Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
268 RICCI ANTONIO - RICCI o RIZZTO DAVIDElimento della sua salute e dell'età avanzata del padre, e far ritorno al patrio castello di Massolino, ove compose nella solitudine campestre il poema epico L Italiade (Livorno 1813), che aveva per soggetto la guerra di Carlomagno in Italia e il suo trionfo su Desiderio, ultimo re dei Longobardi. Egli compose appresso un altro poema eroico, il San Benedetto (Pisa 1824), che offre il quadro della prima restaurazione delle lettere e delle arti in Italia ai tempi di quel famoso cenobita. Oltre di ciò il Ricci compose un gran numero di poesie, di traduzioni in versi dal greco e dal latino e dalle lingue moderne ; tale fu il Rodolfo cTAbsburgo, volgarizzato dal tedesco del Pirker in ottava rima; articoli letterari i e filosofici sparsi in varii giornali italiani, ecc. Ecco, oltre le citate, il titolo di alcune altre sue opere : Il filantropo dell' Appennino, o meditazioni sulla creazione del mondo (Roma 1802); La villa del Vomero (ivi 1802); Gli amori delle piante (ivi 1800); Lettere mitologiche ad Emilia (Livorno, 3 volumi) ; La Georgica dei fiori, poema (Pisa 1825); L'orologio di Flora, scherzi botanici (ivi 1827); Bassorilievi descritti (Rieti 1828); Poesie varie (ivi 18-tO); Le Conchiglie, poema (Roma 1830»; Elegie di siciliano argomento recate dal tedesco in italiano da T. Gargallo (Napoli 1831), ed il romanzo Oli sposi fedeli. Fu di animo temperato a virtù, di cuor religioso, nè è a maravigliare se ebbe amici caldi quanti furono i suoi conoscenti.
Vedi Biografie autografe ed inedite (Torino 1853, Cugini Pomba).
RICCI Antonio, detto Barbalunga (biogr.). —- Pittore della scuola napoletana, nato a Messina nel 1600, morto nel 1649 ; andò giovine a Roma, ove, dopo avere studiato sotto il Domenichino, lasciò alcune pitture meritamente apprezzate, e nelle quali imita assai da vicino il suo maestro. Reduce in patria, fu incaricato di molti lavori e apri uua scuola ch'ebbe molti allievi, fra' quali Domenico Maroli, Onofrio Gabrielli, Agostino Scilla, ecc. Fra i migliori suoi dipinti che ammiransi nella sua città natia citeremo: la Conversione di san Paolo, nella chiesa di San Paolo, una delle sue opere migliori; San Gregorio che sta scrivendo, nella chiesa di San Gregorio; un'Ascensione, nella chiesa di San Michele ; due Pietà, una all'ospedale, l'altra a san Niccolò; la Vergine col santo tutelare, a san Filippo Neri; san Carlo Borromeo, nella chiesa di San Gioacchino; san Gaetano e sant'Andrea Avellino, nella chiesa dei Teatiui. A Palermo nella chiesa di Santa Ninfa gli si attribuisce un bel dipinto di Santa Cecilia.
Vedi Dominici, Vite dei pittori napoletani.
RICCI Bartolomeo (biogr.). — Umanista, nato a Lugo in Romagna nel 1490, morto nel 1569, studiò in Bologna sotto l'Amaseo, e par probabile che da Bologna passasse a Padova, ove conobbe il Nava gero, e che di là si trasferisse a Venezia nel 1513, ove fu da Marco Musuro ammaestrato nelle lettere greche, e dove insegnò al figliuolo di Giovanni Cor-naro che fu poi cardinale. Tornato a Lugo, ammo-gliossi, e dopo avere insegnato a Ravenna fa chiamato a Ferrara precettore di Alfonso e Luigi figliuoli del duca Ercole lì. Ei fu assai caro ad amendue questi principi, e ottenne anche la stima dei dotti ch'erano allora in Ferrara. Ma forse l'avrebbe avutamaggiore se non si fosse mostro alquanto gonfio del proprio sapere. Ebbe aspra contesa con Gasparo Sardi, di cui non Bolo confutò l'opinione, ma cercò ancora di rendere ridicola la persona. Auche al-l'Alciati ei mosse guerra, riprendendolo come non avesse bene inteso e spiegato alcune voci latine. Il perchè non è da stupire se si rendesse odioso a molti e se vi avesse chi tentasse avvelenarlo. Le opere di Ricci furono raccolte in tre volumi, sotto il titolo d' Opera (Padova 1748); le orazioni e le lettere ne formano la parte principale in un coi tre libri De imitatione, lodati assai dal Bembo, e nei quali ci dà in fatti riflessioni e precetti molto pregevoli, benché usi talvolta una critica troppo severa, come allorquando tutte condanna al fuoco le poesie d'Ovidio, perchè o immodeste o triviali. Compose anche una commedia in prosa, intitolata Le Balie, che al dire del Quadrio vuoisi annoverare fra le migliori d'Italia. Ma l'opera intorno alla quale più si affaticò fu quella che intitolò Appo-ratus latina locutionis, la quale è in sostanza uu lessico latino diviso in due parti, nella prima delle quali tratta ampiamente e con ordine alfabetico di tutti i verbi, e nella seconda assai più compeudio-samente dei nomi, accennando i verbi con cui con-giungonsi. Quest'ordine fu forse quello che non permise all'opera aver quel plauso che il Ricci sperava. Ei la fece stampare a proprie spese in Venezia nel 1533, ed è piacevole a leggersi una sua lettera al Flaminio, in coi duolsi averue vendute poche copie, accagionandone gli artifizi dello stampatore e dei librai, per farsene rilasciare le copie in cambio di altri libri e venderle poi a loro profitto. « Per ciò che appartiene allo stile del Ricci, osserva il Tira-boschi, io veggo che alcuni il dicono elegantissimo, e lui annoverano tra' più felici imitatori di Cicerone. Ma io confesso che, benché a quando a quando ei mi sembri scrittore assai elegante, parmi però non sempre uguale a se stesso , e spesso ancora duro e stentato, come suole accadere a chi non si è perfettamente e felicemente formato sul modello degli antichi scrittori ».
Vedi : Tiraboschi, Storia della letteratura italiana (voi. vii, pt ili, p. 314) — Della Casa, Discorso sulla vita di B. Ricci (Forlì 1834).
RICCI, RICCIO o R1ZZI0 Davide (biogr.). - Musico e mimo, nacque a Torino nel 1540, ed ebbe padre un musico di questa città. Nell'anno 1564 accompagnò l'ambasciatore di Sardegna alla Corte della regina Maria di Scozia; ma giunto ad Edimburgo fu cougedato, nè gli rimase altro mezzo per campare la vita se non che entrare fra i musici di camera della regina. Non vi stette lunga pezza inosservato ; Maria ne fece il suo cantore e il suo confidente. Delle avventure e della tragica fine di Riccio toccammo all'articolo Maria Stuarda. Alcuni scrittori gli attribuiscono la composizione di alcune arie scozzesi, celebri ancora a' dì nostri ; ma v'ha chi sostiene con buone ragioni esser quelle di più antica' data, risalendo almeno al regno del re Giacomo.
Intorno alle sue avventure sono, fra gli altri, da leggere i due seguenti: Ruthen, Reltition of the death of D. Rizzio chief favorite to Mary Stuart, queen of Scotland Londra 1699) — Some parttcularst^ooQle
| |
Massolino L Italiade Livorno Carlomagno Italia Desiderio Longobardi San Benedetto Pisa Italia Ricci Rodolfo TAbsburgo Pirker Appennino Roma Vomero Lettere Emilia Livorno La Georgica Pisa Flora Bassorilievi Rieti Poesie Le Conchiglie Roma Elegie Gargallo Napoli Oli Biografie Torino Cugini Pomba RICCI Antonio Barbalunga Messina Roma Domenichino Domenico Maroli Onofrio Gabrielli Agostino Scilla Conversione Paolo San Paolo San Gregorio San Gregorio Ascensione San Michele Pietà Niccolò Vergine Filippo Neri Carlo Borromeo San Gioacchino Gaetano Andrea Avellino Teatiui Palermo Santa Ninfa Santa Cecilia Dominici Vite RICCI Bartolomeo Lugo Romagna Bologna Amaseo Bologna Padova Nava Venezia Marco Musuro Giovanni Cor-naro Lugo Ravenna Ferrara Alfonso Luigi Ercole Ferrara Gasparo Sardi Bolo Alciati Ricci Opera Padova Bembo Ovidio Le Balie Quadrio Italia Appo-ratus Ricci Venezia Flaminio Ricci Tira-boschi Cicerone Tiraboschi Storia Casa Discorso Ricci Forlì Davide Torino Sardegna Corte Maria Scozia Edimburgo Maria Riccio Maria Stuarda Giacomo Ruthen Reltition Rizzio Mary Stuart Scotland Londra Qle Fra
|