Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
5èo RICCATI (CONTE) GIORDANO - RÌCCATI (CONTE) FRANCESCO
------— _... .. - -"_i.J-+-U*
fama però fili fruttarono i due volumi ch'ei diede in luce a Bologna col titolo di Opuscoli intorno alle cose fisiche e matematiche. Per questi ed altri lavori, Riccati venne salutato principe dei matematici , visitato dai forestieri che movevano alla volta di Bologna, e proclamato tale dalla bocca stessa di D'Alembert. A differenza degli altri suoi fratelli, Riccati dettò in latino la maggior parte delle opere sue. Oltre di ciò, ei fece argini per difendere il territorio di Bologna e di Modena dalle inondazioni minacciose del Reno, del Po e di altri fiumi, e la Repubblica di Venezia lo invitò a contenere il gonfio corso dell'Adige e della Brenta nel 1774. All'annunzio della morte di Riccati, Bo-scovich scrisse, il 12 aprile 1775, da Parigi: «Questa è una perdita per l'Italia, perchè senza controversia era egli il primo matematico di essa, nè io presentemente conosco alcuno che gli si accosti >.
Vedi: Zeudrini, nella Galleria degli uomini illustri del Gamba — Fabroni, Vite degli Italiani eminenti per dottrina — Roberti, Opere (ni).
RICCATI (conte) Giordano ibiogr.). — Matematico, fratello del precedente, nato il 25 febbraio 1709 a Castelfranco, morto il 20 luglio 1790 a Treviso, fu educato come Vincenzo nel collegio dei Genuiti di Bologna, ove strinse amicizia col marchese Mare-scotti e col conte Mazzuchelli, amicizia che durò lino alla morte. Nel 1727 tornò in patria e il padre se gli fece maestro nella geometria, nella trigonometria, nella statica, nella dinamica e nelle altre scienze fisico matematiche. Due anni dopo andò all'Università di Padova per istudiar legge, ma l'amore ingenito delle matematiche erasi già sviluppato in lui sotto la disciplina paterna, e laureatosi nell'anno 1731, rimpatriò dandosi tutto a quelli studii a cui lo chiamava la natura. Tuttavolta non trascurò quelle arti che illeggiadriscono la vita, la poesia, la pittura e la musica, in che giunse dipoi a meta luminosa. Queste occupazioni però uol distoglievano dalle principali, nè dal prestare la sua pietosa opera al padre invecchiato, per la sua copiosa corrispondenza. Altra impresa di riconoscente animo verso il padre e di benemerenza in faccia alla dotta Europa fu quella dell'edizione che fece nel 1764 delle opere paterne , illustrandole con prefazioni e note opportune. Che se giunse all'età di cinquantanni prima di affidare i proprii scritti alle stampe, non è da dire non ne avesse preparati di molti risguardanti le matematiche, la musica, l'acustica e l'architettura. Fin dal 1735 comunicava al Vallotti la sua scoperta intorno al basso fondamentale col vario modo di condurre il canto per la tersa maggiore e minore; scoperta che nel 1737 fu proclamata da Rameau in Francia, e gli valse gli encomii de'contemporanei e fama immortale. A mostrare poi come durasse infaticabile iu questa maniera di studii, basti citare il suo Saggio intorno alla legge del contrappunto, in cui spese cinquant'anni di cure affannose. Ad esso tennero dietro il celebratissimo opuscolo Sulla forza centrifuga (Lucca 1763) e il trattato Della comunicazione del moto fra ì corpi molli (1764), e poscia quel libro che segnò per lui l'epoca di una fama universale, ed era la chiara ed accurata esposizione di nuove mirabili ricerche Sulle corde ovvero fibreclastiche (Bologna 1767. Nè fu men valente il Rio-cati nell'architettura, come testimoniano le opere da lui date in luce intorno alle strutture architettoniche, intorno al modo di costrurre un portico ed una scala ellittica, intorno allo sfiancamento degli archi ed allo scompartimento dei triglifi, dentelli e modiglioni, intorno le vòlte, le lunule, i sesti, i soffitti, le cupole, ed altre molte che «overchio sarebbe ripetere. Della sua perizia architettonica funno anche fede le fabbriche inalzate sui suoi disegni, tra le altre la facciata di San Teonisto, la chiesa di Sant'Andrea, e la cattedrale di Trevigi. Nè vuoisi passarsotto silenzio il trattato compiuto che diede delle figure piane isoperimetre, trattato pregevolissimo per la semplicità ed eleganza inarrivabili delle dimostrazioni. Non meraviglia perciò se uomini sommi, come Eulero, Frisio, D'Alembert, Boscovich , Grandis e altri molti celebrassero la dottrina profonda del Riccati, e le Accademie di Parigi, Pietroburgo, Padova, Verona, Modena, ecc. lo annoverassero fra' loro membri. La Repubblica di Venezia lo pose a capo dell'Accademia di agri • coltura, e gli coniò una medaglia del valore di cento zecchini. Oltre le opere suddette e altre molte, che troppo sarebbe lungo descrivere, Riccati<
/strong> pubblicò molte dissertazioni nel Nuovo Giornale dei letterati, negli Atti della Società Italiana, nella Nuova Raccolta Calogerianaf ecc., e lasciò manoscritte altre opere, che formano otto volumi in-4°, oltre la sua corrispondenza, che ne comprende non meno di diciasette.
Vedi: D. M. Federici, Commentario sopra la vita e gli studii del conte Giordano Riccati — A. Pe-lizzari, Elogio del conte G. Riccati negli Atti della Società Italiana (voi. ix) — Fabbroni, Vitce Italo rum (xvi).
RICCATI (conte) Francesco (biogr.). — Fratello dei due precedenti, nato a Castelfranco il 28 novembre 1718, morto il 18 luglio 1791 a Treviso, studiò come i fratelli nel collegio dei Gesuiti in Bologna, e raccoltosi in patria, si dedicò all'architettura militare, coltivando in pari tempo le scienze economico-politiche, le teologiche e la poesia. Appresso lasciò l'architettura militare per darsi più di proposito alla civile, come dimostrano i varii disegni che a soddisfare le inchieste degli amici venne tratto tratto facendo, molti dei quali eseguironsi, e gli scritti che intorno a questa diede in luce. Fra le sue opere stampate meritano special menzione la Dissertazione intorno Varchitettura civile, in cui si dimostrano e si stabiliscono tutte le possibili simmetrie e scompartimenti di una figura rettangola ad una sola nave (Venezia 1761); Lettere dirette al cavaliere di Rovero intorno a varie nuove teoriche e metodi pratici per Varchitettura civile (Treviso 1776); Della costruzione dei teatri secondo il costume d'Italia, cioè divisi in piccole loggie (Bas-sano 1790). Nella prima di queste opere mette sot-t'occhio scientificamente e con tutta chiarezza la verità della media armonica proporzionale ritrovata dal padre ed in parte illustrata dal fratello, e studiasi mostrare che l'architettura ò nna vera scienza derivante da principii certi. NelPnltlma esamina se la figura ellittica proposta dal cavaliere Rizzetti possa ammettersi nella costruzione deit^ooQle
| |
Bologna Opuscoli Riccati Bologna D'Alembert Riccati Bologna Modena Reno Repubblica Venezia Adige Brenta Riccati Bo-scovich Parigi Italia Zeudrini Galleria Gamba Vite Italiani Opere Giordano Castelfranco Treviso Vincenzo Genuiti Bologna Mare-scotti Mazzuchelli Università Padova Europa Vallotti Rameau Francia Saggio Lucca Bologna Rio-cati San Teonisto Sant'Andrea Trevigi Eulero Frisio D'Alembert Boscovich Grandis Riccati Accademie Parigi Pietroburgo Padova Verona Modena Repubblica Venezia Accademia Riccati Nuovo Giornale Atti Società Italiana Nuova Raccolta Calogerianaf Federici Commentario Giordano Riccati Pe-lizzari Elogio Riccati Atti Società Italiana Vitce Italo Francesco Castelfranco Treviso Gesuiti Bologna Dissertazione Varchitettura Venezia Lettere Rovero Varchitettura Treviso Italia Bas-sano Pnltlma Rizzetti Qle Roberti Fabbroni Fra
|