Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

Pagina (260/415)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      RICCARDO D'ARMAGH - RICOATI VINCENZO
      259
      Nell'aprile del 1430 predicò la quaresima ad Orléans, albergato e ricolmo di presenti dalla città. D'allora in poi non troviamo più alcuna traccia di questo personaggio misterioso.
      Vedi Quicberat, Procès de la Pucelle.
      RICCARDO D'ARMAGH, ovvero RADULFO (biogr.). — Irlandese, nomiuato nella sua patria Fitz-Ralph, fu successivamente professore di teologia, decano di Licht-field, cancelliere dell'Università di Oxford nell'anno 1333, e divenne arcivescovo d'Armagh nel 1347. Sostenne la giurisdizione dei vescovi e dei curati contro i religiosi mendicanti cbe lo accusarono di eresia, e fu citato in Avignone, dove morì nel 1360 senza aver terminato quel litigio. Si banno di lui alcuni scritti, fra cui i principali sono: Deferisti curatorum adversus mendicantes (Parigi 1496); De audientia confessionum; un Trattato contro gli Armeni (ivi 1512, in 8°); e Sermoni.
      EICCATI (conte) Jacopo Francesco (biogr.). — Celebre matematico, nato il 28 maggio 1676 a Venezia, morto il 15 aprile 1754 a Treviso, fli levato al sacro fonte da Ranuccio Farnese duca di Parma, e dopo avere studiato nel famoso Collegio dei Gesuiti a Brescia umane lettere, filosofia, geometria, ecc., passò all'Università di Padova. Ivi dimorò tre anni, e più cbe agli studii legali, in cui fu laureato il 7 giugno 1696, attese ad ogni maniera di erudizione sacra e profana, dedicandosi in modo speciale alla filosofia, e nella filosofia alle ricerche analitiche e matematiche. I Principii matematici della filosofia naturale di Newton furono il suo studio prediletto, ed attese alacremente a propagarne le sane dottrine. Rimpatriatosi, sposò Elisabetta contessa d'Onigo, continuando a dar opera agli studii e a dettare scritti svariatissimi. Non v'è ramo della fisica ch'egli non coltivasse, consecran-dosi da principio in modo speciale all'idrodinamica, quindi alla dinamica, all'astronomia, alla storia, alla numismatica, architettura, rettorica, poesia, teologia. Nell'idraulica aveva acquistato cognizioni cosi vaste e profonde, che la Repubblica di Venezia
      10 invitò a regolare la foce del porto di San Niccolò di Lido, a dirigere il corso dell'Adige, a scavare
      11 canale di San Pietro e rinforzare quello degli Ebrei, offrendogli quindi una cattedra nell'Università di Padova, ch'ei ricusò. Anche il ministero di Vienna lo invitò a recarsi colà col titolo di consigliere aulico, e Pietro il Grande, non appena ebbe formato il disegno d'istituire un'Accademia di scienze a Pietroborgo, chiamava Riccati offrendogli nn lanto stipendio. Ma egli anteponendo la tranquillità, l'amore della filosofia e gli affetti domestici, rifiutò quegli onori, che altri avrebbe avidamente accettati. Quantunque gli scritti separati di Riccati possano, ciascuno per sè, bastare alla fama di altrettanti scrittori, quantunque il Saggio sul-Tuniverso e l'opera Dei principii e dei metodi della fisica (opera che, al dire di un eloquente scrittore, contribuì, dopo quelle di Galileo, più d'ogni altra ai progressi della ragione e della fisica) lo pongano nel novero dei più illustri scienziati, tuttavia la fama di Riccati fondasi principalmente sulla risoluzione del caso particolare dell'equazione differenziale di primo ordine, la quale ha conservato il suo nome. L'eqpazione Riccatiana dy + by*=dxmdx,
      , si può integrare quante volte m è una frazione di cui il numeratore è della forma —4» e il denominatore della forma 2nzt 1, n significando un numero intiero qualunque (V. Equazione differenziale). Questa formola, che dal Bernouilli al Lagraugia esercitò l'iugegno dei più illustri matematici, fu pubblicata negli Ada eruditorum di Lipsia. Gli scritti di Riccati furono raccolti e pubblicati dai suoi figliuoli dopo la sua morte, col titolo di Opere del conte Jacopo Riccati (Treviso 1758, in4 voi.; Lucca 1765, in 4 voi.). Molti altri scritti andarono perduti, ed alcuni sono rimasti inediti, fra gli altri un Trattato d'architettura.
      Vedi: Cristoforo di Rovero nella Vita premessa al iv volume delle opere del Riccati, edizione di Lucca — Ab. J. Bernardi, nella Biografia degl'Italiani illustri del Tipaldo (voi. ix).
      RICCATI Vincenzo (biogr.). — Geometra italiano., figlio del precedente, nato a Castelfranco, presso Treviso, l'I 1 gennajo 1707, morto il 17 gennajo 1775, studiò sotto i Gesuiti nel collegio di San Francesco Saverio in Bologna, ed entrò, il 20 dicembre 1726, nella Compagnia, che lo accolse volonterosa , e lo inviò due anni dopo a professare belle lettere in Piacenza, indi nel 1729 in Padova, ove stette cinque anni, passando poi ad insegnar rettorica a Parma , finché prese la via di Roma per apprendere teologia, giusta le discipline del proprio istituto. Quando però gli accorti superiori avvisarono che il Riccati inchiuava principalmente alle matematiche, lo elessero nel 1739 professore di calcolo in Bologna. Per ben sette lustri egli insegnò con gloria sempre crescente e numeroso concorso di alunui, alcuni dei quali divennero celebri, fra'quali il Panigai, il Branieri, il Marescotti, il Malfatti, il Fantoni, il Pedivilla, il Gianniui, il Caldani ed altri moltissimi, che troppo sarebbe lungo annoverare. Nella questione che insorse tra Leibnizio e Bernoulli, a cui presero parte in appresso Eulero e D'Alembert: sei numeri negativi abbiano i loro logaritmi e se debbano essere uguali a quelli de' numeri positivi, Vincenzo col fratello Giordano si posero di mezzo, e vennero a stabilire la vera equazione della logistica, che ha due rami affatto simili e dall'assintQto equidistanti, onde ci sono forniti i logaritmi dei numeri uegativi eguali a quelli dei numeri positivi, e con una lettera di Giordano stampata in giunta alle cinque di Vincenzo fu posto fiue alla controversia. Ma l'opera che prima . gli fruttò fama fu il Dialogo dove ne'congressi di più giornate delle forze vive e delle azioni delle forze morte si tien discorso (Bologna 1749). In esso discorre il Riccati con molta vivacità ed eleganza, e tratta vittoriosamente le principali e più oscure questioui della meccanica, segnatamente le molte intorno alla forza d'inerzia, all'eguaglianza che v'ha fra l'azione e la reazione, alla forza centrifuga ed alla natura dell'equilibrio. Questo dialogo fu incitamento a Francesco Maria Zanotto per comporre il suo bellissimo Dialogo delle forze vive. Fra le altre opere del Riccati meritano special menzione le Istituzioni analitiche, il Commentario delle serie che ricevono una somma generale algebraica od esponenziale, e i due volumi degli Opuscoli appartenenti alle cose fisiche e matematiche. Maggior
     
      /-


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

Pagina (260/415)






Orléans Quicberat Procès Pucelle Fitz-Ralph Licht-field Università Oxford Armagh Avignone Deferisti Parigi Trattato Armeni Sermoni Jacopo Francesco Venezia Treviso Ranuccio Farnese Parma Collegio Gesuiti Brescia Università Padova Principii Newton Elisabetta Onigo Repubblica Venezia San Niccolò Lido Adige San Pietro Ebrei Università Padova Vienna Pietro Accademia Pietroborgo Riccati Riccati Saggio Galileo Riccati Riccatiana Bernouilli Lagraugia Ada Lipsia Riccati Opere Jacopo Riccati Treviso Lucca Trattato Cristoforo Rovero Vita Riccati Lucca Bernardi Biografia Italiani Tipaldo RICCATI Vincenzo Castelfranco Treviso Gesuiti San Francesco Saverio Bologna Compagnia Piacenza Padova Parma Roma Riccati Bologna Panigai Branieri Marescotti Malfatti Fantoni Pedivilla Gianniui Caldani Leibnizio Bernoulli Eulero D'Alembert Vincenzo Giordano Qto Giordano Vincenzo Dialogo Bologna Riccati Francesco Maria Zanotto Dialogo Riccati Istituzioni Commentario Opuscoli Equazione Fra