Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
RICCHEZZA
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ricchezza naturale non è fuggitiva, come l'aria o l'acqua; siccome un campo è uno spazio fisso e circoscritto, che taluni hauno potuto appropriarsi ad esclusione di altri che hanno dato il loro consenso a tale appropriazione, la terra, che era un bene naturale e gratuito, è divenuta una ricchezza sociale, il cui uso hadovuto pagarsi. A primo aspetto sembra che un'ingiustizia abbia tolto a coloro che sono esclusi quei vantaggi che concede a quelli che favorisce. Ma, all'opposto, l'appropriazione concede dei vantaggi al proprietario del terreno, e nulla toglie al non proprietario, il quale non trarrebbe alcun partito del suolo, se questo non fosse divenuto la proprietà di un altro. Una terra, divenuta proprietà, fornisce, anche a chi non appartiene, maggiori e più sicuri mezzi di sussistere, che se lo stesso terreno fosse rimasto senza proprietario. Della stessa maniera, quantunque l'acqua sia una ricchezza naturale, tosto che una corrente d'acqua, che fa girare un molino, appartiene a qualcuno, il quale si attribuisce esclusivamente il servigio che se ne può ottenere, quella corrente d'acqua ha cessato di essere una corrente naturale: non è più permesso a chi che sia di disporne gratuitamente ; essa è fatta una ricchezza sociale ; ma sotto questa forma è suscettiva di rendere maggiori servigi, anche a chi non la possiede, che se fosse ri masta una ricchezza naturale.
Considerando che il valore di una cosa è una qualità positiva, ma per un solo istante, imperciocché sia di sua natura variabile da un luogo all'altro e da un tempo all'altro: considerando ch'è impossibile determinare la grandezza assoluta del valore, la quale non può essere altro che comparativa, perchè, a cagion d'esempio, quando dico che un palagio vale 50,000 lire, ir affermo ohe il valore del palagio è eguale a quel'-./ di una somma di 50,000 lire; considerando che l'idea del valore di un oggetto suppone sempre un rapporto qualunque col valore di un altro oggetto, si troverà esser cosa superflua il voler paragonare due porzioni di ricchezza, a meno che non esistano nel medesimo tempo e luogo. Niuno guarentissce che 1000 franchi, posseduti al presente, siano una ricchezza eguale a 1000 franchi posseduti nell'anno scorso. Se nell'anno corrente si può con essi acquistare più cose che nell'anno scorso, la presente porzione di ricchezza è maggiore di quella passata. Passando da un luogo all'altro, seuza uscir dalla terra nativa, il danaro ch'ho nella borsa muta valore, perchè tutte le cose mutano valore relativamente alla ! mia borsa. A maggior ragione la mia ricchezza , cambia quando passa da un regno all'altro, atteso t che le circostanze di due regni sono ordinariamente , assai differenti. In conseguenza di tutto questo è impossibile di paragonare le ricchezze di due na- : zioni. perchè quantunque esistano nel tempo stesso, > non possono esistere nello stesso luogo. Un oggetto I di cinque lire e un altro di dieci lire in Italia vai- j gono con certezza l'uno il doppio dell'altro ; ma se uno di questi oggeti si trasporta in Francia, non j ha più lo stesso rapporto di valore con l'altro, per- j chè separati si trovano e in circostanze diverse. ! Quando si valutano i capitali o le rendite della , Francia in once d'oro e d'argento, e si valutanoal modo stesso i capitali o le rendite dell'Italia affiu di farne paragone, si paragonano due cose che hanno in comune lo stesso nome, le stesse proprietà fisiche, ma non al medesimo grado, la sola qualità che ne faccia delle riccchezze, la qualità di poter acquistare un oggetto. È dunque impossibile poter paragonare le ricchezze di due epoche o di due paesi diversi, atteso che non hanno misura comune.
Si noti inoltre che i fondi, dai quali vengono tutti i prodotti che fanno sussistere la società, si trovano inegualmente distribuiti nelle mani dei varii individui componenti una nazione. L'insieme di tutte queste fortune forma la fortuna nazionale, la ricchezza pubblica. 11 fondo generale, onde provengono tutte le ricchezze di una nazione, si divide in fondo di facoltà industriali, e fondo d'istru-menti della industria. 11 fondo di facoltà industriali abbraccia le capacità industriali o l'attitudine di concorrere alla produzione, che si trovano nei sapienti o depositarli qualunque delle conoscenze utili, negli intraprenditori d'industria, che s incaricano di applicare i mezzi di produzione per soddisfare i bisogni degli uomini ; e negli operai ed altri agenti, i quali fanno uso delle loro capacità industriali sotto gli ordini degl'intraprenditori. Il fondo degli strumenti dell'industria si divide in strumenti naturali appropriati e in capitali. Tutti questi fondi meritano essere chiamati produttivi, perchè concorrono alla creazione dei prodotti. Tutti fanno parte dei beni, della fortuna dei loro possessori. I soli strumenti naturali non appropriati, come il calore del sole, la forza del vento, non hanno possessori ; ma i prodotti che ne scaturiscono, o almeno quella parte dei prodotti che può essere attribuita al loro concorso, fanno parte delle ricchezze sociali. Di più, queste ricchezze sociali non dipendono dalla valutazione che ciascuno fa dell'oggetto che possiede. Il valore ch'è una ricchezza, non ò il valore arbitrario che ciascuno attribuisce ad una cosa che possiede e ch'è puramente relativo ai suoi bisogni particolari ; è bensì il valore dato dalla industria e stimato dal pubblico. Come si fa questa stima? mercè la quantità delle cose che il pubblico offre per aver quella che si valuta. Se si computa in danaro la somma offerta è ciò che si chiama il suo prezzo corrente. Or questo prezzo corrente non è doppio, non è diverso per chi compra e per chi vende. Nel momento del contratto non vi sono dqe prezzi correnti. Un mezzo chilogramma di pane può sembrar leggiero a chi ha molta fame, benché pesi un mezzo chilogramma. Un terreno può sembrare a buon mercato quando si ha piacere di acquistarlo, benché sia venduto secondo il suo valore corrente, secondo il prezzo delle terre della stessa qualità e nello stesso cantone. L'opinione personale adunque dei venditori e dei compratori nulla cambia al valore degli oggetti, ossia alle ricchezze sociali. Finalmente si osservi che queste ricchezze non sono in ragione della quantità della moneta. 11 bisogno della moneta non aumenta in proporzione della ricchezza nazionale. Senza dubbio, dove più beni avvi a cambiare, i cambii sono più, ed occorre una maggior quantità dello strumento dei cambii ; ma l'attività e t'indu-
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