Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      RlCCHINI TOMMASO AGOSTINO - RICCI (MARCHESE) AMICO
      -stria fanno ài che questo strumento sia impiegato con maggior profitto. La stessa somma di numerario serve in un anno a Genova a dieci cambii successivi, mentre in un villaggio può essere appena impiegata nna volta. Il negoziante che ha venduto, rimane per qualche tempo senza potersi rifornire degli oggetti della sua industria, nel qual tempo il prodotto rimane ozioso nelle sue mani. In fine, nei paesi industriosi e ricchi si supplisce al numerario col credito, e soprattutto con l'impiego degli effetti di commercio, dei biglietti di credito e degli altri segni rappresentativi della moneta. 1 bisogni di danaro non si aumentano dunque mai nella medesima proporzione dei bisogni degli altri prodotti, e si può dire con verità che, osservate le debite proporzioni, un paese è tanto più ricco per rapporto ad un altro, quanto ha meno danaro.
      RlCCHINI Tommaso Agostino (biogr.). — Dotto religioso, nato nel 1695 a Cremona; morto nel 1762 a Roma. Ammesso di 15 anni fra i Domenicani, si applicò primieramente alla poesia, e pubblicò a Milano varii componimenti religiosi; quindi insegnò teologia nelle primarie case del suo ordine in Lombardia. Chiamato nel 1740 a Roma, fu nominato, pochi anni dopo, segretario della Congregazione dell'Indice ed esaminatore dei vescovi, e godette gran favore presso Benedetto XIV, che ricorreva spesso a lui ne' suoi lavori. Nel 1759 divenne maestro del sacro palazzo. Fra i molti suoi scritti segnaleremo: In funere Benedirti XIII (Roma 1830, in-4°); De vita Fine. Gotti (ivi 1742, in-8°) ; Patris Moneta Adversus Catharos et Valdenses lib. V (ivi 1743, in-fol.): prima edizione di quell'opera, accompagnata di note e di una Vita dell'autore; De vita et cultu B.Alberti villaconiensis (ivi 1748, in-8°); De vita ac rebus cardinalis Gregorii Barbarici (ivi 1761, in-8°), trad. in ital. da F. Petroni.
      RICCI (santa Caterina de') (agiogr.). — Vergine canonizzata, nata a Firenze nel 1519, morta nel 1590, era figliuola di Pietro Francesco della nobil famiglia de' Ricci, il quale vedendo che tutte le sue inclinazioni la portavano alla pietà, affidò la sua educazione alla propria sorella Luisa de' Ricci, monaca nel convento di Monticelli fuori le mura di Firenze. Sotto la scotta di costei Caterina fece rapidi progressi in tutte le virtù , vesti poi l'abito di san Domenico nel monastero di Prato, e la sua fama di prudenza, divozione e santità crebbe si fattamente, che tenne carteggio coi principi, vescovi e cardinali più illustri de' tempi suoi. Ella fu anche stretta d'amicizia con santa Maria Maddalena de' Pazzi e san Filippo Neri. Beuedetto XIV la canonizzò l'anno 1746, e la sua festa celebrasi il 13 febbrajo.
      Vedi: Guidi, Vita della venerabile madre suor Caterina de' Ricci, monaca nel monastero di San Vincenzo di Prato, dell'ordine de"predicatori (Firenze 1622) — Valsecchi, Compendio della vita della beata Caterina de'Ricci (ivi 1746) — Sandrini, Vita di santa Caterina de' Ricci (ivi 1747) — Gimpel, Ehrenred von der hciligen Catharina von Ricci (s. 1. 1747).
      RICCI (monsignore) Achille Maria (biogr.). — Illustre prelato romano, patrizio reatino, era nato in Napoli il 12 marzo 1814 presso la Corte reale, sendosuo padre, Angelo Maria (V.), segretario di gabinetto di Gioacchino Murat; mori in Roma il 13 gen-najo 1872. Caduti i Napoleonidi, gli antichi principi ritornarono nelle loro sedi in Italia, ed il padre di monsignore con la famiglia riparò a Rieti. Il figliuolo, vispo e ingegnosissimo, compiti con ottimi risultati i corsi degli studii, di ventun anno entrò in prelatura, ove fece splendida carriera mercè le belle doti della mente e del cuore. Nominato ponente della Sacra Consulta, dopo alcun tempo fa mandato delegato a Camerino. Passati tre anni fu trasferito a Civitavecchia. In ambedue le città si distinse per zelo illuminato e prudenza ammirevole in giovane prelato; di che papa Pio IX, nel primo anno del suo glorioso pontificato, lo inviò in Ancona, e quivi restò delegato apostolico fino ai moti del 1848. Ripristinato il Governo pontificio, monsignor Ricci fu eletto uditore del Camerlengato, quindi consultore per le finanze dello Stato. Nel 1853 fu inviato delegato a Ravenna, e dopo i turbamenti del 1859, restituitosi a Roma, fu nominato chierico di camera. Pochi mesi appresso fu inviato a Vel-letri come delegato straordinario; e nel 1864 ebbe la nomina di commendatore di Santo Spirito in sostituzione di monsignor Narducci, allora defunto. Nel grande stabilimento molti miglioramenti intro-dnsse e con grande amore sopravegghiò al bene delle tante centinaja di ricoverati. Cultore gentile di lettere e di poesia, fu socio dell'Arcadia, della Tiberina e dell'Accademia di religione, nelle quali lesse prose e poesie molto applaudite.
      RICCI (marchese) Amico (biogr.), — Nato a Macerata nel dicembre 1794, morto il 25 marzo 1862. Nobile di stirpe paterna, ebbe madre una dama dell'illustre casa dei Vendramin. Attese alle istituzioni letterarie in Parma, in Bologna e poscia in patria, e benché giovane, era già in fama se re Vittorio Emmanuele I, tornato di fresco dall'esilio sardo nel reame di terraferma, lo decorò delie insegue Mauriziane, onore raro allora come oggi frequente e perciò di poco rilievo. Toccava appena il vige-simoquinto anuo, quando il cardinale Consalvi, segretario di Stato del pontefice Pio VII, creollo consultore di delegazione per la provincia di Macerata. Le ricerche e gli studii fatti da lui sino a quei giorni, senza scopo fìsso , rivolse allora tutti alle arti, proponendosi in ispecial modo d'illustrare quanto si fosse fatto in ogni età in opere di pittura, scultura, architettura ed arti affini nella sua Marca d'Ancona. E per codesto andava man mano pubblicando parziali monografie, colle quali rischiarava parecchi punti controversi circa la patria, le opere, le persone di artisti della sua provincia, e più di tutto colla pubblicazione della Memoria delle arti e degli artisti del Piceno mandate in luce nel 1834. Non era certamente un soggetto intentato, chè anzi gran giovamento trasse l'autore da moltissime brevi scritture locali, epperciò pressoché sconosciute fuori della provincia, le quali, quanto abbondanti di notizie, altrettanto sceme di critica, dovevano essere diligentemente vagliate, prima che il buono in esse contenuto si potesse scernere dal falso.
      I due volumi dei quali componsi l'opera ebbero plauso in Italia e piacquero a quel sagace criticot^ooQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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