Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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RICCOBONI LUIGISigonio, e Riccoboni fu il primo a rivelare l'impostura: De gymnasio patactno commentariorum fi-bri VI\Padova 1598). opera che non adegua quella consimile di Papadopoli, nè il merito di quella celebre Università, e cui pare togliesse a scrivere più per lodare se stesso che per esaltare gli altri dotti8s uii professori.
Vedi: Tomasini, Elogia Cu, 189) — Tiraboschi, Storia della letteratura italiana (voi. vii, pt. n).
RICCOBONI Luigi biogr.i. — Commediografo e letterato, nato a Modena nel i674 o 1677, morto a Parigi il 5 dicembre 1753, entrò giovanetto in una compagnia nomade drammatica, di cui divenne capo all'età di ventidue anni. Il buon gusto ond'era fornito naturalmente e lo studio che aveva fatto del teatro francese lo indussero a surrogare la tragedia e la commedia di carattere in luogo delle farse e giullerie che costumavasi rappresentare sul ' teatro italiano. Le tragedie erano la più parte an-tiche: ma quella che più piacque fu la Merope j del Maffei. Quanto alle commed.e, le derivò dal ; repertorio francese, ora traducendole intiere, ora j accoppiandone insieme due diverse. Compose an- ! che commedie originali, quali sarebbero La donna , gelosa e Sansone, tragi-commedia tradotta in prosa j da Fréret ed imitata in versi da Romagnesi. La compagnia drammatca Riccoboni dava da parecchi anni rappresentazioni nelle città principali della Lombardia e della Venezia, quando si recò , a rappresentare a Venezia la Scolastica dell'Ariosto, la quale, per essere stata cnstgata da Ricco- { boni, non piacque e fu fischiata. Questa mancanza di rispetto all'Ariosto afflisse R ccoboni a tal segno, che deliberò abbandonare le scene. In quel torno , il reggente di Francia aveva inviato ordine di far venire in Francia una compagnia di attori italiani; Riccoboni accettò le proposte che gli furono fatte, ; compose la sua compagnia, e partì nel 1716 per Parigi, ove diede rappresentazioni nel palazzo di Borgogna. Il suo proprio talento come attore, segnatamente nelle pnrti nppnssionate, e quello di sua moglie contribuirono grandemente al successo della sua impresa. Con opere speciali accrebbe an- : cora la stima ch'erasi procacciata presso i letterati e pubblicò un poema in sei canti, intitolato Dell'arte rappresentativa (Parigi 1728); e nn Histoire du thdàtre italien (ivi 17*8-31, in 2 voi.), opera superficiale. Nel 1729 Riccoboni partì per l'Italia, ove il duca di Parma lo aveva nominato ispettore dei teatri e direttore dei divertimenti. Alla morte di questo principe, nel 1731, tornò in Parigi; ma la sua indi nazione alla pietà, accresciuta dagli anni, lo indusse a lasciare il teatro, ed ottenuta la ritirata con una pensione, più non attese che alle lettere. Ei pubblicò successivamente : Observations sur la comédie et le gènte de Molière (Parigi 1736) ; Penséessur la déclamation (ivi 1738); Béflexions historiques et critiques sue les différents théàtres de l'Europe (ivi 1738); De la réformation du théàire (ivi 1743). Nemico degli spettacoli, Riccoboni li considera quale un pericolo pubblico, e consiglia i Governi di sbandire tutto ciò che offende i costumi, la danza ed i drammi che non hanno altro interesse cbe quello dell'amore.
Vedi Des Coulmiers, Histoire du théàtre d'Italie.
RICCOBONI (Elena Virginia BALETTI) (biogr.). — Conosciuta pure sotto il nome di Flaminia, nata a Ferrara l'anno 1686, era moglie del precedente, e si distinse non solo al teatro per la varietà de' suoi talenti, ma si acquistò pure qualche riputazione nelle lettere, e meritò per varii componimenti poetici di venire ammessa nelle Accademie di Roma, Ferrara, Bologna e Venezia. Avendo accompagnato suo marito in Francia, vi fu partecipe de' suoi successi, poi si ritirò, a suo esempio, per vivere nella pratica delle cristiane virtù. Ella morì a Parigi nel 1771. La Virginia compose due opere teatrali che non furono gradite; ma citasi di lei una lettera piena di giudiziose osservazioni soprala nuova versione francese della Gerusalemme liberata, fatta da Mirabeau, della quale il traduttore profittò per migliorare il suo lavoro.
RICCOLDO (frà) DA MONTE DI CROCE (biogr.). — Viaggiatore, nato verso la metà del sefcolo xiu a Monte di Croce in quel di Mugello, morto a Firenze il 31 ottobre 1309 secondo l'Echard, e nel 1320 secondo gli editori del volgarizzamento del suo piaggio in Terra Santa. Fu figliuolo, come pare, di un tal Pennino, cbe abitò nel popolo di San Pier Maggiore in Firenze; vestì l'abito dei Domenicani, ordine più che mai fiorente in que' tempi per uno stuolo di frati dottissimi e scrittori valentissimi, coinè frà Giordano, Bartolomeo da San Coucordio, Domenico Cavalca, e a tutti superiore per eleganza Jacopo Passavanti. Il nome del Riccoldo sarebbe rimasto per avventura più noto, se scrivendo non avesse al volgare materno anteposto la liugua del Lazio. Pare eziandio che all'eccellenza dell'ingegno accoppiasse ui\ì pietà squisita, di modo che, lasciati gli orii studiosi del chiostro di Santa Maria Novella, partì alla volta dell'Asia per diffondere in quelle Provincie le dottrine evangeliche. Egli sbarcò a San Giovanni d'Acri, e visitò parte a parte i Luoghi Santi, la Palestina, la Giudea, la Siria, la Turchia asiatica, il Caspio ed una parte della Tartaria. A Bagdad imparò l'arabo e gl'idiomi principali dell'Oriente. Tornato in Firenze, fu fatto priore del convento di Santa Maria Novella, e scrisse in latino* satto il titolo d'Itinerarium peregrina-tionis Fr. Éiculdi, una relazione che può reputarsi smarrita, ma di cui ha nella Biblioteca nazionale di Parigi una versione in francese, fatta nel 1351 dal monaco benedettino Giovanni Leloug, e un volgarizzamento antico dal testo latino in iscbietta lingua fiorentina, pubblicato primamente, ma non troppo correttamente, da Vincenzo Fineschi frate domenicano (Firenze 1793) e meglio assai recentemente da Polidori Grotanelli e Banchi per le nozze Loreta-Zambrini, sotto il titolo di ViTiggio in Terra Santa di frà Èiccoldo da Monte di Croce, volgarizzamento del secolo XIV (Siena 1864). Hugh Murray ne ba dato un estratto nel suo Historical Account of discoveries and travels in Asia. Restano ancora di frate Riccoldo altre opere latine, fra le quali : Epistola adEcclesiam triumphantem, che conservansi nella Biblioteca di Santa Maria Novella in Firenze; De moribus, conditionibus et nequitia Turcarum {Parigi 1514); Christiana fidei confessio, confutazione del Corano, di cui esistono copie nella Biblioteca nazionale; Marc'Antonio Se-
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