che portano ciascuno un buco destinato a ricevere una vite calante, mediante la quale posano sul suolo. L'altra estremità del telajo è simile in tutto alla prima, e ne segneremo le parti analoghe con le stesse lettere con una virgoletta: per tal modo A'B'B'A', A'B'B'A' saranno i due rettangoli simmetrici della seconda estremità del telajo; A'D'O'A' sarà il rettangolo del mezzo analogo a ADCA, e a' rappresenterà i sei piedi corrispondenti a quelli segnati a. Fra ciascun piede a e il suo corrispondente a' v'ha una traversa fusa A", di cui vedesi la forma e l'insieme nella figura. Per tal guisa nella loro parte inferiore le due estremità del telajo sono unite da sei traverse simili alla traversa A"; oltre di ciò alle due estremità di ciascuna di queste traverse sonvi puntelli arcati a" destinati ad assodare il sistema; due di essi scorgonsi sulla figura: nella loro parte superiore le due estremità del telajo sono riunite da una sola traversa D", che ha la forma d'una grondaja, e che trovasi inchiavardata agli angoli corrispondenti D e D'.
      Tale è la disposizione leggiera e solida del telajo che porta tutto il meccanismo della macchina da ricamare di Heilmann ; era necessario porgerne un'idea esatta per meglio comprendere come glialtri pezzi fissi sieno alla loro volta sorretti, e come i pezzi mobili, che sono qui numerosissimi, ponno eseguire i loro movimenti con una regolarità perfetta.
      La lunghezza della macchina dipende dal numero delle pinzette che voglionsi far lavorare. Il modello all'Esposizione portava 260 pinzette e aveva due
      1 metri e mezzo di lunghezza ; noi l'abbiamo ridotto a 120 soltanto, di che segue soltanto che le nostre traverse A' e D" invece di aver due metri e mezzo non hanno nemmeno due metri ; del rimanente tutto il meccanismo e tutte le altre dimensioni sono le stesse. La larghezza però del telajo dev'essere uguale per tutte le macchine, sieno lunghe o corte.
      2° Disposizione della stoffa. — Abbiamo già fatto osservare che le pinzette che portano gli aghi si presentano sempre allo stesso punto, e che per conseguenza gli aghi non farebbero che passare e ripassare indefinitamente per lo stesso buco se la stoffa non fosse spostata con precisione bastevole per venire a porgere successivamente davanti la punta dell'ago tutti i punti pei quali deve passare per eseguire il fiore o disegno che trovasi sul telajo. La disposizione della stoffa e il meccanismo mediante il quale la si sposta quanto è necessario dopo ogni passaggio dell'ago, sono dunque di uua grande importanza, e ci studieremo spiegarli paratamente.
      La stoffa è portata da un gran telajo rettangolare, di cui i quattro lati sono visibili nella figura, vale a dire: i due verticali in FF, e i due lati orizzontali, il superiore e l'inferiore, in F'F'.
      Veggon8Ì anche nella figura due lunghi cilindri in legno GG, di cui le estremità munite di cardini in ferro sono posate sui lati F del telajo, in modo da poter girare sopra se stessi. Questi due cilindri formano un sistema di subbii, sui quali il nastro, la stoffa od in generale il canevaccio destinato a ricevere il ricamo può essere avvolto e teso verticalmente al grado conveniente, dacché ciascuno di questi subbii porta all'una delle due estremità una piccola ruota dentata gg; i denti dell'una di queste ruote essendo inclinati in senso contrario dei denti dell'altra, ne risulta che sollevando, ad esempio, il nottolino della ruota superiore e volgendo il subbio in un senso, il canevaccio tira il subbio inferiore e tende a farla girare, mentre il nottolino della sua ruota dentata la ritiene, e la stoffa G" si stira viepiù sempre; lo stesso effetto sarebbe prodotto volgendo il subbio inferiore dopo aver sollevato il suo nottolino. Quando si vuol far passare della stoffa dall'uno dei subbii sull'altro, basta sollevare i due nottolini a un tempo e girare nel senso conveniente il subbio sul quale vuoisi avvolgere la stoffa, indi lasciar ricadere il nottolino dell'altro subbio quando non si tratta più di darj la tensione.
      ' Oltre questo sistema dei subbii inferiori, un altro ve n'ha di due superiori, che ha lo stesso scopo, ed è disposto esattamente allo stesso modo.
      Si comprende che uno di questi sistemi presenta la stoffa agli aghi superiori e l'altro agl'inferiori; non avendo i due subbii d'uno stesso sistema il loro asse nel medesimo piano verticale, il piano della stoffa G" sarebbe esso stesso inclinato e verrebbe a presentarsi obliquamente agli aghi se non
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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