Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
btCCARbl NICCOLO' - RICCARDO Icorrispondenza scientifica ed amichevole con molti illustri scienziati, fra* quali citeremo il Renzani, il Targioni, il Mojon in Italia, il Cuvier in Francia, il Boissier in Isvizzera, l'Odeleben in Sassonia, l'Humboldt in Prussia, l'Homer e lo Smithson in Inghilterra, ecc. Poche ma degne produzioni lasciò, fra le altre Y Elogio funebre dell'anatomico Sememi, letto in Siena nel 1812, 1* Elogio del naturalista Soldani, pubblicato nel 1810, e quello del cav. Giulio Bianchi, nel 1824. Ei disegnava scrivere altresì un diffuso elogio storico del celebre navigatore Alessandro Malaspina, e già ne aveva raccolto i materiali, quando fu sopraccolto dalla morte.
Vedi P. Pendola, Elogio di M. Ricca.
RICCARDI Niccolò {biogr.). — Teologo, nato nel 1585 a Roma, studiò in Ispagua, vestì l'abito di san Domenico, ed occupò a ventott'anni la prima cattedra di teologia a Valladolid. Le sue predicazioni procacciarongli, a breve andare, una grande nominanza; chiamato alla Corte, predicò davanti Filippo 111, il quale, maravigliato della sua eloquenza , disse che era un prodigio, un mostro. Il nome gli rimase, e quando ebbe posta la sua dimora in Italia, chiamavanlo familiarmente il pcLdre Mostro. A Roma traevano in folla ad udirlo; ma i suoi*movimenti appassionati, la grandezza delle immagini, l'arditezza dei pensieri lo spingevano alle volte fino ai limiti dell'eresia. Non ostante questo difetto, trovò buona accoglienza presso Urbano Vili, che lo nominò professore di teologia al collegio della Minerva (nel 1621) e maestro del sacro palazzo. Oltre alcuni opuscoli, abbiamo di Riccardi : Ragionamenti sopra le litanie di Nostra Signora (Roma 1626) ; Historice Concila Tridentini emaculatce Synopsis (ivi 1627). Riccardi era assai laborioso ed aveva preparato materiali di molte opere ragguardevoli, di cui Leone Allacci, amico suo, parlava con molto elogio ; sono notevoli fra esse i Commentarci su tutta la Scrittura, Hi-storia Concilii Tridentini, ecc.
Vedi Tiraboschi, Storia della letteratura italiana (viii).
RICCARDO (san) (agiogr.). — Re dei Sassoni occidentali stanziati in Inghilterra intorno al secolo vili ; fu padre di Vinebaldo, di Vilibaldo e di Valburga, che sono tutti tre onorati come santi. Sia ch'egli fosse spogliato de' suoi Stati, sia che vi avesse rinunziato spontaneamente, s'imbarcò ad Hamble-Haven per recarsi in pellegrinaggio a Roma co' suoi figliuoli. Approdato sulle coste di Neustria, di là passò a Rouen, e dopo esservi dimorato assai tempo, segui il suo cammino, dando per tatto manifesti segni di sua pietà. Non gli venne fatto di arrivare a Roma, essendo morto repentinamente a Lucca, verso il 722, e fu sotterrato nella chiesa di San Frediano. Le grazie ottenute mercè la intercessione del buon principe, siccome piamente si crede, e la santità di sua vita lo resero degno dell'onor degli altari. Il suo culto è assai celebre nella città di Lucca che ne solennizza la festa il 7 febbrajo, ed è altresì nominato in tal giorno nel Martirologio romano.
RICCARDO (in ingl. Richard) (stor. cTIngh.). — Tre re di questo nome registra la storia d'Inghilterra, de' quali discorreremo con sufficiente brevità.
RICCARDO I, detto Cuor di Leone (biogr.). — Re d'Inghilterra, nato nel settembre 1157 ad Oxfoard, morto il 6 aprie 11Q9 nel castello di Chalus (Limosino), era il terzo dei cinque figliuoli di Enrico II Plantageneto, e del pari che i suoi fratelli prese le armi contro il padre, alla morte del quale salì sul trono nel 1189. La sua incoronazione gli porse
11 pretesto di perseguitare e spogliare gli Ebrei di tutti i loro dominii. Non fu lo spirito religioso mà l'amore delle avventure cavalleresche che lo indusse ad intraprendere una crociata poco dopo la sua incoronazione. Durante quasta crociata affidò la reggenza al vescovo d'Ely, Guglielmo di Longchamp, ch'era in pari tempo legato del papa. Dopo un abboccamento che ebbe col re di Francia Filippo lì, questi due principi radunarono un esercito di 100,000 uomini. Riccardo s'imbarcò il 7 agosto 1190 a Marsiglia e sbarcò il 23 settembre successivo a Messina, ove il suo alleato era già approdato alcuni giorni prima. Amendue, a cagione della stagione iuoltrata deliberarono passar l'inverno in Sicilia, ove il re Tancredi gli aveva accolti orrevolmente. Ma l'arroganza di Riccardo suscitò tosto dissidii ignominiosi fra i tre re. Mentre Filippo sbarcava a Tolemaide il 30 marzo 1191, Riccardo rimase a Messina per aspettare la sua fidanzata, la principessa Berengaria di Navarra, dalla quale voleva essere accompagnato in Palestina, e salpò finalmente dalla Sicilia il 10 aprile con 150 grossa navi o 53 galee ; ma una tempesta violenta lo costrinse ud approdare prima in Candia e poscia a Rodi. Alcune navi furono gettate sulla costa di Cipro, e furono saccheggiate ed incendiate dal principe Isacco Comneno che regnava colà. 11 6 maggio Riccardo arrivò con tutta la sua squadra davanti Cipro, conquistò quell'isola, s'impadronì della persona e del tesoro di Comneno, e dichiarò Cipro provincia inglese. Dopo celebrati con somma pompa gli sponsali con la sua fidanzata, giunse a Tolemaide l'8 giù-gao. La presenza dei due re diede una nuova attività alle operazioni d'assedio che duravano già da tre anni, e vi si segnalò pel suo coraggio. Oli affari dei Cristiani in Oriente prendevano buona piega; ma la gelosia e la rivalità dei due re guastarono tutto. Filippo pretendeva porre sul trono (li Gerusalemme Guido di Lusignano, e Riccardo destinava quella corona a Corrado marchese di Monferrato. Allora l'esercito dei crociati si divise in due grandi partiti. Tolemaide era caduta il
12 luglio 1191 in potere degli assedianti, e Filippo allegò lo stato cagionevole di sua salute per far ritorno in Francia. Egli dovette, è vero, impegnarsi con giuramento a non assalire gli Stati di Riccardo, finché questi non fosse torno; ma era quella una promessa che aveva deliberato di non voler mantenere. Con 10,000 Francesi rimasti in Palestina Botto gli ordini del duca di Borgogna, Riccardo continuò allora la crociata, e giunto il 7 settembre sotto le mura di Cesarea, sconfisse Saladino ed Assour e s'impadronì di Joppe, di Ascalona e di altre città. Mediante la sua protezione, il marchese di Monferrato salì finalmente su) trono di Gerusalemme; ma il 27 aprile 1192 moriva a Tiro, assassinato ad istigazione del principe degli Assassini, detto il Vecchio della Montagna. Riccardo diedet^ooQle
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